Questo fine settimana, dal Circo Massimo di Roma, il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, ha lanciato alcune proposte e ha fatto un accorato appello, passati quasi del tutto inosservati tra la grande stampa, ma che se avessero un qualche fondamento di verità, dovrebbero al contrario allarmarci. Sappiamo che il leader pentastellato ha proposto un referendum per l’uscita dell’Italia dall’euro, confermando una sua promessa già fatta in campagna elettorale nel 2013 per le elezioni politiche. I più hanno ironizzato sull’incostituzionalità (palese) della proposta, ma ciò che rileva è che questa potrebbe avere ugualmente ripercussioni dirompenti per l’Italia.

Oltre a Grillo, sono schierati per l’uscita dall’euro anche la Lega Nord e con maggiore prudenza Fratelli d’Italia, mentre pare che lo stesso ex premier Silvio Berlusconi stia rilanciando proprio su questo punto, consapevole che il tema attira consensi e simpatie elettorali.   APPROFONDISCI – Beppe Grillo annuncia un referendum sull’Euro e attacca Bruxelles Paolo Cardenà: l’Italia esca dall’euro. Non esclusi ristrutturazione del debito e prelievo forzoso   Quasi certamente non ci sarà mai una maggioranza in Parlamento, in grado di far approvare anche solo un ordine del giorno per dibattere l’uscita dall’Eurozona del nostro paese. Tuttavia, se la raccolta firme per celebrare il referendum dovesse avere successo, cioè se saranno milioni gli italiani che con la loro firma dimostreranno alla politica di essere stufi della moneta unica, il discorso potrebbe cambiare. Perché i mercati, che nei prossimi mesi saranno sempre più alla ricerca di elementi di differenziazione tra paese e paese, borsa e borsa, titolo e titolo, potrebbero convincersi che la certezza di una permanenza dell’Italia nell’Eurozona non vi sia più, che nel paese monti un clima anti-euro e che le previsioni fosche per la nostra economia per i prossimi anni non faranno che rafforzare questo trend.
E ricordiamo che tra agosto e settembre, l’Italia ha visto fuggire ben 67,3 miliardi, di cui la metà sono andati a finire in Germania, il deflusso di capitali più allarmante dai mesi bui della crisi dell’euro. E il fenomeno ha riguardato solo il nostro paese, a conferma che abbiamo una specificità nostra tutta negativa, in questa fase.   APPROFONDISCI – Fuga di capitali dall’Italia: -67 miliardi in 2 mesi. Arriva un nuovo attacco finanziario?  

L’appello di Grillo

Inoltre, Grillo si è appellato agli italiani, invitandoli a vendere le obbligazioni bancarie e a non tenere in banca conti sopra i 100 mila euro, sostenendo che l’Italia starebbe fallendo. Che senso hanno questi inviti? La vendita dei bond bancari e l’invito alle famiglie a smobilizzare i depositi sopra i 100 mila euro sarebbero la conseguenza di un prelievo forzoso in programma a breve o la conoscenza di una qualche forma di ristrutturazione del debito pubblico in arrivo. Sappiamo, infatti, che i depositi fino a 100 mila euro non potrebbero essere toccati, nei casi di crac bancari, anche se potrebbero essere intaccati da un prelievo forzoso, perché la garanzia copre solo dal rischio fallimento, non anche dalla tassazione.   APPROFONDISCI – Prelievo forzoso, manovra da 20 miliardi e arrivo della Troika. E’ un incubo o la verità?   Ora, due le cose: o Grillo, in qualità pur sempre di leader del primo partito italiano – stando ai risultati delle elezioni politiche del 2013 – è a conoscenza di fatti e di intenzioni del governo, che non sono noti del tutto all’opinione pubblica, oppure ha “sparato” alcune provocazioni. Nel primo caso, non si capirebbe perché mai il suo partito non dovrebbe cavalcare la protesta, avendo conoscenza di informazioni molto “sensibili”. Ma oltre alla boutade, potrebbe anche essere il fiuto di chi sta di fatto in politica a suggerirgli che sarebbe in arrivo qualcosa di clamoroso per l’Italia.

In ogni caso, le dichiarazioni di Grillo non dovrebbero essere archiviate come semplici provocazioni. Se non fossero affatto fondate, dovremmo solo sperare che nessun investitore vi dia ascolto, altrimenti faremmo malissimo a sottovalutare la possibile reazione dei mercati, che sia pure lenta, potrebbe essere micidiale nei mesi.