El loco ce l’ha fatta ancora. Alle elezioni legislative di ieri in Argentina, il presidente Javier Milei ha riportato una vittoria schiacciante. Il suo partito della destra liberista La Libertad Avanza ha conquistato il 40,84% dei consensi contro il 31,64% della coalizione peronista. A seguito di questi risultati, salirà da 37 a 101 seggi alla Camera e da 6 a 20 al Senato. In palo a questo turno c’erano 127 e 24 seggi, rispettivamente la metà e un terzo del totale.
Inflazione e deficit successi per governo
Milei ha annunciato un rimpasto di governo dopo queste elezioni, che consentirà ai centristi di PRO, già alleati al Congresso, di avere i propri ministri.
La Casa Bianca si è congratulata per l’esito del voto. L’amministrazione Trump aveva messo a disposizione fino a 40 miliardi di dollari per agevolare la vittoria del suo alleato, di cui 20 sotto forma di swap e altrettanti di prestiti privati. Non è detto che ve ne sarà bisogno. I mercati dovrebbero reagire positivamente e riportare quella calma andata perduta un mese e mezzo fa, quando a sorpresa Milei aveva perso nella provincia di Buenos Aires con ben 14 punti di distacco a favore dei peronisti. Gli investitori temettero una disfatta alle elezioni di ieri, cosa che avrebbe minacciato l’agenda delle riforme.
In questi neppure due anni alla presidenza, egli ha contrastato efficacemente l’inflazione, scesa al ritmo mensile del 2% dal 25% al suo insediamento. Il bilancio pubblico è stato risanato, anche a costo di ingenti tagli a sussidi e investimenti. La povertà è scesa sotto i livelli ereditati dal governo peronista dopo essere risalita nel corso del 2024.

Avanti con le riforme
La vittoria netta di Milei alle elezioni gli consentirà di proseguire con le sue riforme e superare i veti del Congresso. La sua presidenza ne esce rafforzata. Gli analisti si aspettano una nuova svalutazione del cambio. Questi è stato tenuto sopravvalutato per sconfiggere l’inflazione. Probabile, però, che sarà di entità inferiore a quella che sarebbe occorsa nel caso di sconfitta. I rendimenti dei bond con la riapertura dei mercati dovrebbero scendere e la borsa di Buenos Aires salire.

Quanto determinante è stato il sostegno di Trump? Egli aveva minacciato il passo indietro nel caso in cui Milei avesse perso le elezioni. Diversi elettori potrebbero essersi convinti che voltargli le spalle non sarebbe stata la scelta più saggia. Tuttavia, la rimonta persino a Buenos Aires, ad appena un mese e mezzo dalla dura sconfitta, segnalerebbe che gli argentini non vogliono vanificare i sacrifici di questi anni. In fondo, l’attuale presidente sta cercando di raddrizzare una situazione che si trascina senza soluzione da diversi decenni, caratterizzata da sovra-indebitamento, alta inflazione, cambio al collasso e default frequenti.
Vittoria di Milei alle elezioni altra bruciante sconfitta per peronisti
Per i peronisti è un’altra sconfitta bruciante. Dopo avere perso il controllo del Congresso nel 2021, adesso controllano solo la provincia di Buenos Aires con il governatore ed ex ministro delle Finanze, Axel Kicillof. E dovrebbe essere proprio lui a sfidare Milei alle prossime elezioni presidenziali nel 2027. Il centro-sinistra esce screditato da decenni di malgoverno fondato su clientelismo e parassitismo sociale. Per questo l’ascesa politica di un leader “anarco-liberista” munito di motosega sembrava quasi uno scherzo fino alla clamorosa vittoria nel 2023.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

