TFR in mano all’Inps e addio anticipo neanche per salute: cosa cambia

TFR sotto gestione INPS: niente più anticipi per cure mediche o altre necessità. Ecco tutte le possibili novità in arrivo.
1 mese fa
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TFR salute
Foto © Pixabay

Importanti cambiamenti in vista per quanto riguarda il TFR. Come canta Irene Grandi con il brano La cometa di Halley: “Io ti dico addio, tu mi dici ciao. Io ti dico addio, tu mi dici ciao. Hello, Goodbye, Hello”.

Come una cometa che passa una volta ogni tanto e poi scompare per anni, ci sono diritti che brillano per un momento e poi sembrano svanire nel buio del cielo normativo. Un saluto che a breve potrebbe riguardare qualcosa di molto più terreno, ovvero il TFR.

A tal proposito è giunto il quesito di un nostro lettore che ci chiede:

“Buongiorno, mi chiamo Simone. Vi contatto perché ho letto che potremmo dire addio al TFR così come lo conosciamo, perché passerà tutto all’Inps e non si potrà più chiedere l’anticipo, nemmeno per motivi urgenti. È davvero così? Ma allora che senso ha chiamarlo Trattamento di Fine Rapporto, se di fatto non possiamo più usarlo prima della pensione? Grazie in anticipo per la risposta”.

TFR in mano all’Inps e addio anticipo neanche per salute: cosa cambia

Il TFR è una somma che molti hanno imparato a considerare come una riserva di sicurezza, un salvagente da usare in momenti di difficoltà, come una spesa imprevista, un’emergenza sanitaria o semplicemente come un aiuto per affrontare il futuro con maggiore tranquillità. Ma adesso, con il passaggio della gestione all’Inps e lo stop agli anticipi potremmo dover dire sul serio addio al TFR. Ma cosa cambia davvero? E soprattutto cosa comporta per chi lavora, risparmia o semplicemente sperava di contare su queste somme in un momento di bisogno?

Ebbene, il sistema pensionistico è sotto pressione e lo Stato starebbe valutando nuove soluzioni per garantire pensioni sostenibili.

Una delle proposte più discusse, effettivamente, riguarda il Trattamento di Fine Rapporto. In pratica l’idea è quella di lasciare il TFR maturato dai lavoratori nelle casse dell’INPS. Questo permetterebbe di generare rendite da usare al momento della pensione, magari per anticiparne l’uscita o per integrare l’assegno. Non si tratterebbe di un fondo separato o di una nuova banca pubblica, bensì di una gestione interna al sistema previdenziale esistente.

TFR pubblico tra vantaggi promessi e rischi reali

Il nodo centrale della questione, come sottolineato dal nostro lettore, riguarda la possibilità di chiedere un anticipo sul TFR. Attualmente i lavoratori possono accedere a una parte del trattamento maturato per far fronte a spese sanitarie straordinarie, per acquistare o ristrutturare la prima casa, per assistere un familiare o per finanziare percorsi di formazione professionale. Tutti questi scenari rappresentano oggi occasioni in cui il TFR funge da riserva utile nei momenti di difficoltà o investimento.

Con la riforma, però, queste opzioni verrebbero cancellate. Il TFR diventerebbe un capitale vincolato, non più disponibile durante la vita lavorativa, ma solo al momento del pensionamento. In pratica, verrebbe meno la funzione di “paracadute” che per anni ha rappresentato una forma concreta di tutela personale per milioni di lavoratori.

Secondo i promotori della riforma, trattenere il TFR nel sistema pubblico porterebbe con sé diversi vantaggi. Il principale è dato dalla possibilità di garantire una maggiore flessibilità nell’uscita dal lavoro, specie per chi si trova bloccato da criteri troppo rigidi. In più i fondi resterebbero sotto la gestione pubblica, evitando logiche speculative e potrebbero essere usati per integrare la pensione, offrendo così una maggiore sicurezza futura.

Tuttavia, non mancano le criticità. La più evidente riguarda la perdita della libertà di utilizzo del TFR, che diventerebbe un risparmio forzato, non più disponibile in caso di bisogno. C’è anche chi teme ritardi nell’erogazione o difficoltà nella gestione centralizzata. Oltre al fatto che il lavoratore avrebbe meno controllo sul proprio denaro.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

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