Sono in arrivo importanti novità in tema di controlli fiscali. A prevederle è l’emendamento, al decreto Fiscale (DL n. 84/2025), approvato dalla Commissione Finanze della Camera. Per l’entrata in vigore, tuttavia, bisognerà attendere che l’iter di conversione in legge del decreto giunga a termine.
I controlli fiscali sono tra le preoccupazioni quotidiane per chi svolge soprattutto attività d’impresa. Dunque, per chi ha partita IVA. Ma lo sono anche per i contribuenti c.d. privati. Le strade per fare i controlli sono diverse e variano a seconda del tipo di violazione che si va a contestare.
I controlli fiscali leggeri
L’Agenzia Entrate effettua controlli fiscali da remoto, in genere.
Si verificano dichiarazione dei redditi confrontandole con i dati in proprio possesso (fatture elettroniche, scontrini telematici, ecc.). Il fisco può controllare anche le movimentazioni sul proprio c/c ed in alcuni casi anche sul c/c dei familiari.
Le verifiche da remoto, se danno esito negativo, portano all’emissione di comunicazioni al contribuente. Dagli avvisi bonari alle lettere di compliance fino agli avvisi di accertamento.
Con l’avviso bonario, ad esempio, il fisco comunica al contribuente di aver riscontrato delle irregolarità nella propria dichiarazione dei redditi e lo invita:
- a mettersi in regola, pagando il dovuto entro 60 giorni (con sanzione ridottissima);
- oppure a fornire, entro 60 giorni, informazioni e documentazione a propria discolpa.
Con le lettere di compliance, invece, l’Agenzia Entrate, invita alla collaborazione il contribuente. Ad esempio, il contribuente può ricevere una lettera di compliance invitando a fare la dichiarazione IVA tardiva prima che si configuri omissione.
Le verifiche dirette in sede: arrivano novità
Ci sono poi casi (fondati) in cui l’Agenzia Entrate, oppure anche la Guardia di finanza, decidano di effettuare controlli fiscali direttamente dal contribuente.
È il caso di accessi, ispezioni e verifiche fatte nella sede dell’impresa. Che sia un bar, un ristorante, un’azienda della grande distribuzione, o anche un’associazione culturale.
Gli accessi, le ispezioni e le verifiche possono estendersi anche presso la sede del consulente fiscale che assiste l’impresa. È il caso in cui tutti o parte dei libri contabili non sono presenti in sede ma si trovano dal commercialista, consulente del lavoro, ecc.
Ed è proprio in tema di verifiche fiscali in azienda e presso gli studi professionali che l’emendamento al decreto fiscale prevede novità.
Arriva “l’obbligo” di indicare e motivare adeguatamente le circostanze e le condizioni che vanno a giustificare l’accesso. Ci sarà da definire il significato di “adeguatamente” e le modalità in cui le motivazioni dovranno essere indicate.
Si aspetta dunque di conoscere il contenuto definitivo della misura, a cui certamente seguirà un provvedimento dell’Amministrazione finanziaria. Intanto ciò che si conosce per adesso è che la novità andrà in vigore con riferimento ai controlli fiscali che ci saranno dopo entrata in vigore della legge di conversione del decreto fiscale. Sono fatti salvi i controlli eseguiti prima di tale data e primi dell’adeguata motivazione.
Novità controlli fiscali: svolta positiva o negativa?
L’introduzione dell’obbligo di indicare e motivare adeguatamente le circostanze che giustificano l’accesso presso le sedi aziendali o degli studi professionali rappresenta una svolta significativa nei rapporti tra contribuenti e amministrazione fiscale.
Tale novità potrebbe determinare un rafforzamento delle garanzie per imprese e professionisti, i quali potranno conoscere fin da subito le ragioni dell’intervento ispettivo, migliorando così la trasparenza delle attività di controllo.
Al tempo stesso, si ridurranno eventuali margini di discrezionalità nell’azione dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di finanza. Tuttavia, molto dipenderà da come verrà definito, in concreto, il concetto di “adeguata motivazione” e dalle modalità operative che l’Amministrazione adotterà.
Se applicata in modo efficace, la misura potrebbe favorire una maggiore collaborazione tra fisco e contribuenti, incentivando la compliance preventiva. Rimane comunque fondamentale chiarire che la nuova disciplina non si applicherà retroattivamente: tutti i controlli effettuati prima dell’entrata in vigore della legge resteranno validi, anche se privi di motivazione.
Riassumendo
- Controlli fiscali riguardano imprese, partite IVA e anche contribuenti privati.
- Verifiche da remoto su dichiarazioni, fatture elettroniche e movimenti bancari.
- Esiti negativi portano ad avvisi bonari, lettere di compliance o accertamenti.
- Controlli anche in sede aziendale o dal consulente, se mancano documenti fiscali.
- Novità fiscali in arrivo con emendamento al Decreto Fiscale n. 84/2025.
- Nuovo obbligo di motivare adeguatamente gli accessi fiscali in azienda e studi.