Il modello 730 è un adempimento che un numero sempre maggiore di contribuenti gestisce in autonomia, sfruttando il cassetto fiscale e la versione precompilata o semplificata della dichiarazione. L’operazione può sembrare semplice, ma l’errore è sempre in agguato. Non che sbagli non capitino anche a commercialisti, consulenti o CAF, ma è evidente che non si può sottovalutare questa procedura.
In alcuni casi gli errori emergono al momento della presentazione della dichiarazione; in altri, invece, vengono commessi l’anno precedente e diventano praticamente irreversibili. L’esperienza di una nostra lettrice dimostra quanto sia facile sbagliare: un errore le è costato almeno 500 euro di rimborso e ha trasformato il suo 730 congiunto da credito a debito.
“Salve, sono Anna, una contribuente che ha appena presentato la dichiarazione dei redditi. Uso la formula congiunta con mio marito. Entrambi lavoriamo, ma mio marito percepisce 20.000 euro di reddito, io poco più di 9.000. Ero convintissima di ricevere un rimborso quest’anno grazie a oltre 3.000 euro di spese sanitarie; invece mi ritrovo con un debito di 120 euro. Come mai? Le spese che ho sostenuto personalmente non contano?”
Ecco l’errore madornale nel 730 che fa perdere tanti soldi di rimborso
Il nostro sistema fiscale è complesso e il modello 730 non fa eccezione: ci sono molte piccole sfumature che possono deludere le aspettative o, al contrario, sorprendere in positivo. Per esperienza, riceviamo numerose richieste di chiarimento da contribuenti finiti a rimborso senza aspettarselo, così come da chi, certo di riceverne, è invece passato a debito. La lettrice rientra in quest’ultima categoria.
Pur non avendo sotto mano la sua dichiarazione, possiamo ipotizzare che Anna non disponga di sufficiente capienza fiscale.
In altre parole, con il suo reddito non può recuperare nulla come rimborso per le spese sostenute, che lei quantifica in oltre 3.000 euro di spese sanitarie.
Un errore e addio ai rimborsi del modello 730
Considerando la franchigia di 129,11 euro prevista dal TUIR per queste spese detraibili, 3.000 euro di spese consentirebbero di recuperare più di 500 euro. Per Anna, però, ciò non è possibile: non è capiente e i redditi del marito non influiscono. Sebbene abbia presentato dichiarazione congiunta, è come se avesse prodotto due dichiarazioni separate.
Il motivo è semplice: le spese sanitarie sono state pagate e fatturate a suo nome. Inoltre, avendo un reddito superiore a 2.840,51 euro, Anna non è fiscalmente a carico del coniuge; avendo superato anche gli 8.500 euro, non rientra nemmeno nella no tax area. Ci troviamo quindi di fronte a un errore irreversibile nel modello 730.
Ecco perché adesso nulla si può fare
Che cosa avrebbe dovuto fare Anna? Oggi, purtroppo, non esistono soluzioni. Era nel corso del 2024 che avrebbe dovuto intestare le spese al coniuge, facendole risultare nelle relative fatture e scontrini. Il marito, infatti, dispone della capienza fiscale necessaria per detrarre le spese. Con il proprio reddito relativamente basso, Anna non ha potuto recuperare il 19 % di circa 3.000 euro, ossia i famosi 500 euro di rimborso.
A noi è successo di peggio! Nella precompilata di mia moglie una spesa sanitaria di oltre 42.000,00:euro è stata trasformata in “reddito a tassazione separata” che modificando la dichiarazione in un RPF, cioè Redito Persone Fisiche, rifacendo tutti i calcoli e considerando il 19% ci è stato riconosciuto e accettato la stessa dichiarazione appena modificata e il rimborso del 19% che abbiamo riscosso sulla pensione attraverso il Sostituto d’imposta