Quando un cliente chiede alla banca un mutuo, questo gli verrà erogato a titolo oneroso, ovvero dietro il pagamento degli interessi, che saranno spalmati insieme al capitale da rimborsare in fase di ammortamento. In Italia è di gran lunga più in uso il cosiddetto ammortamento “francese”, detto anche a rate costanti. Ciò significa, che il mutuo (ma lo stesso vale per un prestito) viene rimborsato dal cliente con il versamento di rate di uguale importo (discorso diverso si ha per i casi di mutui a tasso variabile).

Ora, ciò porta sia in teoria che nella pratica a considerazioni di estrema importanza. Immaginiamo di contrarre un mutuo di 100.000 euro e ammortizzato in 120 rate mensili (10 anni), sul quale grava un interesse annuo del 5%. L’importo di ciascuna rata sarà pari a 1.060,66 euro, dalla prima alla centoventesima. C’è, però, una differenza tra queste. Sulla prima rata inciderà parecchio la quota degli interessi, mentre sull’ultima il peso maggiore è costituito dalla quota del capitale da rimborsare. Perché?

Rata mutuo, come cambia con l’ammortamento

Semplice, nel corso delle prime fasi dell’ammortamento, il debito da rimborsare è ancora elevato (massimo con la prima rata), per cui gli interessi gravano su un debito residuo molto alto. Man mano che l’ammortamento procede, il mutuatario ha già rimborsato buona parte del debito, per cui gli interessi andranno ad incidere sempre meno sulla rata versata. Ed ecco, quindi, che nell’esempio precedente si trova che degli oltre mille euro pagati, 416,67 euro sono interessi con la prima rata, mentre con l’ultima rata questi rappresentano appena 4,40 euro. In altri termini, si rimborsa con essa quasi esclusivamente il capitale.      

Effetti pratici

Direte voi, ma che importanza ha questo ragionamento da un punto di vista pratico? Se pensate che non abbia risvolti concreti, vi sbagliate di grosso. Prendete il caso di un mutuo contratto con tasso variabile.

Se i tassi aumentano durante i primissimi anni dell’ammortamento, il peso della rata tenderà a crescere di molto, perché i maggiori interessi graveranno su un debito residuo ancora alto. Viceversa, se l’aumento vi fosse nell’ultima fase dell’ammortamento, la rata potrebbe risentirne davvero poco. Aldilà di quanto appena detto, sapere quale sia la quota di capitale rimborsato di rata in rata è importante anche per capire quale sia il vostro debito residuo, qualora vogliate estinguere il mutuo in anticipo o lo vogliate surrogare con un altro dalle condizioni più convenienti. Di solito, la surroga, per quanto spiegato, ha un senso specialmente nella parte iniziale dell’ammortamento, perché se un’altra banca dovesse concedervi un mutuo a tassi inferiori, il beneficio, a parità di tutto il resto, sarebbe massimo, se l’operazione è effettuata nei primi anni, mentre diventa minimo negli ultimi anni. Non scoraggiatevi, perché ovviamente non dovete fare alcun calcolo. Sarà sufficiente leggere su ciascuna rata la composizione, oltre che visualizzare l’estratto conto periodicamente inviato dalla vostra banca, nel quale compare la quota di capitale rimborsato, quello ancora da rimborsare, nonché gli interessi già versati e da versare.