Cosa conviene, il riscaldamento a gas o il condizionatore a pompa di calore? Il caro energia da un lato e l’arrivo dell’inverno dall’altro obbligano i cittadini italiani a riflettere con attenzione su come riscaldare la propria abitazione. Diciamo immediatamente che il calcolo non è assolutamente semplice, le variabili infatti sono innumerevoli e non è possibile tenere conto di tutte in termini matematici. Si va dalla posizione geografica della casa alla coibentazione, dalle tariffe di luce e gas alla temperatura esterna, dall’ampiezza degli ambienti alla tipologia di caldaia o al modello del condizionatore.

Nonostante queste precisazioni, è possibile comunque avere un’indicazione di massima su quale metodo sia più conveniente per il tepore invernale, se il ‘classico’ riscaldamento a gas o il condizionatore a pompa di calore.

Quali sono i consumi di un condizionatore a pompa di calore?

L’esempio dal quale partiamo è il seguente. Si immagina che il cittadino abbia un condizionatore di ultima generazione, vale a dire appartenente alla massima classe energetica, quella che consuma di meno. Si tratta di un dispositivo che richiede un esborso, qualora non lo si possegga, ma che deve essere visto come una sorta di investimento per i risparmi che si avranno in futuro sia in inverno che in estate. Un vantaggio dell’utilizzazione del condizionatore sta anche nel fatto che richiedono poca manutenzione e dunque poche spese aggiuntive. E anche questo conta in termini di risparmio. Importante è anche il fatto che questo dispositivo ha la caratteristica di scaldare gli ambienti all’istante.

Ma arriviamo ai consumi in bolletta. Secondo i dati riportati dal noto sito Idealista, una casa con tre condizionatori che restano accesi per circa 50 ore alla settimana (dunque sette ore al giorno, circa), il consumo totale sarebbe di 60 kW a settimana. Il costo mensile, dunque, con evidente approssimazione (dipende dal tipo di contratto, se mercato libero o tutela, etc.) sarebbe intorno ai 60 euro.

È chiaro che si potrebbe risparmiare in vari modi: se la famiglia non è particolarmente numerosa, accedendo meno condizionatori; se la famiglia non è quasi mai in casa, accendendoli per un numero minore di ore, e così via.

E quali sono i consumi del riscaldamento a gas?

In questo caso, il calcolo è ancora più complesso, perché le variabili come abbiamo visto sono davvero innumerevoli. La più importante è se il riscaldamento a gas è autonomo o centralizzato, elemento determinante per il calcolo della spesa in bolletta. L’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) ha diffuso delle stime, che si riferiscono ai consumi connessi all’utilizzazione di una caldaia a gas nell’arco dell’anno. Il calcolo è di una spesa di circa 900 euro all’anno, dunque si parla di 80 euro circa mensili.

Ma anche in questo caso la cifra complessiva è variabile, dipende dalla tipologia della caldaia, dal contratto che si è sottoscritto (mercato libero o tutelato), dalla quantità di ore di accensione e così via.

Dunque: conviene il riscaldamento a gas o il condizionatore a pompa di calore?

Partendo dal presupposto che non può esistere una regola che valga per ogni situazione di vita e di abitazione, gli analisti più accorti danno un suggerimento di base estremamente indicativo. Se si trascorre molto tempo in casa e c’è necessità di riscaldare tutti gli ambienti, allora si considera più conveniente il riscaldamento a gas. Qualora, invece, si abbia la necessità di riscaldare un ambiente solo e in maniera particolarmente rapida, allora è decisamente più indicata l’utilizzazione del condizionatore a pompa di calore.

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