La morte di un contribuente non lo esonera dagli obblighi fiscali. A meno che non vi siano superstiti nell’asse ereditario, la posizione fiscale del defunto deve comunque essere chiusa correttamente.
Rimborsi, cartelle esattoriali e altri adempimenti continuano a produrre effetti. Per sistemare tutto con il Fisco, è compito degli eredi provvedere. Spetta infatti a loro, in qualità di delegati, presentare la dichiarazione dei redditi del contribuente deceduto.
Ma come si procede in questi casi?
A volte la procedura per il rimborso si inceppa in presenza di cartelle esattoriali
Ad esempio, se un contribuente è deceduto nel 2024 o nei primi mesi del 2025, gli eredi sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi relativa all’anno d’imposta precedente: per l’intero anno, in caso di decesso nel 2025, oppure per i mesi di vita nel 2024.
Gli eredi dovranno anche versare l’IRPEF dovuta, se dalla dichiarazione emerge un debito fiscale, a meno che non abbiano rinunciato all’eredità con apposita procedura presso la Cancelleria del Tribunale.
Ma se dalla dichiarazione emerge invece un credito d’imposta, questo spetta agli eredi. A meno che non vi siano debiti pregressi a carico del defunto. Ecco un esempio concreto:
“Salve, ho un dubbio da proporvi che deriva da una recentissima comunicazione ricevuta dall’Agenzia delle Entrate. Sono rimasta vedova a febbraio 2023. Nel 2024 ho presentato la dichiarazione dei redditi per mio marito pensionato. Dal modello 730 è emerso un credito di 800 euro. Il CAF mi disse che avrei dovuto riceverlo a dicembre dello scorso anno, ma mese dopo mese tutto è slittato. Ora, con la comunicazione dell’Agenzia, mi si propone una scelta: ricevere il rimborso sul mio conto corrente facendomi delegare dai miei due figli, oppure ripartirlo in tre quote.
Ma c’è di più: per ottenere il rimborso, devo prima pagare una cartella esattoriale da 120 euro intestata a mio marito. Mi chiedo: perché non fanno la compensazione e mi danno direttamente la differenza?”
Cartelle esattoriali e rimborsi fiscali a rischio, anche per gli eredi
Il fatto che un rimborso fiscale sia bloccato e destinato all’Agente della Riscossione per coprire debiti pregressi del contribuente non è affatto una novità. Questo può accadere anche dopo il decesso, coinvolgendo direttamente gli eredi.
In molti altri articoli abbiamo illustrato come, con la riforma fiscale, sia stato rafforzato il meccanismo della compensazione tra crediti e debiti fiscali.
È previsto infatti che, di fronte a una richiesta di rimborso da modello 730, l’Agenzia delle Entrate trasferisca il credito all’Agenzia delle Entrate Riscossione, che potrà trattenerlo fino al 31 dicembre del secondo anno successivo alla dichiarazione, per compensare eventuali debiti.
Cosa contiene la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate
Nel caso della nostra lettrice, la comunicazione ricevuta spiega che per ottenere il rimborso spettante al marito defunto, è necessario prima saldare il debito che quest’ultimo aveva maturato.
Anche se la riforma della riscossione prevede il blocco automatico dei rimborsi per i contribuenti con debiti iscritti a ruolo, esiste comunque una via: chi manifesta la volontà di compensare può ottenere, qualora residui un credito, il rimborso fiscale dovuto.
In caso contrario, dovrà versare la differenza.
E il rimborso tarderà ancora di più ad arrivare, su questo pochi sono i dubbi
Il consiglio alla nostra lettrice è di agire con tempestività, per non prolungare ulteriormente l’attesa del rimborso già in ritardo a causa della posizione debitoria del marito.
Sebbene nella lettera dell’Agenzia (che non abbiamo visionato) forse non sia menzionata esplicitamente la compensazione, è presumibile che venga spiegato che per ottenere il rimborso 2023 di 800 euro, è necessario saldare anticipatamente la cartella esattoriale da 120 euro.
È quasi certo che venga citato il riferimento normativo: articolo 28-ter del DPR n. 602/1973, che prevede il controllo automatico della posizione debitoria prima dell’erogazione di un rimborso fiscale, e che venga rivolto un invito formale all’adempimento.
Ciò significa che l’Agenzia invita l’erede a versare quanto dovuto, affinché il rimborso possa essere poi regolarmente liquidato. Un meccanismo macchinoso che, purtroppo, comporta ulteriori ritardi.
Come fare da erede a recuperare tutto ciò che spetta tra cartelle esattoriali e rimborsi del defunto
Nella comunicazione che menziona sia il rimborso sia la cartella esattoriale, sono generalmente inclusi anche i moduli da compilare e trasmettere.
Per velocizzare la procedura, si consiglia di inviare la documentazione attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando l’area riservata accessibile con SPID, CIE o CNS. In questo modo è possibile allegare i documenti ed evitare appuntamenti in presenza o l’uso della raccomandata.
Nel caso specifico, la lettrice dovrebbe:
- Indicare il proprio codice IBAN, su cui ricevere il rimborso tramite bonifico;
- Inviare le deleghe firmate dagli altri eredi che cedono la loro quota di rimborso;
- Allegare i documenti di riconoscimento in corso di validità di tutti gli eredi;
- Presentare una dichiarazione sostitutiva (autocertificazione) con:
- Dati anagrafici del defunto;
- Nomi e generalità di tutti gli eredi;
- Eventuali rinunce all’eredità da parte di uno o più aventi diritto.