La riforma delle pensioni è salva. Perché la politica italiana ha fallito nell’elezione di un nuovo Capo dello Stato. Con la conseguenza che, dopo ben otto votazioni, è stata scelta la via della continuità con il Mattarella bis.
La riforma delle pensioni è così salva. Per i giovani lavoratori di oggi e per le donne. Ma anche per tutti i lavoratori che, a partire dal 2023, vorranno ritirarsi con la flessibilità in uscita. E quindi, con le misure di pensionamento anticipate rispetto ai 67 anni di età da attendere, invece, per la prestazione INPS di vecchiaia.
La riforma delle pensioni è salva. Ecco perché per giovani e per le donne. Ma anche per i lavoratori con la flessibilità in uscita
La riforma delle pensioni è salva perché, con il secondo mandato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Consiglio Mario Draghi resta al suo posto. Il che significa che il premier potrà continuare a dialogare con i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil. Al fine di mettere a punto la tanto attesa riforma strutturale della previdenza pubblica. Che poi dovrebbe entrare in vigore già a partire dal 2023.
Con la riforma delle pensioni che è salva, almeno fino a prova contraria, potrà quindi proseguire il dialogo. Tra il Governo guidato dal premier Mario Draghi, ed i Sindacati di Cgil Cisl e Uil. Attraverso tre tavoli tematici così come è riportato in questo articolo.
Gli scenari di previdenza pubblica per i giovani e per le donne. Ed anche per i lavoratori con la flessibilità in uscita
Ed allora, con l’iter della riforma delle pensioni che è salva, quali saranno gli scenari di previdenza pubblica? Precisamente, per i giovani, per le donne e per i lavoratori con flessibilità in uscita. Al momento ci sono tante ipotesi e tante proposte in ballo.
A partire dalla pensione di garanzia proprio per i giovani.