Quanto costa un anno di pensione con Quota 103

Nella peggiore delle ipotesi si perde il 16-17% di assegno andando in pensione con Quota 103 dal prosimo anno.
12 mesi fa
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pensione 63 anni
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Andare in pensione l’anno prossimo con Quota 103 non converrà più. Benché la platea dei potenziali beneficiari sarà di circa 14 mila lavoratori (stime governative), di fatto le restrizioni che saranno introdotte dal 1 gennaio 2024 renderanno sconveniente l’uscita. Lasciare il lavoro a 62 anni sarà meno conveniente che restarci ancora qualche mese.

Il tempo necessario per raggiungere i 41-42 anni e 10 mesi di contributi previsti per uomini e donne per la pensione anticipata prevista dalle regole Fornero. Diversamente la penalizzazione sarebbe tale da compromettere seriamente anni di sacrifici per farsi pensione dignitosa.

Insomma Quota 103 resta come opzione alternativa a quella ordinaria o anticipata, ma non conviene. Vediamo bene perché.

Quanto si perde ad andare in pensione con Quota 103

La nuova prestazione pensionistica anticipata prevede una penalità che deriva in sostanza dal ricalcolo contributivo della rendita. Esattamente come avviene per le lavoratrici che chiedono l’uscita con Opzione Donna. I contributi versati nel sistema retributivo (ante 1996) verranno migrati dal 2024 al sistema contributivo con una penalizzazione che può raggiungere anche il 15-16% di taglio dell’assegno rispetto al calcolo col sistema misto.

La misura di questa penalità non è facile da calcolare a priori perché dipende da diversi fattori. Come l’età anagrafica, i contributi versati prima del 1996 e il coefficiente di trasformazione applicato al montante. Tuttavia si può stimare che, nella peggiore delle ipotesi, il taglio sarà pesante. Soprattutto se la rendita a calcolo dovesse superare una certa soglia.

La norma contenuta nella legge di bilancio prevede, infatti, un importo massimo di pensione con Quota 103 pari a 4 volte l’importo del trattamento minimo 2023. Cioè circa 2.250 euro lordi al mese (1.750 euro netti) fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia (67 anni). Oltre tale livello l’Inps non paga e i soldi sono persi per un periodo massimo di cinque anni dalla decorrenza della pensione.

Quanto costa un anno di anticipo con Quota 103

Ma proviamo a fare una simulazione di calcolo. Prendiamo, ad esempio, un lavoratore con una retribuzione media di 38 mila euro all’anno e 41 anni di contributi nel 2024, quanto perderebbe? Secondo le nostre simulazioni, la sua pensione dovrebbe aggirarsi intorno ai 2.850 euro al mese col calcolo misto e 2.400 euro col calcolo contributivo puro. Una differenza di 450 euro al mese che su 13 mensilità fa 5.850 euro.

A ciò bisogna poi aggiungere il taglio derivante dal limite di 4 volte il trattamento minimo di cui parlavamo prima. Quindi altri 150 euro al mese in meno che moltiplicati per 13 fanno 1.950 euro in un anno. Il totale sarà dato dalla somma delle due decurtazioni per un importo annuo di 7.800 euro.

Poi al compimento dei 67 anni decadrà il limite previsto per Quota 103, ma la penalizzazione del ricalcolo contributivo resterà anche dopo. Per questo motivo la nuova misura è già stata individuata come una pensione di lusso visto che pochi lavoratori potranno permettersi di sopportare tagli anche pesanti.

Una misura per pochi

Detto ciò viene da domandarsi a chi converrà veramente andare in pensione anticipata con Quota 103 nel 2024. A parte coloro che potranno permetterselo rinunciando a parecchi soldi, ci sono alcune categorie di lavoratori che potranno godere dell’uscita anticipata a 62 anni. Senza troppi patemi d’animo.

Si tratta di coloro che, ad esempio, fino al 1996 hanno pochi anni di contributi versati, magari derivanti da lavoro part time, da accrediti figurativi o da riscatto laurea agevolato. Ma anche chi non percepisce stipendi bassi. Costoro perderanno poco con la nuova Quota 103 non raggiungendo nemmeno il limite invalicabile dei 2.250 euro al mese.

Riassumendo…

  • Più è alta la retribuzione del lavoratore maggiore sarà la penalizzazione sulla pensione con Quota 103.
  • L’assegno mensile sarà calcolato nel 2024 solo col metodo contributivo e non più con quello misto.
  • La perdita di importo pensione, nella peggiore delle ipotesi, sarà del 16-17% rispetto al calcolo misto.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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