In Sudafrica è finita un’era, gli eredi di Mandela devono scegliere con chi allearsi per governare

I primi risultati elettorali in Sudafrica confermano le previsioni: il partito che fu di Nelson Mandela non ha più la maggioranza assoluta.
6 mesi fa
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Sudafrica a rischio instabilità politica dopo le elezioni
Sudafrica a rischio instabilità politica dopo le elezioni © Licenza Creative Commons

I risultati completi delle elezioni saranno diramati “entro domenica”, stando alla commissione elettorale indipendente, ma quando lo spoglio è arrivato a metà dei voti, le indicazioni appaiono chiare: l’African National Congress (ANC) non avrà la maggioranza assoluta dei seggi in Assemblea Nazionale per la prima volta dalla fine dell’apartheid in Sudafrica. Il partito che fu di Nelson Mandela e che ha vinto sempre le elezioni dal 1994 avrebbe conquistato tra il 42% e il 43% dei voti, ben sotto il 57,5% del 2019. All’apice del successo, nel 2004, ottenne poco meno del 70%.

Il suo principale rivale è Alleanza Democratica (AD), formazione di centro-destra guidata da John Steenhuisen, accreditato sinora del 23-24%. A seguire troviamo l’MKP di Jacob Zuma, ex presidente e leader dell’ANC, quasi all’11%. In quarta posizione i marxisti di EFF con quasi il 10%.

Dilemma alleanze

E’ la fine di un’era per il Sudafrica. Per la prima volta l’ANC non potrà governare da solo. Avrà bisogno di almeno un alleato per rieleggere Cyril Ramaphosa, il presidente uscente. E il dilemma è adesso con chi allearsi. I mercati, che nelle settimane scorso avevano sorriso all’idea che si andasse verso un governo di coalizione, da ieri sono in fibrillazione. Il rand sudafricano ha perso il 2% contro il dollaro sullo scenario di un’alleanza tra ANC e almeno uno dei partiti alla sua sinistra. MKP e EFF hanno posizioni ancora più socialisteggianti sull’economia e non solo.

Destra apre a trattative con ANC

Per evitare una simile prospettiva, ieri dall’AD è arrivato un segnale di apertura. “Faremo il possibile per impedire questo scenario da incubo”, hanno dichiarato dal quartier generale in cui si sta seguendo lo scrutinio. Si tratterebbe di dare vita a un’alleanza innaturale, data la divergenza di valori e programmi. Tuttavia, sarebbe la prospettiva migliore per il Sudafrica, che tornerebbe a politiche pro-business e pragmatiche dopo decenni di statalismo e corruzione dilagante nelle istituzioni.

Il punto è che l’ANC potrebbe rifiutarsi di accettare un accordo con questa parte dell’opposizione. AD è percepito come il partito “dei bianchi”, minoranza che vale il 20% dell’intera popolazione.

La svolta politica farà bene al Sudafrica, dove l’inamovibilità dell’ANC ha prodotto inefficienza, clientelismo, assistenzialismo e tanta corruzione. Pur essendo l’economia più industrializzata del continente, ha da molto tempo tassi di crescita bassi. E nelle classifiche internazionali scivola per grado di libertà economica. L’immagine del paese è negativa all’estero anche per l’elevatissimo tasso di criminalità. Il tasso di omicidi risulta il più alto al mondo.

In Sudafrica finito monopolio del potere targato ANC

Un accordo con Zuma o l’altro partito di estrema sinistra finirebbe per aggravare le condizioni economiche del Sudafrica. L’unico aspetto positivo sarà, in ogni caso, costringere l’ANC a trattare con altre formazioni e ad uscire fuori dal proprio recinto elettorale e mentale. Non a caso Mandela nel 1994 preferì presiedere un governo di riconciliazione, che includeva l’ex presidente Frederik de Klerk. Un modus operandi non più seguito dai suoi successori nelle legislature successive. I pessimi risultati di questi decenni di governi solitari inducono a sperare che un qualche visibile miglioramento possa aversi con la fine del monopolio del potere dell’ANC.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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