Dove vivono i più ricchi e i più poveri d’Italia: la mappa dei redditi

La classifica 2025 dei comuni più ricchi e più poveri d’Italia secondo i dati del MEF. Analisi dettagliata dei redditi medi pro capite e delle disparità economiche tra Nord e Sud.
2 mesi fa
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Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha pubblicato i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi del 2023, offrendo uno spaccato dettagliato sulla distribuzione della ricchezza nel Paese. La classifica dei comuni italiani per reddito medio pro capite evidenzia significative disparità tra Nord e Sud, con alcune località che spiccano per la loro prosperità economica, mentre altre mostrano livelli di reddito decisamente inferiori.

I comuni più ricchi d’Italia e i comuni più poveri d’Italia

In cima alla classifica dei comuni più ricchi d’Italia si conferma Portofino, in Liguria, con un reddito medio pro capite di 94.505 euro. Questo risultato è influenzato dalla presenza di contribuenti ad alto reddito, come Pier Silvio Berlusconi, che ha trasferito la residenza nel borgo ligure.

Segue Lajatico, in provincia di Pisa, con un reddito medio di 61.980 euro, grazie anche alla residenza del tenore Andrea Bocelli. Al terzo posto si trova Basiglio, in provincia di Milano, noto per il quartiere residenziale Milano 3, con 50.807 euro di reddito medio. Nella top 10 troviamo anche Cusago, Torre d’Isola, Campione d’Italia, Pino Torinese, Segrate, Arese e Vedano al Lambro.

All’estremo opposto della classifica, i comuni con i redditi più bassi si concentrano principalmente nel Sud Italia. Cavargna, in provincia di Como, registra un reddito medio pro capite di 6.774 euro, posizionandosi come il comune più povero del Paese. Altri comuni con redditi medi inferiori includono Val Rezzo, San Sosti, San Nicola dell’Alto e Alessandria del Carretto. Questi dati evidenziano un divario economico significativo tra le diverse regioni italiane, con il Mezzogiorno che continua a soffrire di minori opportunità occupazionali e retribuzioni più basse.

Analizzando le principali città italiane, Milano si distingue per avere il reddito medio più alto tra i capoluoghi di provincia, con 37.189 euro. Seguono Monza e Bergamo. Roma, invece, si posiziona al dodicesimo posto con un reddito medio di 28.204 euro. Questi dati confermano la tendenza delle grandi città del Nord a registrare redditi medi più elevati rispetto alle controparti meridionali.

Il divario economico tra Nord e Sud: un problema che si aggrava

Il quadro delineato dal MEF non è solo una fotografia dei redditi, ma un segnale chiaro di quanto le differenze territoriali continuino a pesare sull’Italia. Mentre le città del Nord e le località più esclusive beneficiano di un tessuto produttivo forte e di opportunità occupazionali ben retribuite, il Sud resta in difficoltà. Qui, il lavoro è spesso più precario, le retribuzioni medie sono inferiori e l’accesso a settori innovativi è limitato. Questo divario si riflette non solo nelle buste paga, ma anche nella qualità della vita, nella possibilità di investire nel futuro e nella capacità di risparmio delle famiglie.

Le zone meno ricche devono affrontare costi crescenti senza poter contare su redditi adeguati. La situazione rischia di acuire ulteriormente le disuguaglianze sociali, rendendo sempre più urgente un intervento deciso per ridurre il gap tra Nord e Sud. Senza misure strutturali, la forbice tra chi ha di più e chi ha di meno potrebbe continuare ad allargarsi, con effetti negativi sull’intera economia nazionale.

I punti più importanti.

  • Portofino si conferma il comune più ricco d’Italia con un reddito medio pro capite di 94.505 euro.
  • Cavargna, in provincia di Como, registra il reddito medio più basso con 6.774 euro.
  • Milano guida tra le città metropolitane con un reddito medio di 37.189 euro, mentre Roma si posiziona al dodicesimo posto con 28.204 euro.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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