L’Argentina lancia Bonte 2030, prima emissione internazionale in pesos in quasi 10 anni

Bonte 2030 è il primo bond internazionale in pesos dell'Argentina in quasi 10 anni, ma acquistabile in dollari. Prevista un'opzione put.
3 settimane fa
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Bonte 2030 in Argentina
Bonte 2030 in Argentina © Licenza Creative Commons

Arriva il Bonte 2030, primo bond internazionale emesso in pesos dall’Argentina in quasi un decennio e acquistabile in dollari. L’importo offerto in queste ore sarà di 1 miliardo di dollari. La notizia è stata annunciata dal ministro dell’Economia, Luis Caputo, e segnala una svolta per Buenos Aires e l’amministrazione di Javier Milei. L’operazione rientra negli accordi sottoscritti in aprile con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) per ottenere nuovi prestiti per 20 miliardi, di cui 12 già sborsati con una prima tranche. Tra le condizioni previste, la liberalizzazione del tasso di cambio e l’aumento delle riserve valutarie.

Obiettivo: aumento delle riserve centrali

Il cambio è da un mese e mezzo libero di fluttuare contro il dollaro all’interno di un range provvisoriamente fissato tra 1.000 e 1.400 pesos. Per quanto riguarda le riserve della banca centrale, l’obiettivo fissato dall’FMI consiste nel portarle al netto di swaps e debiti a -2,53 miliardi di dollari entro il 13 giugno. Al 21 maggio scorso stavano a -8,47 miliardi. Di fatto, il Bonte 2030 servirà proprio a rimpinguare le riserve. Gli analisti si aspettavano che la banca centrale acquistasse dollari direttamente sul mercato forex, ma il governo si è mostrato contrario. Teme che venga meno la sorprendente stabilità del cambio di questa fase e che ciò provochi l’accelerazione dell’inflazione con l’immissione di nuova moneta in circolazione.

Caratteristiche del Bonte 2030

Bonte 2030 arriva a scadenza il 30 maggio 2030. Tuttavia, gli obbligazionisti potranno avvalersi dell’opzione put, che consente loro di rivendere l’obbligazione già il 27 maggio 2027, vale a dire dopo due anni dall’emissione e in anticipo di tre rispetto alla scadenza ufficiale. La data per l’esercizio non è casuale, in quanto cade prima che inizi la campagna per le prossime elezioni presidenziali.

Un modo per tutelare i creditori da possibili turbolenze legate al ciclo elettorale.

Un obiettivo secondario del governo consiste nel far emergere i risparmi detenuti in dollari e che gli argentini tengono “sotto il materasso”. A tale proposito Caputo sta preparando una nuova legge fiscale per agevolare le dichiarazioni senza sanzioni pecuniarie e conseguenze penali. Un modo per rinvigorire l’economia argentina e al contempo contrastare l’ampio sommerso.

Pagamenti in pesos, rischio di cambio

Va precisato che, pur essendo acquistabile in dollari, Bonte 2030 effettuerà il pagamento delle cedole e del capitale solamente in pesos. Dunque, l’obbligazionista si assume il rischio di cambio. Quanto al tasso di cambio per regolare l’operazione, si è appreso che verrà fatto riferimento a quello vigente nella seduta di ieri. Pertanto, sarebbe di 1.156 pesos contro 1 dollaro. Si tratta di un livello ben inferiore al tetto fissato dei 1.400, segno che il mercato stia assegnando fiducia alla valuta emergente dopo l’eliminazione dei controlli ai capitali.

La liberalizzazione prevedeva anche il mancato acquisto di dollari da parte della banca centrale fintantoché il cambio non fosse sceso sotto il “floor” di 1.000 pesos. E il governo sta cercando di tenere fede alla promessa per mostrarsi il più possibile credibile con gli argentini e gli investitori stranieri.

Resta il fatto che, ammesso che l’emissione del Bonte 2030 andrà a buon fine, ci saranno altri 5 miliardi di dollari da trovare entro un paio di settimane. Vedremo in quali modalità.

Bonte 2030 per tagliare il debito estero

L’emissione di oggi rientra in una più ampia strategia di Milei, tesa a ridurre le esposizioni in dollari per rimpiazzarle con debito in valuta locale. Il mercato sembra apprezzare questa linea, tant’è che le quotazioni dei bond in valuta americana sono in rialzo. Tra azzeramento del deficit, riduzione dell’inflazione sotto il 3% mensile e rilancio della crescita economica, i risultati delle riforme del governo si stanno già vedendo. Questo spiega la capacità di Buenos Aires di emettere il Bonte 2030 dopo neanche un anno e mezzo dall’insediamento della nuova amministrazione. Ciò non toglie che la qualità del titolo resti “junk” e che il cambio in futuro possa giocare ancora brutti scherzi. Infine, il tasso di interesse sarà fissato al termine dell’operazione nelle prossime ore. Sarà un indizio forte di cosa pensi il mercato dell’Argentina.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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