Delusi dalla legge di Bilancio sono soprattutto i contribuenti che, da anni e attraverso tante manovre finanziarie, sperano in una vera riforma delle pensioni.
Delusione è la parola giusta per descrivere, ancora una volta, il nulla di fatto in materia previdenziale.
La legge Fornero non è stata superata: anzi, è più viva che mai.
Vuoi perché alcune misure di uscita anticipata — come Opzione Donna e Quota 103 — spariranno dal sistema a fine 2025, vuoi perché gli aumenti dei requisiti pensionistici dal 2027 derivano proprio dalla rigida legge del governo Monti del 2011, ancora oggi in vigore.
Il governo Meloni non ha annullato l’inasprimento dei requisiti, ma si è limitato a spalmarlo su due anni: +1 mese nel 2027 e +2 mesi nel 2028, per un totale di +3 mesi complessivi legati all’adeguamento alla speranza di vita.
Eppure, una proposta di riforma delle pensioni alternativa si sta facendo strada.
Una petizione popolare, con oltre 100 mila firme raccolte, avvalora una proposta concreta che potrebbe finalmente dare una svolta al sistema.
E non necessariamente attraverso la legge di Bilancio.
Riforma pensioni: si parte da 60 anni con in più un riscatto agevolato della laurea
Con la conferma da parte del governo Meloni dell’aumento dei requisiti previdenziali dal 2027, anche se in forma più “soft”, si apre la caccia alle deroghe.
Diverse categorie professionali stanno già chiedendo l’esclusione dall’adeguamento automatico all’aspettativa di vita, invocando le condizioni gravose o usuranti delle loro attività.
I sindacati di categoria si stanno muovendo con proposte mirate per evitare che l’aumento dei requisiti colpisca anche i loro iscritti.
Ma allora, c’è ancora speranza di vedere finalmente una vera riforma delle pensioni?
Se l’attuale esecutivo manterrà le promesse elettorali, entro la fine della legislatura una riforma strutturale del sistema previdenziale dovrebbe vedere la luce.
Sarà questa la volta buona per superare davvero la legge Fornero?
Riforma pensioni: può essere utile quella del DDL 1413/2025?
Per ora nessuna certezza, ma qualcosa si muove.
Tra le iniziative più rilevanti figura la petizione promossa dal sindacato ANIEF, del comparto scuola, che ha raccolto oltre 100 mila firme.
La proposta, anche se settoriale, potrebbe rappresentare un punto di svolta.
L’ANIEF, per voce del suo presidente Marcello Pacifico, si è già espressa contro l’aumento dei requisiti dal 2027 e a favore di una riforma mirata del sistema pensionistico per i docenti.
La riforma proposta non si limita però al comparto scolastico: potrebbe fungere da modello pilota per altri settori del pubblico impiego.
Una pensione a 60 anni, supportata da riscatto agevolato della laurea, potrebbe diventare parte integrante di una nuova riforma generale delle pensioni.
Uscite a 60 anni: ecco come funziona il riscatto agevolato della laurea
La petizione dell’ANIEF è stata non solo largamente sottoscritta, ma anche utilizzata come base per il Disegno di legge n. 1413/2025, presentato al Senato dalla senatrice Carmela Bucalo (Fratelli d’Italia).
Nel DDL si legge che, per contrastare la sindrome da burnout tra i docenti e favorire un ricambio generazionale, si propone la possibilità di andare in pensione a partire dai 60 anni di età.
La misura si fonda sull’introduzione di un riscatto agevolato della laurea, considerata requisito indispensabile per l’insegnamento.
L’idea, tuttavia, potrebbe avere ricadute positive anche in altri settori, dove la laurea è ormai la norma.
Poiché molti laureati entrano tardi nel mondo del lavoro, spesso dopo i 26-27 anni, risulta impossibile raggiungere i 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 per le donne) previsti dalle pensioni anticipate.
Per questo motivo, la proposta prevede di abbassare a 900 euro all’anno il costo del riscatto dei 5 anni di studi universitari.
Un meccanismo che permetterebbe di recuperare più velocemente i contributi mancanti e di raggiungere la pensione anticipata senza dover attendere i 67 anni di età, come avviene oggi per la maggior parte dei laureati.
In sintesi:
- Niente riforma strutturale nella legge di Bilancio 2026;
- Stop a Quota 103 e Opzione Donna dal 2025;
- Aumento dei requisiti di 3 mesi tra 2027 e 2028;
- Proposta ANIEF e DDL 1413/2025 per pensione a 60 anni e riscatto agevolato della laurea a 900 euro l’anno;
- Possibile effetto domino su altri comparti del pubblico impiego e del lavoro privato.
