È in atto una ‘rivoluzione’: le bollette del gas potranno essere mensili e non più bimestrali. Per comprendere fino in fondo questa novità, occorre fare un piccolo passo indietro e un piccolo ripasso di letteratura italiana. Lo ricordate lo splendido romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, da cui fu tratto anche un film epocale, ‘Il Gattopardo’? Uno dei protagonisti, Tancredi, nipote del principe Fabrizio Salina, pronuncia una frase che ha fatto storia e che riassume in poche parole il funzionamento del nostro paese: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

L’Italia è quella nazione che si diverte a cambiare le cose, in maniera tale da dare l’idea di un cambiamento e contemporaneamente lasciare le cose come stanno e i privilegi intoccabili.

Come cambieranno le bollette del gas affinché tutto rimanga uguale? Analizziamo il comunicato dell’Arera.

Come cambierà la cadenza delle bollette del gas

Semplificando al massimo, il cambiamento affinché nulla cambi è il seguente: la bolletta del gas potrà divenire mensile e non arrivare più esclusivamente con cadenza bimestrale. A deciderlo è stata l’Autorità per l’energia, che ha accolto le richieste dell’Unione Nazionale Consumatori, avanzate durante la consultazione che avrebbe dato poi il via libera ai nuovi modi di determinare le tariffe per il mercato tutelato.

L’Arera ha motivato questa decisione, davvero epocale, sottolineando come l’idea di fondo sia quella di tener conto dell’esigenza di “prevedere una maggiore periodicità di fatturazione nell’ambito del servizio di tutela così da permettere ai clienti finali di conoscere più frequentemente la propria spesa e di redistribuire i pagamenti delle bollette su più mesi”.

Ma quindi cosa cambia? Semplice: se l’utente deciderà per la cadenza mensile, riceverà una bolletta di 200 euro e il mese successivo un’altra di 200 euro, invece che una sola, allo scadere del bimestre, di 400 euro.

Ora, la matematica è l’unica cosa che, fortunatamente, non è soggetta a opinione: la spesa complessiva resta di 400 euro; le bollette del gas diventano sempre più alte; gli extraprofitti delle aziende restano intoccabili. Tutti contenti? Del resto “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. E così è stato.

Come cambierà l’aggiornamento delle tariffe, le scelte dell’Arera e il governo italiano non pervenuto

È di questi giorni la notizia di una perdita all’interno del North Stream, il gasdotto che dalla Russia porta il gas in Europa. C’è chi parla di sabotaggio da parte della Russia. La guerra è una cosa sporca e chi governa lo sa bene, e l’Europa e l’Italia sono in guerra. Il modo di Putin di rispondere alle sanzioni occidentali è quello di lasciare il vecchio continente senza gas, in attesa del suo generale prediletto, il generale Inverno.

La decisione più importante dell’Arera è stata quella di sganciare l’aggiornamento delle tariffe dal Ttf di Amsterdam (il covo delle speculazioni), non usandolo più come termine di riferimento per le quotazioni del mercato all’ingrosso internazionale. Le tariffe dunque seguiranno la media dei prezzi effettivi (e, si spera, non gonfiati come quelli del Ttf) del mercato all’ingrosso PSV italiano.

La seconda decisione importante riguarda la tempistica degli aggiornamenti: a partire dall’autunno, infatti, diventerà mensile (dunque non più trimestrale) e sarà non più ex ante come accaduto fino a oggi, ma ex post. In questo modo le variazioni di prezzo dell’elettricità saranno disgiunte da quelle del gas. A fine settembre, infatti, vi sarà l’aggiornamento delle tariffe della corrente elettrica, mentre per quelle del gas, occorrerà attendere i primi giorni di novembre.

Ma il problema non è l’Arera, ma il ‘gattopardismo’ italiano. Il romanzo di Tomasi di Lampedusa è ambientato nella Sicilia post-unitaria.

Quando si erano già affievolite le speranze di un reale cambiamento a seguito dell’unificazione dell’Italia. La politica italiana è affetta dalla malattia del ‘gattopardismo’, cambia continuamente le regole e le norme, ma nella sostanza non cambia mai nulla.

Contro il caro bollette, non si è fatto nulla. Il problema è che sembra che questo morbo italico stia contagiando anche l’Unione Europea. Non pervenuta ancora intorno a quella che potrebbe essere la crisi più grave degli ultimi decenni.
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