DSU e ISEE sono due acronimi fondamentali. Il primo indica la Dichiarazione Sostitutiva Unica, una sorta di atto notorio che consente di riportare i dati necessari per ottenere l’ISEE. L’ISEE, invece, è l’acronimo di Indicatore della Situazione Economica Equivalente del nucleo familiare. Questo indicatore serve per accedere a bonus, sussidi e agevolazioni. Ma l’ISEE ha un ruolo anche per quanto riguarda le cartelle esattoriali? La domanda è piuttosto frequente.
“Buonasera, ho circa 8.000 euro di cartelle esattoriali. Non ho aderito a sanatorie e rottamazioni perché non ho soldi. Mi chiedevo se il fatto che ho un ISEE pari a zero, non avendo intestato case e immobili, né stipendio o pensioni, e avendo solo mio figlio a carico, mi agevola per le cartelle esattoriali.
Esistono agevolazioni al riguardo per chi ha un ISEE come il mio?”
Un ISEE basso incide sulle cartelle esattoriali? Ecco come usare la DSU per alcuni vantaggi
Il 2025, a partire da gennaio, ha portato importanti novità sia per la riscossione delle cartelle esattoriali che per quanto riguarda ISEE e DSU.
Per quanto concerne le cartelle, si è trattato di una vera e propria riforma della riscossione, che ha incluso cambiamenti nelle rateizzazioni, con l’estensione dei piani di dilazione ordinari. Questi ultimi, a partire da quest’anno, possono prevedere durate più lunghe.
Per l’ISEE, la principale novità è l’esclusione dal calcolo dell’indicatore dei titoli di Stato, dei Buoni Fruttiferi Postali e dei Libretti di Risparmio postali. In altre parole, sono escluse tutte le forme di risparmio garantite dallo Stato, fino a una soglia di 50.000 euro per nucleo familiare.
Novità ISEE e novità cartelle esattoriali, ecco cosa cambia e a vantaggio di chi
Da un lato, sono stati agevolati i contribuenti con numerose cartelle esattoriali, che oggi possono richiedere piani di rateizzazione più lunghi e accessibili, a condizione che ogni rata non sia inferiore a 50 euro.
Le rate passano così a un massimo di 84 mensilità (contro le 72 precedenti in vigore fino al 2024).
Dall’altro lato, grazie alla modifica dell’ISEE, l’indicatore si abbassa, facilitando l’accesso a bonus, sussidi e agevolazioni per chi si trova in difficoltà economica.
Tuttavia, il collegamento tra ISEE e cartelle esattoriali, nel senso della possibilità di non pagare le cartelle in base all’ISEE, non produce reali vantaggi. Il nostro lettore, infatti, sembra chiedere se sia possibile non saldare il debito sfruttando un ISEE pari a zero.
La risposta, in questo senso, è negativa.
Esistono certamente strumenti come le leggi sul sovraindebitamento, che aiutano chi si trova in condizioni economiche gravemente compromesse, ma si tratta di procedure specifiche, che non dipendono direttamente dall’ISEE.
Ecco come dimostrare la propria difficoltà per avere 120 rate mensili
Come accennato, oggi è possibile chiedere un piano di rateizzazione fino a 84 mesi (7 anni), senza dover fornire motivazioni o documentazione specifica. Questo significa che la richiesta può essere presentata indipendentemente dalla DSU o dall’ISEE.
Tuttavia, l’ISEE può comunque rivelarsi utile in un altro caso: ottenere una dilazione ancora più lunga, fino a 120 rate mensili (10 anni).
Per accedere a questa estensione, il contribuente (persona fisica o piccolo lavoratore autonomo) deve dimostrare all’Agenzia delle Entrate Riscossione di trovarsi in condizioni economiche critiche. In questo scenario, un ISEE molto basso può rappresentare la prova documentale sufficiente per l’accoglimento della richiesta.
In sintesi:
- Fino a 84 rate → richiesta semplice, senza documentazione.
- Fino a 120 rate → richiesta motivata, con allegazione dell’ISEE come prova di difficoltà economica.