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Oggi: 05 Dic, 2025

Detrazione della donazione alla parrocchia: requisiti, prove e pagamenti tracciabili

Donare alla propria parrocchia può essere un gesto d’amore e convenienza grazie alla detrazione fiscale del 19%.
1 mese fa
2 minuti di lettura
detrazione donazione
Foto © Licenza Creative Commons

Le donazioni a favore delle parrocchie rappresentano un gesto di solidarietà e sostegno alla comunità religiosa e al patrimonio culturale italiano. Tuttavia, non tutte le offerte consentono di usufruire della detrazione fiscale del 19% nella dichiarazione dei redditi.

La normativa stabilisce condizioni precise affinché la donazione sia considerata detraibile, legate soprattutto alla destinazione dei fondi e alla natura dei lavori finanziati.

Quando si può ottenere la detrazione per una donazione alla parrocchia

La detrazione della donazione alla parrocchia è riconosciuta solo in presenza di una finalità specifica: il contributo deve essere destinato a interventi di restauro o risanamento conservativo su edifici religiosi o strutture di pertinenza, a condizione che tali beni siano tutelati ai sensi del decreto legislativo n.

42 del 2004, noto come Codice dei beni culturali e del paesaggio.

In altre parole, non è sufficiente effettuare un’offerta generica alla parrocchia. Per poter accedere al beneficio fiscale, la somma donata deve contribuire in modo diretto a preservare un bene di valore storico, artistico o architettonico riconosciuto come patrimonio culturale.

Le condizioni stabilite dalla normativa

Secondo quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate nella risoluzione n. 133 del 2007 e successivi documenti di prassi, la detrazione spetta solo se sono rispettate alcune condizioni fondamentali:

  • finalità dell’erogazione: i fondi devono essere destinati a lavori di conservazione o restauro di chiese e dei loro annessi, non a spese di gestione o attività ordinarie della parrocchia;
  • bene culturale vincolato: l’immobile oggetto dei lavori deve essere sottoposto a tutela ai sensi del D.lgs. 42/2004, il che implica la sua iscrizione negli elenchi dei beni culturali;
  • tracciabilità del pagamento: la donazione deve essere effettuata con strumenti che permettano di identificarne la provenienza, come bonifico bancario, versamento postale o altri sistemi di pagamento tracciabili (carta di crediti, di debito, ecc.).

    Non serve fare il bonifico parlante come nei bonus edilizi.

Possibilità di donare beni in natura: la legge ammette anche la donazione di beni materiali, purché destinati allo stesso scopo e debitamente documentati. Questi requisiti servono a garantire la trasparenza dell’operazione e a impedire che la detrazione venga applicata a donazioni non finalizzate a interventi di interesse pubblico.

L’importanza della tracciabilità del pagamento

Uno degli aspetti centrali per ottenere la detrazione donazione parrocchia è la modalità con cui viene effettuato il versamento. Il pagamento deve sempre essere tracciabile, in modo che sia possibile risalire al soggetto donatore e all’ente beneficiario.

Strumenti validi sono il bonifico bancario o postale, i pagamenti con carte o altri mezzi elettronici che lasciano evidenza dell’operazione. Non è ammessa invece la donazione in contanti, perché non consente di dimostrare la provenienza e la destinazione del denaro.

In caso di controllo, la ricevuta del pagamento o l’estratto conto bancario rappresentano la prova necessaria per dimostrare la legittimità della detrazione in dichiarazione.

Donazioni in beni alla parrocchia e non solo in denaro: quando si può avere la detrazione

La normativa prevede che la detrazione donazione parrocchia possa essere riconosciuta anche quando il contributo non è in denaro ma consiste nella cessione di beni materiali.

In questi casi, il valore del bene donato deve essere determinato con criteri oggettivi e documentato in modo adeguato. Anche in tale ipotesi, la destinazione deve essere coerente con la finalità di restauro o risanamento di beni culturali vincolati.

Un esempio può essere la donazione di materiali edili, arredi sacri o opere artistiche necessarie per il recupero di una chiesa storica.

Differenza tra offerta libera e donazione alla parrocchia detraibile

È importante distinguere tra offerta libera alla parrocchia e donazione con finalità di restauro.
Le offerte spontanee effettuate durante la messa, per la gestione ordinaria della parrocchia o per attività pastorali, non rientrano tra le spese detraibili.

La detrazione spetta solo per le somme destinate a lavori di conservazione e recupero del patrimonio religioso riconosciuto come bene culturale. Questa distinzione è essenziale per evitare errori nella dichiarazione dei redditi e per comprendere la reale portata del beneficio fiscale.

Riassumendo

  • La detrazione del 19% spetta solo per donazioni destinate a restauri di beni culturali.
  • Gli interventi devono riguardare chiese o pertinenze tutelate dal D.lgs. 42/2004.
  • Il pagamento deve essere tracciabile: bonifico, versamento postale o metodi elettronici.
  • La detrazione vale anche per donazioni in beni destinati a restauri documentati.
  • Offerte generiche o in contanti non danno diritto ad alcun beneficio fiscale.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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