Perché lo spread italiano può crollare dopo il vertice NATO di fine giugno

Lo spread italiano è stimato da Barclays in calo fino a 70 punti base dai meno di 100 attuali. Dopo il vertice NATO può stringere.
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3 settimane fa
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Spread italiano in calo dopo vertice NATO?
Spread italiano in calo dopo vertice NATO? © Licenza Creative Commons

Gli analisti di Barclays si mostrano fiduciosi riguardo ai nostri titoli di stato, intravedendo un calo dello spread italiano rispetto ai Bund della Germania. A loro dire, sarebbe finita la lunga fase in cui essi sono stati considerati “periferici” in Europa. La differenza con i mercati “core” sta venendo meno. L’Italia si mostra ora più disciplinata sui conti pubblici e politicamente stabile di Germania e Francia. Ha già raggiunto l’avanzo primario e la sua economia si sta rivelando resiliente agli shock.

Vertice NATO possibile spartiacque per spread italiano

Lo spread italiano è sceso sotto i 100 punti base nelle ultime sedute, livelli che non vedeva dal 2015.

Con la differenza che allora la Banca Centrale Europea aveva appena iniziato ad acquistare bond con il Quantitative Easing e a portare i tassi in territorio negativo. Adesso, malgrado il taglio dei tassi di interesse ancora in corso, sta riducendo il portafoglio obbligazionario per tenere ancorate le aspettative d’inflazione al suo target del 2%.

Secondo Barclays, lo spread italiano può scendere nel range 70-120 punti dal precedente stimato a 90-140 punti. E per quanto abbiamo visto in questi mesi sui mercati finanziari, riteniamo che sarà il vertice NATO del 24-25 giugno a L’Aja a poter segnare uno spartiacque. In quell’occasione, i membri dell’Alleanza Atlantica si riuniranno per discutere sull’aumento delle spese militari al 5% del Pil. La sola prospettiva, dopo che la Germania a fine febbraio annunciò una politica volta al riarmo, ha fatto salire i rendimenti tedeschi e compresso i differenziali con gli altri Paesi dell’Eurozona.

Rendimenti italiani più vicini a Francia e Spagna

Per la prima volta dopo svariati decenni la Germania punta su potenti stimoli fiscali in deficit per rianimare la propria economia.

Le differenze con i partner si assottigliano in fatto di conti pubblici. Dall’austerità al deficit spending in salsa keynesiana. L’Italia, consapevole del suo elevato debito pubblico, sta mostrandosi prudente circa l’aumento della spesa militare. Sa di non potersi permettere ulteriore disavanzi. Il mercato prende nota e la premia, chiedendo rendimenti relativamente più bassi per comprare i suoi titoli di stato. E ciò si sta traducendo in un calo dello spread italiano.

Nell’ultimo anno, il BTp a 10 anni è passato dall’offrire +0,50% sull’Oat francese a +0,32% e da +0,56% sul Bonos spagnolo a +0,39%. Nel frattempo, le distanze con la Germania si sono ridotte da oltre 130 ai 98 punti di queste ore. Questo evidenzia che ad allargarsi è stato lo spread francese, mentre lo spread spagnolo si è ristretto sotto i livelli del primo. Non è impossibile immaginare un azzeramento dello spread italiano con la Francia nel medio termine. Segno di ritrovata fiducia nell’Italia, ma anche del suo deterioramento verso Parigi.

Italia mantiene prudenza fiscale

Cosa c’entra il vertice NATO? Questa settimana, è uscita la notizia che l’Alleanza includerebbe tra le spese militari anche quelle sostenute per la cybersicurezza, andando così incontro alle richieste di diversi stati membri.

Esse includono i controlli delle frontiere e i pattugliamenti delle coste. Probabile anche che apra alle richieste del Sud Europa di includere le spese per la lotta al terrorismo. Cosa può significare per i bilanci nazionali? Poiché i governi dovrebbero impegnarsi ad aumentare la loro spesa per la difesa fino al 5% del Pil, maggiori le voci di costo inserite nel calderone, minori i futuri maggiori esborsi effettivi. Ergo, minore anche il deficit ad essi legato.

Dal vertice NATO potrebbe emergere un quadro meno preoccupante di quello scontato ad oggi dai mercati. Gli investitori riprenderebbero a comprare bond, facendone scendere i rendimenti. E l’allentamento delle tensioni premierebbe il mercato italiano, portando verosimilmente a un’ulteriore compressione dello spread. Non è forse casuale che questi sia sceso sotto i 100 punti proprio adesso. C’entra senza dubbio l’upgrade di Moody’s riguardo l’outlook, ma anche l’annuncio del governo Meloni di avere già centrato l’obiettivo di spesa al 2%. Non essendo avvenuto alcun aumento reale degli stanziamenti per la difesa, si è trattato semplicemente di spostamento di costi da alcune voci di bilancio all’altra.

Spread italiano giù con espedienti contabili

In pratica, espedienti contabili stanno rivelando che l’Italia si guardi bene dall’aumentare il deficit. Per quanto la vicenda possa considerarsi discutibile sul piano politico, ai mercati appare rassicurante. Essa conferma l’intenzione del governo di mantenere la prudenza fiscale di questi anni. Lo spread italiano non farebbe che scendere qualora emergesse un via libera esteso e ufficiale a tali escamotage da parte della NATO, mentre la Germania appare intenzionata a spendere davvero per il riarmo tedesco, investendovi 500 miliardi in 10 anni e altrettanti per le infrastrutture.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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