Quanto incide la 104 su busta paga e stipendio

I permessi legge 104 quanto incidono sulla busta paga e sullo stipendio? Ecco tutto quello che c'è da sapere.
3 mesi fa
2 minuti di lettura
104
Foto © Pixabay

Quanto incide la 104 su busta paga e stipendio? Come canta Fabrizio De André con il brano Don Raffae’: “Ca’ ci sta l’inflazione, la svalutazione e la borsa ce l’ha chi ce l’ha. Io non tengo compendio che chillo stipendio e un ambo se sogno ‘a papà”.

Ogni mese i lavoratori attendono con impazienza la busta paga. Grazie a quest’ultima, infatti, possono sapere a quanti soldi hanno diritto per via del lavoro svolto.

Ma non solo, se si impara a leggere la busta paga è possibile trovare l’importo della pensione futura scritto.

Una chiara dimostrazione di come tale documento sia molto importante, tanto che sarebbe opportuno conoscere bene le vari voci in modo tale da capire quanto incidono sull’importo finale della retribuzione.

Quanto incide la 104 su busta paga e stipendio

Tante, in effetti, sono le voci che incidono in busta paga. Tra queste si annoverano le ore lavorate, le ferie, i giorni di malattia e gli straordinari. Ma non solo, si citano anche i permessi Legge 104 a cui hanno diritto le persone disabili in situazione di gravità, sia i dipendenti che assistono un familiare non autosufficiente. In base a quanto stabilito dall’articolo 3, comma 33 della legge numero 104 del 5 febbraio 1992:

“Successivamente al compimento del terzo anno di vita del bambino, la lavoratrice madre o, in alternativa, il lavoratore padre, anche adottivi, di minore con handicap in situazione di gravità, nonché colui che assiste una persona con handicap in situazione di gravità, parente o affine entro il terzo grado, convivente, hanno diritto a tre giorni di permesso mensile, fruibili anche in maniera continuativa a condizione che la persona con handicap in situazione di gravità non sia ricoverata a tempo pieno”.

I disabili gravi e i caregiver hanno quindi diritto a tre giorni di permessi al mese retribuiti, frazionabili anche ad ore.

Tale agevolazione è appositamente indicata in busta paga. Generalmente la voce utilizzata è “Maggiorazione ratei PG”, ovvero “Permessi Giornalieri”. Come previsto in quasi tutti i contratti collettivi di lavoro, i lavoratori mentre usufruiscono di questi giorni di permesso maturano anche ferie, tredicesima, quattordicesima e TFR. Pur essendo scritto maggiorazione, è bene sottolineare che non si tratta di un aumento della retribuzione, bensì di una compensazione per l’assenza del dipendente. L’importo di tale voce può differire ogni mese a seconda delle ore di permesso fruite.

Maggiorazione contributiva per la maturazione del diritto alla pensione

È importante, inoltre, non confondere la maggiorazione dei permessi giornalieri con la maggiorazione contributiva riconosciuta agli invalidi al fine di poter maturare il diritto al trattamento pensionistico. In quest’ultimo caso è l’INPS che, nel momento in cui deve definire la pensione aggiunge, ai soggetti aventi diritto, questa maggiorazione. Entrano nei dettagli, come sancito dall’articolo 80, comma 3 della legge numero 388 del 23 dicembre 2000:

“Ai lavoratori sordomuti di cui all’articolo 1 della legge 26 maggio 1970. n. 381, nonché agli invalidi per qualsiasi causa, ai quali è stata riconosciuta un’invalidità superiore al 74 per cento o ascritta alle prime quattro categorie della tabella A allegata al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, […], è riconosciuto, a loro richiesta, per ogni anno di servizio presso pubbliche amministrazioni o aziende private ovvero cooperative effettivamente svolto, il beneficio di due mesi di contribuzione figurativa utile ai soli fini del diritto alla pensione e dell’anzianità contributiva, il beneficio è riconosciuto fino al limite massimo di cinque anni di contribuzione figurativa”.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Canone RAI
Articolo precedente

Canone RAI 2025, il rischio aumento è concreto

quota 41 pensione
Articolo seguente

Smettere di lavorare dopo 39 anni di carriera, ecco pensioni e indennità INPS da sfruttare