Con l’avvio della stagione dichiarativa 2025 (730 e Modello Redditi), relativa all’anno d’imposta 2024, numerosi contribuenti si trovano a fare i conti con i bonus edilizi laddove siano stati eseguiti lavori sulla casa.
Una delle implicazioni più significative riguarda il cosiddetto bonus facciate. Un’agevolazione che ha rappresentato un importante incentivo per il decoro urbano. Ma che, a partire dal 2023, non è più in vigore per le nuove spese.
La fine del bonus facciate e l’impatto sulle detrazioni
Il bonus facciate è stato introdotto nel 2020 con l’obiettivo di favorire il miglioramento estetico degli edifici, attraverso un’agevolazione fiscale molto generosa.
La misura prevedeva inizialmente una detrazione pari al 90% delle spese sostenute per interventi di rifacimento delle superfici esterne visibili degli immobili, da suddividere in dieci quote annuali di pari importo.
Per le spese del 2022, tuttavia, la percentuale di detrazione è stata ridotta al 60%, segnando un primo passo verso la graduale dismissione dell’incentivo. Dalle spese sostenute dal 1° gennaio 2023, infatti, il bonus facciate è stato definitivamente sospeso. Ciò significa che le spese effettuate a partire da tale data non possono più beneficiare di questa specifica agevolazione.
Requisiti previsti durante la vigenza dell’agevolazione
Per accedere al beneficio, durante il periodo di applicazione della misura, era necessario rispettare alcune condizioni specifiche:
- L’edificio doveva essere ubicato nelle zone A o B del territorio comunale, secondo quanto stabilito dal decreto ministeriale n. 1444 del 1968, o in aree ad esse assimilabili secondo la normativa regionale e i regolamenti edilizi comunali.
- Le spese dovevano essere documentate tramite bonifico parlante, ovvero contenente specifici dati identificativi del beneficiario e della causale di versamento, in conformità con quanto previsto per i bonus edilizi.
Il bonus facciate nel 730/2025: chi può ancora beneficiare della detrazione
Sebbene il bonus non sia più attivo per le spese sostenute dal 2023 in poi, i contribuenti che hanno effettuato interventi entro il 31 dicembre 2022 e non hanno scelto di usufruire dello sconto in fattura o della cessione del credito, possono continuare a portare in detrazione le quote residue nella propria dichiarazione dei redditi.
Nel Modello 730/2025 (ovvero Modello Redditi PF 2025), che riguarda l’anno fiscale 2024, è possibile quindi dichiarare le rate annuali delle detrazioni relative agli anni in cui le spese sono state sostenute. Più nel dettaglio:
- Per spese realizzati nel 2020, si potrà inserire la quinta quota della detrazione al 90%.
- Per spese sostenute nel 2021, si porterà in dichiarazione la quarta quota, anch’essa pari al 90%.
- Per spese effettuati nel 2022, si considererà la terza quota di detrazione, calcolata al 60% delle spese ammissibili.
Detrazione pluriennale e divieto di cessione del credito
Un elemento da tenere in considerazione riguarda il meccanismo di fruizione del bonus facciate. L’agevolazione, infatti, era strutturata come detrazione decennale: ogni anno si può recuperare una quota della spesa effettuata, fino al raggiungimento del totale previsto.
Tuttavia, negli ultimi aggiornamenti normativi, il legislatore ha introdotto una novità rilevante: non è più consentito cedere il credito corrispondente alle rate residue della detrazione non ancora utilizzate.
In sostanza, chi ha iniziato a beneficiare del bonus attraverso la dichiarazione dei redditi dovrà proseguire con tale modalità per tutto il periodo decennale, senza la possibilità di trasferire il beneficio a soggetti terzi o ad istituti finanziari.
Ristrutturazioni: l’alternativa al bonus facciate ancora disponibile
Anche se il bonus facciate è stato archiviato, restano comunque in vigore altre forme di agevolazione per chi effettua interventi di recupero del patrimonio edilizio. In particolare, il bonus ristrutturazione rappresenta oggi l’opzione principale per ottenere un beneficio fiscale sulle spese di ammodernamento e miglioramento degli immobili.
Il bonus ristrutturazione consente una detrazione del 50% su un tetto massimo di spesa pari a 96.000 euro per unità abitativa, sempre da suddividere in dieci anni. Per le spese 2025 la detrazione è al 50% solo se l’immobile oggetto dei lavori è l’abitazione principale, altrimenti si scende al 36% se seconda casa. Nonostante la percentuale e le condizioni siano meno vantaggiose rispetto al bonus facciate, l’incentivo rimane un’opportunità importante per chi intende effettuare lavori di manutenzione straordinaria, recupero o restauro.
Corretta compilazione del modello 730/2025
- Per chi ha diritto alla detrazione derivante dal bonus facciate, è essenziale prestare attenzione alla compilazione del modello 730. La corretta imputazione delle quote annuali prevede:
- Verifica dell’anno di spesa: è necessario sapere con precisione in quale anno sono state sostenute le spese per l’intervento.
- Calcolo della quota annuale: la detrazione spettante deve essere suddivisa in dieci rate uguali e imputata nel rigo corretto della dichiarazione.
- Documentazione: è importante conservare tutta la documentazione fiscale (fatture, bonifici parlanti, eventuali autorizzazioni edilizie se richieste) che attesti la spesa e il rispetto dei requisiti previsti dalla norma.
L’attenzione a questi dettagli è cruciale per evitare errori che potrebbero compromettere la possibilità di usufruire dell’agevolazione o comportare successivi controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Riassumendo
- Il bonus facciate non è più attivo per le spese sostenute dal 2023.
- Le detrazioni per spese 2020-2022 restano valide nel modello 730/2025.
- Le quote annuali sono decennali: 90% per 2020-2021, 60% per 2022.
- Non è più possibile cedere le rate residue del credito d’imposta.
- Il bonus ristrutturazione è l’alternativa attuale per interventi edilizi.
- Attenzione alla corretta indicazione delle quote nel modello 730/2025.