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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni: tutti i requisiti del 2026, 2027 e 2028 per data di nascita

Ecco la mappa delle pensioni per il 2026, 2027 e 2028, le novità, le date di nascita e i requisiti di chi esce.
2 mesi fa
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pensioni e contributi
Foto © Investireoggi

Come potremo andare in pensione nei prossimi anni?
La domanda che si pongono tantissimi nostri lettori è proprio questa. Ed è una domanda che, giorno dopo giorno, diventa sempre più attuale per via delle novità che il governo ha deciso di introdurre nella legge di Bilancio.
Novità che, con il passare delle settimane, si sono però ridotte praticamente a una sola: lo stop all’aumento di 3 mesi dal 2027 per lavori usuranti, gravosi e forse anche per chi, nel 2027, avrà già compiuto 64 anni di età.

Niente da fare invece per la pensione a 64 anni per tutti: nessuna nuova misura di questo tipo verrà inserita subito, nemmeno quella che prevedeva l’uso del TFR come veicolo.


E non ci sarà neppure la Quota 41 flessibile.
Ma allora, come si andrà in pensione nei prossimi anni?

Pensioni ordinarie, ecco cosa cambia dal 2026 al 2028 tra requisiti e vincoli

Quando si parla di pensioni ordinarie, si fa riferimento alle misure strutturali: la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata.
Nel 2026, la pensione anticipata sarà accessibile, come sempre, agli uomini che raggiungono 42 anni e 10 mesi di contributi e alle donne che ne maturano 41 anni e 10 mesi.

Resterà invariata la finestra mobile di 3 mesi, e non è previsto alcun limite di età per questa misura.
Dal 2027, però, è probabile un inasprimento di 3 mesi, che porterebbe i requisiti a 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne.
Tale incremento potrebbe essere eliminato per i lavori gravosi e usuranti o per chi, nel 2027, ha già 67 anni di età.

L’altra misura strutturale resta la pensione di vecchiaia, per la quale servono 67 anni di età e 20 anni di contributi.


Nel 2026 questa soglia rimarrà invariata, mentre per i contributivi puri continuerà a essere richiesto che l’importo della pensione non sia inferiore all’assegno sociale.

Dal 2027, invece, si prevede un inasprimento di 3 mesi — con alcune eccezioni per gravosi e usuranti — oppure un congelamento dell’età pensionabile, accompagnato però dall’introduzione di una finestra di decorrenza: di un mese nel 2027 e di due mesi nel 2028.

Nel 2026 potranno dunque uscire dal lavoro i nati nel 1959, con gli stessi requisiti attuali.
Per i nati nel 1960, che guardano quindi al 2027 per la loro pensione di vecchiaia, sarà necessario attendere le decisioni definitive del governo.

Pensione a 64 anni di età, ecco i requisiti 2026, 2027 e 2028

A 64 anni di età non è prevista alcuna nuova misura per i lavoratori con contributi misti, che continueranno quindi a non poter accedere a soluzioni di pensionamento anticipato, né tramite rendite di previdenza integrativa, né attraverso l’uso del TFR.

La pensione a 64 anni rimarrà, anche nel 2026 e negli anni successivi, una possibilità solo per chi ha il primo contributo previdenziale versato dopo il 1995.
In pratica, potranno usufruirne soltanto i contributivi puri nati fino al 1962, con almeno 20 anni di contributi e una pensione non inferiore a 3 volte l’assegno sociale.

Per le donne, invece, valgono parametri differenziati:

  • almeno 2,8 volte l’assegno sociale se hanno avuto un solo figlio;
  • almeno 2,6 volte se hanno avuto più figli.

Chi è nato nel 1955 e non è ancora in pensione, se rientra tra i contributivi puri, potrà andare in pensione nel 2026 a 71 anni di età, con almeno 5 anni di versamenti.
Lo stesso vale per i nati nel 1956 nel 2027 e per i nati nel 1957 nel 2028, a meno che l’incremento di 3 mesi legato all’aspettativa di vita non venga applicato anche alla pensione di vecchiaia contributiva.
Questa misura, come suggerisce il nome, riguarda solo chi non ha versamenti prima del 1996.

Ecco le prospettive dei prossimi anni

Dal momento che nella manovra non compaiono novità riguardanti la tanto discussa Quota 41 flessibile. Misura che avrebbe consentito l’uscita a 62 anni di età con 41 anni di contributi. Ma senza il ricalcolo contributivo previsto per Quota 103 — la conclusione è chiara:
il governo confermerà proprio Quota 103.

Si potrà quindi uscire a 62 anni di età (nati nel 1964 per il 2026), con il ricalcolo contributivo della prestazione.
Non cambia dunque il calcolo dell’importo e non ci sarà alcun taglio lineare, come si temeva con il passaggio a Quota 41 flessibile.

Per chi è nato nel 1963 resterà attiva anche la pensione con Ape Sociale, riservata a invalidi, caregiver, disoccupati e addetti a lavori gravosi. Con uscita anticipata a 63 anni e 5 mesi e 30 o 36 anni di contributi.
Le stesse categorie continueranno ad avere accesso anche alla pensione con Quota 41 precoci. Misura ormai strutturale e non soggetta a riconferma annuale, che resterà quindi attiva anche nel 2027 e nel 2028.

Infine, è attesa la conferma di Opzione Donna.
Nel 2026 potranno uscire le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2025 avranno completato almeno 35 anni di contributi e 59 anni di età.
La misura si rivolge a donne licenziate o dipendenti di aziende in crisi, nonché a caregiver o invalide con almeno due figli.
Con un solo figlio, l’età sale a 60 anni, mentre senza figli a 61 anni.
Tutti questi requisiti dovranno essere maturati entro la fine del 2025 per consentire l’uscita nel 2026.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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