Martedì e ieri, la Federal Reserve ha tenuto l’ultima riunione per quest’anno del FOMC, il suo braccio di politica monetaria. E il governatore Jerome Powell ha annunciato un nuovo rialzo dei tassi FED dello 0,50% al range del 4,25-4,50%. Si tratta del livello più alto raggiunto dal costo del denaro negli Stati Uniti da 15 anni a questa parte. E’ il segno che la lotta all’inflazione proseguirà fintantoché l’istituto non avrà conferme della sua discesa stabile. Il mercato si aspettava tale esito, per cui la reazione è stata quasi impercettibile.
Tassi FED vicini al picco
L’informazione più interessante arrivata ieri è stata, però, un’altra. I funzionari alle dipendenze di Powell si attendono tassi FED fino al picco medio del 5,10% nel corso del 2023. Ciò corrisponde alle attese di un aumento fino al range 5-5,25%. Va detto che i futures segnalati da CME Group, principale società di derivati al mondo, indicano che gli investitori si aspettino un rialzo dei tassi FED fino al 5% entro il prossimo semestre, salvo ripiegare al 4,50% entro la fine del 2023.
Invece, i “dot-com” della FED segnalano che non ci sarebbe alcun taglio dei tassi fino a tutto il 2023. Un’ipotesi forte, considerato che l’economia americana nel migliore dei casi si avvierebbe verso un deciso rallentamento. A tutt’oggi, comunque, lo spettro della recessione non sembra scontato, data la forte resilienza esibita dai fondamentali macro negli ultimi trimestri.
Tassi su anche in Europa
Ad ogni modo, anche la Banca Nazionale Svizzera ha alzato i tassi d’interesse dello 0,50% all’1%. Lo stesso si accinge a fare la Banca d’Inghilterra. E nel primo pomeriggio di oggi, la Banca Centrale Europea (BCE) annuncerà quasi certamente un ulteriore rialzo dei tassi di mezzo punto percentuale.
Il mercato sconta tassi BCE fino al picco del 3% entro pochi mesi. Analisti e fonti vicine all’Eurotower lasciano intendere che la stretta monetaria si fermerebbe un po’ prima. Vedremo nel pomeriggio cosa avrà da dire al riguardo il governatore Christine Lagarde. La risalita del cambio euro-dollaro affievolisce la pressione su Francoforte.