Un nuovo provvedimento interministeriale introduce un vincolo stringente per le famiglie che beneficiano dell’Assegno di Inclusione (Adi). La mancata frequenza scolastica da parte dei minori presenti nel nucleo familiare comporta la sospensione immediata del beneficio economico.
La misura, definita con un decreto congiunto dei Ministeri del Lavoro e dell’Istruzione, rappresenta un tassello operativo dell’articolo 2 del Decreto-Legge n. 48/2023, convertito nella Legge n. 85/2023.
La ratio normativa mira a rafforzare l’efficacia delle politiche di inclusione sociale, sottolineando l’importanza del diritto-dovere all’istruzione come elemento imprescindibile per accedere a strumenti di sostegno economico.
Il requisito scolastico per mantenere l’Adi (Assegno di inclusione)
Uno dei presupposti per accedere all’assegno di inclusione è l’effettiva osservanza dell’obbligo scolastico da parte dei componenti minorenni del nucleo familiare.
Il decreto attuativo chiarisce che l’adempimento dell’obbligo di istruzione deve essere documentato all’interno del Patto per l’Inclusione Sociale (PaIS), elemento chiave nel percorso di presa in carico del nucleo da parte dei servizi sociali territoriali.
Nel caso in cui venga accertata l’assenza di un titolo di studio o la mancata frequenza di una scuola dell’obbligo da parte di un minore, si attiva un meccanismo di verifica e responsabilizzazione familiare. I genitori o tutori legali hanno a disposizione un termine di sette giorni per regolarizzare la situazione, ovvero assicurare la ripresa dell’attività scolastica da parte del minore. Trascorso inutilmente tale periodo, si procede con la sospensione assegno inclusione.
Controlli e responsabilità dell’operatore sociale
Il compito di verificare il rispetto dell’obbligo scolastico spetta all’operatore sociale incaricato della gestione del PaIS.
Il decreto specifica che questo professionista, oltre a curare la stesura del patto personalizzato di inclusione, deve accertarsi che tutti i minori presenti nel nucleo familiare risultino iscritti e frequentanti un percorso scolastico conforme all’obbligo di istruzione.
A supporto di tale attività, l’operatore utilizza la piattaforma GePI (Gestione dei Patti per l’Inclusione Sociale), che integra una funzione dedicata per accedere ai dati relativi a titoli di studio e frequenza scolastica. In assenza di dati digitali aggiornati, l’operatore può richiedere ai genitori la consegna della documentazione attestante l’adempimento dell’obbligo scolastico entro un termine di dieci giorni.
Impegni familiari e servizi di supporto
Nel caso in cui, all’esito della verifica, venga confermata la violazione dell’obbligo scolastico, l’operatore sociale provvede ad aggiornare il PaIS inserendo uno specifico impegno da parte dei genitori volto a garantire il rientro tempestivo del minore nel circuito formativo. Il patto può inoltre prevedere misure accessorie a sostegno del nucleo, finalizzate non solo al recupero dell’inclusione scolastica del minore, ma anche al rafforzamento delle capacità genitoriali.
Tra queste misure rientrano servizi educativi, assistenza psicopedagogica, interventi di mediazione familiare e altri strumenti volti a rimuovere le cause profonde della dispersione scolastica. L’obiettivo è duplice: garantire l’effettività del diritto allo studio e assicurare la coerenza tra la finalità dell’Adi e il comportamento della famiglia beneficiaria.
La sospensione assegno inclusione come strumento di condizionamento
L’intervento normativo pone al centro un principio di condizionalità attiva: i benefici economici non possono essere separati da comportamenti coerenti con l’obiettivo di inclusione sociale. In questo senso, la sospensione assegno inclusione rappresenta un meccanismo sanzionatorio, ma anche educativo. Il mancato rispetto dell’obbligo scolastico non è più considerato solo una mancanza amministrativa, bensì una condizione di esclusione dall’accesso ai sostegni pubblici.
La scelta di subordinare il mantenimento dell’Adi alla frequenza scolastica dei minori assume un valore emblematico nel contesto delle politiche di contrasto alla povertà: non si tratta soltanto di erogare denaro, ma di promuovere attivamente percorsi di crescita e responsabilizzazione.
Beneficiari a rischio ADI
Per i nuclei familiari già in condizioni di fragilità economica e sociale, questa nuova disposizione rappresenta un incentivo forte a garantire la continuità educativa dei propri figli. Tuttavia, va sottolineato come la norma contempli anche un approccio di accompagnamento: la sospensione non è automatica né irreversibile. Il sistema prevede margini di flessibilità per consentire ai genitori di dimostrare la propria volontà di rientrare nella legalità. Ciò attraverso azioni concrete come l’iscrizione e la regolare frequenza scolastica del minore.
Nei casi più critici, gli operatori sociali possono attivare una rete di supporto che coinvolge scuole, servizi sanitari, associazioni del territorio e altri attori istituzionali. Con l’obiettivo di intervenire tempestivamente sulle situazioni di disagio.
Riassumendo
- L’assegno d’inclusione è sospeso se i minori non frequentano la scuola.
- La verifica scolastica spetta all’operatore sociale responsabile del patto d’inclusione.
- I genitori hanno sette giorni per regolarizzare la frequenza scolastica del minore.
- La piattaforma GePI supporta il controllo tramite dati su titoli e iscrizioni scolastiche.
- Il PaIS può includere impegni e servizi a supporto della famiglia e della genitorialità.
- La sospensione assegno inclusione mira a promuovere istruzione e responsabilità familiare.