Dopo il danno, la beffa. Gli ex dipendenti pubblici che volessero conoscere la somma spettante loro con il TFS dovranno pazientare o altrimenti non resta loro che richiedere alla banca un prestito. Sembra pazzesco, ma è quanto sta accadendo in queste settimane. Il sito dell’Inps non consente più agli utenti registrati di accedere alle informazioni relative al Trattamento di Fine Rapporto per gli statali, con i dirigenti dell’ente a spiegare che vi sarebbe stato da parte loro un “abuso” negli ultimi mesi, cioè troppe persone avrebbero presentato richiesta e provocato il collasso del sito.

Anticipo TFS dipendenti pubblici, elenco banche aderenti pronto? E quanto costa?

E così, esistono due soli modi per conoscere l’importo esatto. Il primo è di accedervi per usufruire dell’anticipo del TFS grazie al decreto dello scorso anno, che consente agli ex dipendenti pubblici di ottenere dalle banche convenzionate un prestito fino a 45.000 euro a tassi d’interesse contenuti, pari all’ultimo Rendistato pubblicato dalla Banca d’Italia prima della data della richiesta, maggiorato dello 0,30%. Il Rendistato capta il rendimento medio ponderato dei titoli di stato italiani nel corso di un dato mese. A titolo di esempio, a dicembre 2019 esso è stato dello 0,898%, per cui le banche potrebbero imporre oggi sul prestito fino a un massimo dell’1,198% all’anno.

A gennaio, certamente il Rendistato risulterà più basso, per cui la convenienza dovrebbe aumentare. Il punto è che non è stata pubblicata la circolare del Ministero di economia e finanze nella quale compaiono i nomi delle banche che hanno aderito all’accordo, rendendolo non effettivo. Questo, perché sostanzialmente nessun istituto avrebbe ritenuto conveniente l’operazione, potendo ad oggi prestare le somme a titolo di anticipo TFS a tassi di mercato, ben superiori a quelli fissati dal governo un anno fa. Allora, va detto, il Rendistato oscillava tra l’1,7% e oltre il 2%, per cui si credette che l’adesione delle banche fosse scontata.

Il crollo dei rendimenti dall’estate scorsa ha reso questa prospettiva alquanto velleitaria.

Quando viene erogato il TFS

Ricordiamo che l’anticipo del TFS si rende necessario per la disciplina penalizzante a cui sono sottoposti i dipendenti pubblici, ai quali la buonuscita viene erogata solamente a distanza di 12 mesi dalla data di pensionamento con il trattamento di vecchiaia o di 24 mesi dalla data di pensionamento con il trattamento di anzianità. Nel caso di coloro che siano andati in pensione approfittando di quota 100, i tempi si mostrano ancora più lunghi. Essi dovranno calcolare i 12 o i 24 mesi dalla data in cui avrebbero maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia o di anzianità rispettivamente. In teoria, potrebbero trovarsi costretti ad attendere fino a 6 anni.

TFS senza anticipo, con quota 100 è possibile prenderlo?

Riepilogando, lo stato ha creato il problema e dopodiché ha trovato una soluzione illusoria. Chi volesse entrare subito in possesso del TFS avrebbe ancora oggi come unica opzione quella di chiedere un prestito alla banca, chiaramente a titolo oneroso. E i tassi potrebbero arrivare al 4-5%. In teoria, sarebbe loro consentito ottenere un prestito anche a meno dell’1%, date le condizioni del mercato, ma l’assenza di banche che abbiano sottoscritto la convenzione con il Mef fa sfumare questa alternativa. E l’Inps si prende gioco dei suoi ex finanziatori, impedendo loro persino di conoscere la somma spettante, a meno di non volersi affidare a un prestito bancario. Tanto ci sarà tempo, tanto tempo per farsi i conti.

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