La dipendenza dal gas russo è destinata a diventare un ricordo. La Commissione Europea ha infatti definito un piano chiaro e ambizioso per tagliare definitivamente ogni rapporto energetico con Mosca. Un progetto che non nasce solo da esigenze economiche o strategiche, ma che ha assunto ormai una forte connotazione politica. Ridurre i legami con la Russia significa limitare i flussi finanziari che alimentano indirettamente il conflitto in Ucraina. L’obiettivo è stato fissato: entro il 2027 l’Unione Europea non dovrà più importare gas russo, e già dal 2025 scatterà il divieto di sottoscrivere nuovi contratti.
Divieto ai nuovi contratti e fine dei vecchi entro il 2027
Il primo passo concreto della strategia europea sarà il blocco delle nuove intese.
Dal 2025 le aziende del settore energetico non potranno più firmare contratti per l’acquisto di gas proveniente dalla Russia. Questo impedirà a Mosca di fare affidamento su nuovi flussi di denaro provenienti dall’Occidente e costringerà il mercato europeo ad accelerare il processo di diversificazione delle forniture.
Il secondo passaggio, ben più incisivo, scatterà entro il 2027. In quella data, i contratti esistenti dovranno essere rescissi. Le istituzioni comunitarie hanno già ipotizzato l’inserimento di clausole di forza maggiore per evitare contenziosi e penali. Una scelta pragmatica, pensata per tutelare le aziende europee che si troveranno a sospendere accordi ancora in essere.
Importazioni ridotte, ma il gas russo resta un nodo irrisolto
Se è vero che dal 2022 l’Europa ha già ridotto sensibilmente la quantità di gas importata via pipeline dalla Russia, è altrettanto vero che il gas naturale liquefatto (GNL) continua ad arrivare. Paesi come Francia, Belgio, Spagna e Paesi Bassi restano tra i maggiori acquirenti di GNL russo, una modalità di importazione che non passa inosservata a Bruxelles.
Anche su questo fronte si stanno studiando soluzioni per ridurre ulteriormente la dipendenza e accelerare la transizione verso fonti più sicure e geopoliticamente neutre.
La chiave per dire definitivamente addio al gas russo è la diversificazione. L’Unione Europea ha già iniziato a rafforzare i rapporti con partner affidabili come Stati Uniti, Canada e Qatar, aumentando le importazioni di GNL. Parallelamente sono stati siglati nuovi accordi con Paesi vicini come l’Azerbaigian, che ha già incrementato le proprie esportazioni verso l’Europa.
Le infrastrutture stanno seguendo lo stesso percorso. I rigassificatori sono stati potenziati e le connessioni interne tra Stati membri migliorate per garantire maggiore flessibilità nella gestione delle risorse. Tuttavia, non è solo il gas a essere protagonista della nuova strategia europea: le energie rinnovabili occupano un ruolo sempre più centrale. Bruxelles spinge con decisione su eolico, solare e idrogeno verde per ridurre la quota di fonti fossili nel mix energetico continentale.
Stop gas russo, Italia pronta a voltare pagina
Anche l’Italia, storicamente tra i Paesi più legati al gas russo, ha ormai intrapreso la strada dell’indipendenza. Le importazioni dalla Russia sono state drasticamente ridotte e la rete di forniture si è progressivamente allargata. Algeri e Baku sono diventati partner strategici per garantire la sicurezza energetica nazionale.
Inoltre, l’Italia sta puntando con decisione su nuovi rigassificatori e sul rafforzamento delle fonti rinnovabili, con un occhio al futuro e alla sostenibilità.
Il piano europeo è chiaro. Il gas russo ha i giorni contati e l’intero continente si sta preparando ad affrontare una nuova era energetica, dove la sicurezza non dipenderà più dalle tensioni geopolitiche. Entro il 2027 il sipario calerà definitivamente su una dipendenza che l’Europa, oggi più che mai, vuole lasciarsi alle spalle.
I punti più importanti.
- L’UE vieta nuovi contratti di gas russo dal 2025.
- Entro il 2027 dovranno cessare tutte le importazioni.
- Italia e Europa puntano su GNL e rinnovabili per il futuro.