“Abbiamo in mente uno Stato alleato delle imprese e dei lavoratori, ma anche uno Stato amico di famiglie e cittadini. Per questo abbiamo voluto inserire in manovra un pacchetto di norme che abbiamo denominato tregua fiscale. Nessun condono o colpo di spugna, nella manovra ci sono solo norme di buon senso e vantaggiose per lo Stato, per le famiglie e per le imprese” – Fonte Adnkronos.
Queste sono le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un videomessaggio all’assemblea di Confesercenti.
Analizzando il testo della Legge di bilancio 2023, viene subito all’occhio il corollario di misure che permettono ai contribuenti di mettersi a posto con il Fisco sanando irregolarità commesse a qualsiasi livello: è possibile pagare in via agevolata, sanzioni al 5%, le imposte non versate con la dichiarazione dei redditi, gli avvisi bonari, le cartelle esattoriali con la rottamazione-quater, anche per chi non ha pagato le vecchie sanatorie. Infine, il contribuente può decidere di chiudere, anch’esse in via agevolata, le cause tributarie in cui è controparte l’Agenzia delle entrate.
Tutta queste misure insieme in un unico provvedimento, la Legge di bilancio 2023, non si erano mai viste.
Soffermiamoci sulla possibilità di sanare le imposte non versate con la dichiarazione dei redditi, nei fatti parliamo del c.d. ravvedimento speciale.
La Legge di bilancio 2023. Le misure della tregua fiscale
La Tregua fiscale, si compone di una serie di interventi che possono essere di seguito riassunti:
- definizione agevolata avvisi bonari, art.38;
- regolarizzazione irregolarità formali, art.39;
- ravvedimento speciale, art.40;
- adesione agevolata e definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento, art.41;
- definizione agevolata delle controversie tributarie, art.42;
- conciliazione agevolata delle controversie tributarie, art.43;
- rinuncia agevolata dei giudizi tributari pendenti in Cassazione, art.44;
- regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate dovute a seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo/mediazione e conciliazione giudiziale, art.45;
- stralcio dei debiti fino a 1.000 euro, art. 46;
- rottamazione-quater, art.47.
Sanabili anche le imposte dovute con la dichiarazione dei redditi
Possono essere sanate anche le imposte non pagate e risultanti dalla dichiarazione dei redditi.
In particolare, le violazioni oggetto di ravvedimento speciale sono quelle riferite alle dichiarazioni relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e a quelli precedenti. La condizione di partenza per accedere al ravvedimento speciale è che le violazioni non siano state già contestate dal Fisco alla data del versamento del dovuto (in unica soluzione o alla prima rata). Possono essere oggetto di ravvedimento speciale non solo le violazioni afferenti strettamente la dichiarazione dei redditi (omessi versamenti, dichiarazione infedele) ma anche le violazioni quali l’omessa fatturazione. Ci sono, invece, dubbi sulla omessa dichiarazione. Qui servirà uno specifico chiarimento da parte del Fisco.
Per sanare la propria posizione, il contribuente dovrà pagare:
- l’imposta,
- gli interessi
- le sanzioni.
Attenzione, le sanzioni saranno ridotte a 1/18 del minimo edittale irrogabile. Il versamento può avvenire in un’unica soluzione o a rate; la regolarizzazione si perfeziona con il versamento di quanto dovuto ovvero della prima rata entro il 31 marzo 2023.
Sulle rate successive alla prima, da versare, rispettivamente, entro il 30 giugno, il 30 settembre, il 20 dicembre e il 31 marzo di ciascun anno, sono dovuti gli interessi nella misura del tasso legale.
La regolarizzazione non può riguardare l’emersione di attività finanziarie e patrimoniali costituite all’estero. Dunque, il quadro RW non può essere sanato.