Riscaldamento centralizzato: come fare il distacco; conviene il riscaldamento autonomo?

Il riscaldamento è tra le più rilevanti, se non la più consistente, voce di spesa del bilancio familiare: ecco alcune differenze utili per aiutarvi nella scelta.
9 anni fa
2 minuti di lettura

I motivi per i quali si sceglie di effettuare il passaggio da un riscaldamento centralizzato a quello autonomo possono essere diversi. Con la riforma del condominio in vigore dal 18 giugno 2013 ‘articolo 1118: “Il condomino può rinunciare all’utilizzo dell’impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, se dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini”.

Quali sono motivi che spingono al distaccamento dal riscaldamento centralizzato?

Ci si può distaccare perché si ritengono elevati i costi di un centralizzato poco efficiente, o tarato su esigenze che mal si adattano alle proprie, con consumi elevati: si pensi agli impianti che mantengono alte temperature per molte ore al giorno.

Oppure perché ci sono condomini che non pagano le proprie quote, o lo fanno in ritardo, causando un aumento delle spese a tutti gli altri. In effetti, la grande morosità dei condomini è l’unico motivo veramente plausibile. Da un punto di vista economico e tecnico, infatti, non c’è convenienza a distaccarsi. Il problema della ripartizione della spesa, ad esempio, è risolvibile con le tecnologie di contabilizzazione del calore, che consentono di pagare in base ai consumi e non ai millesimi. [tweet_box design=”box_09″ float=”none”]Passaggio dal riscaldamento centralizzato a quello autonomo[/tweet_box]

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