Secondo il governatore portoghese Mario Centeno, la Banca Centrale Europea (BCE) dovrebbe abbassare i tassi di interesse anche “sotto il livello neutrale dell’1,50-2%” per tenere ancorate le aspettative d’inflazione. L’ex ministro delle Finanze ritiene che l’inflazione nell’Eurozona possa scendere sotto il 2% entro pochi mesi. A guardare l’andamento dei bond a lunga scadenza, sembra che il mercato obbligazionario sconti tutto un altro scenario. Chi ha ragione?
Taglio dei tassi BCE certo per giugno
Al prossimo board si discuterà non tanto del taglio dei tassi di giugno, che è considerato certo, quanto delle future mosse.
Avanza l’ipotesi di una pausa nel ciclo di allentamento monetario. La BCE ha tagliato i tassi per 7 volte dal giugno scorso e quasi certamente lo farà per un’ottava volta tra poche settimane. Il tasso sui depositi bancari scenderebbe al 2% dal 2,25% attuale. Era arrivato al 4% fino a meno di un anno fa. La Bundesbank sostiene la necessità di una successiva pausa.
Le divergenze di opinione rimarcano la solita suddivisione del board tra “falchi” e “colombe”, ma questa volta l’analisi è complicata dalla possibile dicotomia tra breve e medio-lungo termine. Se guardiamo al mercato obbligazionario, ci accorgiamo che i bond a lunga scadenza continuano a deprezzarsi e i loro rendimenti a salire. Il bond a 100 anni dell’Austria è sceso ai nuovi minimi storici, sotto i livelli toccati nell’ottobre del 2023. Il BTp 2072 vale meno di 58 centesimi, in prossimità dei minimi di marzo.
Divergenza tra breve e lungo periodo
A cosa si deve questo trend? Il mercato sconta il taglio dei tassi BCE, che si riflette in rendimenti a breve termine bassi.
Probabile che l’inflazione nell’Eurozona scenda sotto il 2% nei prossimi mesi, esattamente come sostiene Centeno. I dazi favoriscono il dirottamento delle merci sul mercato europeo, facendo pressione al ribasso sui prezzi. E l’euro forte contribuisce a ridurre i prezzi delle importazioni, mentre il caro energia si sta sgonfiando con petrolio e gas in ripiegamento.
Nel lungo periodo, però, le barriere doganali aumentano i costi di produzione, che a loro volta si ripercuotono negativamente sui prezzi. L’inflazione salirebbe strutturalmente. Ciò imporrà alle banche centrali di dosare bene gli attuali tagli dei tassi per evitare di disancorare le aspettative d’inflazione per il medio-lungo termine. Questo è il grido di allarme dei bond a lunga scadenza. C’è il timore che l’inflazione salga anche per il riarmo europeo, che si tradurrebbe in un aumento del deficit a sostegno dell’economia continentale.
Bond lunga scadenza segnale per BCE
Se la BCE tagliasse i tassi anche in estate dopo giugno, il rischio sarebbe che le aspettative d’inflazione nel lungo periodo si surriscaldino. I bond a lunga scadenza collasserebbero ancora di più, facendo impennare i rendimenti e segnalando il disancoramento. Francoforte sarebbe costretta a reagire rialzando i tassi e sarebbe un disastro. Scenario un po’ estremo, ma non improbabile.
L’idea sarebbe, quindi, di mettere in pausa il taglio dei tassi e riprenderlo per la fine dell’anno. Per allora il mercato avrebbe scontato la mossa con un raffreddamento delle aspettative. Il tasso sui depositi bancari scenderebbe fino all’1,75%, anche se non si esclude che si raggiunga l’1,50% entro i primi mesi dell’anno prossimo.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
