Congedo straordinario 2 anni, Ape, quota 41 e opzione donna, l’INPS respinge le domande, ecco perché

Congedo straordinario 2 anni, Ape sociale , quota 41 e opzione donna, poco cambia, ecco quando l’INPS respinge le domande e tutti i perché.
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1 mese fa
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Quando si ha a che fare con un familiare disabile grave bisognoso di assistenza, un contribuente può sfruttare diverse misure previdenziali. Alcune di queste sono vere e proprie misure di pensionamento anticipato. Altre, invece, accompagnano il contribuente fino alla pensione, come il congedo straordinario, garantendo fino a due anni di stipendio anche senza lavorare. In linea generale, si tratta di strumenti che permettono a chi deve prendersi cura di un familiare di lasciare il lavoro in anticipo, anche di molti anni. Spesso, inoltre, si possono collegare le misure di accompagnamento alla pensione con la pensione anticipata vera e propria. Tuttavia, molte domande vengono respinte dall’INPS.

Congedo straordinario 2 anni, Ape, quota 41 e opzione donna: l’INPS respinge le domande, ecco perché

Ma attenzione: ritenersi caregiver – cioè colui che assiste un familiare invalido – è una cosa, essere riconosciuti come tali è un’altra. Tutte le misure previste dalla legge hanno requisiti specifici, e uno di questi è comune alla maggior parte: la convivenza. Proprio questo requisito è causa frequente di rigetto delle domande, come dimostrano alcune segnalazioni pervenute alla redazione:

“Buonasera, sto provando da mesi a ottenere il congedo di due anni per assistere mia sorella disabile grave. Ha bisogno di assistenza continua. Con la sua pensione non possiamo permetterci una badante, e forse nemmeno vogliamo, perché mia sorella non gradisce la presenza di estranei. Ho quindi pensato al congedo, ma due mesi fa mi hanno respinto la domanda perché non siamo residenti insieme. È cambiato qualcosa? Altrimenti non vedo alternative se non andare al Comune e cambiare la mia residenza, anche se temo conseguenze su ISEE e agevolazioni.

“Salve, mi hanno respinto la domanda di congedo straordinario. Avevo chiesto otto mesi di congedo per assistere mia madre, che ha bisogno di aiuto, ma l’INPS ha rifiutato perché non risultiamo conviventi. Sono 20 giorni che non vado al lavoro, e sto finendo le ferie. Non posso più assentarmi, ma dal Comune mi hanno detto che il cambio di residenza richiede tra i 20 e i 30 giorni per l’approvazione. Come posso fare?”

Ecco perché l’INPS respinge le domande di congedo straordinario o di pensione ai caregiver

Come avviene per le pensioni anticipate Ape sociale, Quota 41 e Opzione Donna – tutte misure che includono i caregiver tra i beneficiari potenziali – anche il congedo biennale straordinario richiede la convivenza con il disabile. Non sempre come requisito pregresso, ma comunque come elemento imprescindibile per ottenere il beneficio.

La convivenza tra lavoratore e persona assistita è dunque un fattore determinante. Ad esempio:

  • Per l’Ape sociale (pensione a 63 anni e 5 mesi), il caregiver deve avere almeno 30 anni di contributi e convivere con il disabile da almeno 6 mesi prima della domanda.
  • Stesso requisito per la Quota 41, che consente il pensionamento anticipato con 41 anni di contributi, a condizione che almeno uno sia stato versato prima dei 19 anni di età.
  • Anche le donne che usufruiscono dell’Opzione Donna devono risultare conviventi da almeno 6 mesi con il disabile: questa misura consente il pensionamento tra i 59 e i 61 anni, in base al numero di figli, con 35 anni di versamenti.

Diversamente, per il congedo biennale, che garantisce fino a 24 mesi retribuiti come se si lavorasse, la convivenza non deve essere pregressa: basta che esista al momento dell’avvio del congedo.

Convivenza obbligatoria tra richiedente e disabile: come funziona?

Proprio a causa di questi vincoli sulla convivenza, molti contribuenti si vedono respingere le domande di congedo straordinario, previsto dall’art. 42, comma 5, del D.lgs. n. 151/2001, o anche quelle per pensione anticipata come l’Ape sociale o l’Opzione Donna.

“Gentile Signore, la sua domanda di congedo (pensione) per assistere il familiare con disabilità grave presentata in data [tot] non può essere accolta perché non risulta convivente con il portatore di handicap.”

Questa è la comunicazione tipo che l’INPS invia in caso di rigetto delle domande. Nella lettera è prevista comunque la possibilità di presentare ricorso al Comitato Provinciale competente entro 90 giorni dalla ricezione. Tuttavia, se manca davvero la convivenza, il ricorso risulta spesso inutile.

Una sola eccezione è prevista: se il richiedente è genitore del disabile, non è richiesta la convivenza per accedere al congedo.

La durata della convivenza nel congedo straordinario è diversa rispetto alle pensioni anticipate

Al secondo lettore possiamo dire che, in alcuni casi, l’INPS accetta autocertificazioni che dimostrano l’intenzione di cambiare la residenza. Tuttavia, non sempre ciò è sufficiente. È essenziale che la coabitazione sia effettiva nel momento in cui inizia il congedo.

Per le pensioni anticipate, invece, è obbligatoria una convivenza pregressa di almeno 6 mesi. Per “convivenza” o “coabitazione” si intende vivere nella stessa abitazione con lo stesso numero civico. L’unica tolleranza riguarda un eventuale numero interno diverso (ad esempio in un condominio).

Un’opzione è la dimora temporanea

Un’alternativa percorribile è la dimora temporanea, utile anche per ottenere il congedo biennale. La dimora temporanea consiste nella permanenza temporanea in un luogo diverso dalla propria residenza abituale. Si attiva tramite istanza al Comune in cui ci si trasferisce provvisoriamente.

È utile per i caregiver che risiedono in un Comune diverso da quello della persona disabile. In questo modo, il caregiver viene iscritto nei registri della popolazione temporanea del Comune di dimora.

Dopo aver ottenuto la dimora temporanea, si può presentare la domanda di congedo all’INPS. Tuttavia, non si potranno usufruire tutti i 24 mesi, poiché la dimora temporanea ha durata massima di 12 mesi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

3 Comments

  1. Scusate quindi chi e andato in pensione con 35 anni con opzione donna avete tolto il 30%che sono tanti con la ditta che a chiuso quei soldi sono persi? O a 67 anni si può fare il ricalcolo? grazie mille per la risposta

  2. Buongiorno, sono un artigiano con 38 anni di contributi e 58 anni di età,ho un figlio disabile di 22 anni, quando posso accedere alla pensione? Grazie mille per la risposta.

  3. Buongiorno agosto compio 67 anni a febbraio ho terminato Naspi precedentemente sono stato in malattia per circa due anni non lavorando.
    Ho raggiunto più di 19 anni di versamento escludendo militare.
    Volevo cortesemente sapere se la mia malattia possa impedire la raggiungere i miei 20 anni.
    Grazie della vostra disponibilità attendo gentilmente risposta
    Giovanni Ettori

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