Il welfare aziendale, inteso come insieme di iniziative finalizzate a migliorare il benessere del lavoratore e della sua famiglia, prevede un importante strumento di sostegno. Il rimborso delle spese per l’assistenza di parenti anziani o non autosufficienti.
Questa misura, oltre ad avere un rilevante impatto sociale, presenta anche vantaggi fiscali significativi. Il quadro normativo è ben definito e consente ai datori di lavoro di offrire un supporto concreto ai dipendenti, nel rispetto dei requisiti stabiliti dalla legge.
La cornice normativa: cosa stabilisce il TUIR per il welfare aziendale
Il punto di riferimento per comprendere come funziona il rimborso delle spese assistenziali nel contesto del welfare aziendale è l’articolo 51, comma 2, lettera f-ter del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).
Secondo tale disposizione, sono esenti da imposizione fiscale tutte le somme o prestazioni che l’azienda eroga – in modo diretto o tramite terzi – ai lavoratori, o a determinate categorie omogenee di essi, per favorire l’accesso a servizi destinati all’assistenza di familiari non autosufficienti o anziani, come definiti dall’articolo 12 dello stesso TUIR.
Ciò significa che tali benefici non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente, a condizione che rispettino le finalità e i limiti delineati dalla normativa. Il welfare aziendale in esame deve essere tenuto distinto dai c.d. permessi 104, che sono cosa diversa.
I familiari destinatari dell’assistenza: chi rientra
Affinché le spese siano rimborsabili e possano rientrare tra i servizi di welfare aziendale non imponibili, è necessario che il familiare assistito presenti una condizione di non autosufficienza o appartenga alla categoria degli anziani, secondo quanto stabilito dalla legge fiscale.
In particolare, la definizione di “familiare” segue quanto indicato dall’art. 12 del TUIR, che include il coniuge, i figli, i genitori, i suoceri, i generi, le nuore, i fratelli e le sorelle, a prescindere dalla convivenza e dall’effettiva percezione di un carico fiscale. Tuttavia, è essenziale che la persona sia certificata come non autosufficiente, ovvero che abbia bisogno di assistenza per lo svolgimento delle normali attività quotidiane.
Quali spese possono essere rimborsate
Tra le spese che possono essere oggetto di rimborso figurano diversi servizi riconducibili all’assistenza quotidiana e sanitaria del familiare in condizione di fragilità. Nello specifico, la normativa ammette:
- i compensi corrisposti a badanti e operatori specializzati nell’assistenza domiciliare o personale;
- le prestazioni di supporto per le attività di vita quotidiana, come l’aiuto nell’alimentazione, nell’igiene personale o nella mobilità;
- i servizi erogati durante il ricovero in strutture sanitarie o residenze assistite, qualora si tratti di assistenza specifica e diretta alla persona.
Il focus della misura non è tanto sul luogo in cui viene fornita l’assistenza (domicilio, casa di riposo, clinica), quanto sull’effettiva finalità della prestazione: se l’intervento è rivolto al benessere individuale e personale del familiare non autosufficiente, allora può beneficiare dell’esenzione fiscale.
Casa di riposo e assistenza personale: quando è ammesso il welfare aziendale
Uno dei dubbi più frequenti riguarda la possibilità di usufruire del rimborso quando il familiare è ospite di una casa di riposo.
Anche in questo caso la normativa è chiara: la detassazione è consentita anche qualora il servizio di assistenza sia svolto all’interno di una struttura residenziale, a patto che si tratti di prestazioni specifiche rivolte alla cura e al supporto personale dell’assistito.
Ad esempio, rientrano nei rimborsi agevolabili i servizi forniti da operatori socio-sanitari incaricati di assistere il familiare nelle attività quotidiane, anche se quest’ultimo vive stabilmente in una RSA. In questo scenario, il costo dell’assistenza può essere rimborsato dal datore di lavoro nell’ambito di un piano di welfare aziendale, restando escluso dalla base imponibile del lavoratore.
Come funziona in pratica: strumenti e limiti
Per attivare correttamente questa forma di rimborso, l’azienda deve prevedere nel proprio piano di welfare l’erogazione di tali benefici, definendo le modalità operative per il riconoscimento delle spese e l’ambito soggettivo dei destinatari.
In genere, i lavoratori devono presentare documentazione idonea a dimostrare:
- la condizione di non autosufficienza del familiare (certificazione medica, verbali di invalidità, ecc.);
- la natura del servizio erogato (fatture, contratti di prestazione, ricevute fiscali);
- il rapporto di parentela con la persona assistita.
Non esistono limiti quantitativi predeterminati dalla legge per l’importo massimo delle somme detassate, ma è necessario che i benefit siano offerti a una platea di lavoratori omogenea, evitando trattamenti discriminatori. Inoltre, per mantenere il regime di favore, le somme devono essere impiegate per finalità specifiche e non convertibili in denaro o in altre forme alternative.
Welfare aziendale per l’assistenza a disabili e anziani: vantaggi per lavoratori e imprese
Il rimborso delle spese per l’assistenza familiare si inserisce tra le misure più virtuose del welfare aziendale, in quanto:
- supporta i lavoratori nella gestione delle esigenze familiari, spesso molto gravose sotto il profilo emotivo ed economico;
- incentiva la conciliazione tra vita lavorativa e responsabilità di cura, migliorando il clima organizzativo;
- consente un risparmio fiscale sia per l’azienda, che deduce il costo dell’erogazione, sia per il dipendente, che non vede incrementato il proprio reddito imponibile;
- promuove l’inclusione e la solidarietà intergenerazionale, valorizzando il ruolo dell’impresa come soggetto attivo nella tutela dei più fragili.
Riassumendo
- Il TUIR consente rimborsi esenti per assistenza a familiari anziani o non autosufficienti.
- I familiari devono rientrare tra quelli previsti dall’art. 12 del TUIR.
- Sono ammesse spese per badanti, igiene, alimentazione e mobilità.
- Il beneficio vale anche in casa di riposo, se c’è assistenza personale diretta.
- Serve documentazione che attesti parentela, non autosufficienza e natura dei servizi.
- Il rimborso migliora benessere aziendale e offre vantaggi fiscali a imprese e lavoratori.