Il Tesoro ha appena comunicato la cedola del BTp Italia con scadenza 4 giugno 2032 (ISIN per la Prima Fase: IT0005648248), il cui collocamento si terrà a partire da domani e si concluderà, salvo chiusura anticipata, venerdì 30 maggio. Il tasso annuo minimo garantito è stato fissato all’1,85%. Ricordiamo che i sottoscrittori che terranno il bond fino all’ultimo giorno, beneficeranno di un premio fedeltà dell’1%. Poiché l’emissione da domani avverrà alla pari (prezzo di 100), la cedola coinciderà inizialmente con il rendimento reale alla scadenza. Al termine del collocamento, la cedola potrà essere rivista al rialzo o rimanere invariata.
Confronto con BTp 2032 ordinario
Cerchiamo, adesso, di capire come impatterà questa decisione sugli investimenti delle famiglie.
La cedola del BTp Italia sarà pagata ogni 6 mesi in base all’andamento dell’inflazione nel periodo. Questa è calcolata seguendo l’indice FOI dell’ISTAT, al netto dei tabacchi. Se al termine del semestre l’indice risulterà superiore al suo valore iniziale, il Tesoro riconoscerà all’obbligazionista l’incremento percentuale che si andrà a sommare al tasso minimo garantito. Nel caso specifico, su base semestrale esso sarà dello 0,9250%.
Dunque, come si dovrebbero comportare le famiglie italiane in previsione del collocamento di domani? La risposta arriva dal confronto tra la cedola del BTp Italia appena fissata e il rendimento del bond del Tesoro con cedola fissa. Prendiamo il BTp 15 luglio 2032 con tasso annuo al 3,25% (ISIN: IT0005647265). In base alla quotazione sopra la pari, venerdì scorso chiudeva la seduta ad un rendimento del 3,16%. Questo significa che la cedola minima del BTp Italia offre un minore rendimento dell’1,30%.
Inflazione dato chiave
A questo punto, per valutare la convenienza o meno della nuova emissione, bisogna guardare all’inflazione. Se per i prossimi 7 anni fosse almeno pari o superiore all’1,30%, l’obbligazionista si troverebbe in possesso di un bond equivalente o migliore in termini di rendimento finale offerto. Al contrario, se fosse inferiore all’1,30%, meglio sarebbe optare per il bond del Tesoro con cedola fissa.
Tuttavia, nessuno a priori può conoscere quale sarà l’inflazione futura. Ci si rifà in questi casi alle aspettative d’inflazione, che si possono ricavare anche dal confronto tra i titoli di stato ordinari e quelli indicizzati con le medesime scadenze. Il BTp Italia 2030 con cedola 1,60% offre attualmente un rendimento reale in area 1,50% e che si confronta con il 2,75% offerto dal BTp 1 luglio 2030 con cedola fissa 2,95%. Questo ci prospetta un’inflazione media annua per i prossimi 5 anni intorno all’1,25%. I BTp€i, che sono indicizzati all’inflazione europea, ci esitano lungo la curva aspettative d’inflazione un po’ più alti, ma sempre sotto il target del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea.
Cedola BTp Italia, possibili brutte sorprese
Le aspettative non vanno considerate una verità assoluta. Possono sempre essere smentite dai fatti, com’è accaduto negli anni passati. Ad ogni modo, quando investiamo non possiamo che affidarci alle previsioni nostre personali o del mercato.
Dunque, la cedola del BTp Italia sarebbe stata fissata ad un livello tale da esitare un rendimento finale in area 3,10%. Sarebbe sostanzialmente in linea con il rendimento offerto già dal Tesoro con il bond a cedola fissa. E allora perché investire? Per ripararsi dalle possibili cattive sorprese in fatto di instabilità dei prezzi al consumo. Tra dazi, deglobalizzazione e tensioni geopolitiche, potrebbero non mancare nei prossimi anni.