Per andare in pensione le variabili sono davvero molte. Tanto cambia da lavoratore a lavoratore. L’età, i contributi, il genere, la tipologia di attività lavorativa svolta, i figli avuti, le eventuali patologie e così via, rendono assolutamente variabile la possibilità di andare in pensione da un contribuente all’altro.
A maggior ragione se si considerano le numerose misure pensionistiche disponibili. In questa guida sintetica indicheremo quali sono i requisiti previsti per i principali trattamenti pensionistici attualmente in vigore.
Quali sono i trattamenti pensionistici in vigore adesso? Ecco la guida in sintesi
Partiamo dalle misure destinate a chi presenta una patologia invalidante, sia fisica che psichica, purché certificata da una Commissione Medica della ASL.
Per gli invalidi civili è previsto l’assegno ordinario di invalidità, che richiede come requisiti minimi:
- almeno 5 anni di contribuzione;
- di cui 3 accreditati negli ultimi 5 anni. Inoltre, l’invalidità deve essere superiore ai due terzi.
Esiste poi la pensione di inabilità al lavoro, riservata a chi è permanentemente e assolutamente inabile a qualsiasi attività lavorativa. Anche in questo caso servono almeno 5 anni di contributi, con almeno 3 maturati nell’ultimo quinquennio, secondo quanto stabilito dall’articolo 2 della legge n. 222 del 1984.
La stessa legge prevede la pensione di vecchiaia per invalidi:
- a partire dai 56 anni di età per le donne;
- e dai 61 anni per gli uomini, a condizione che l’invalidità raggiunga almeno l’80%, in relazione alle specifiche mansioni svolte. Per questa misura bastano 20 anni di contributi.
Pensioni subito, ecco i trattamenti pensionistici in vigore oggi
Gli invalidi con una percentuale pari o superiore al 74%, ma non solo loro, possono accedere anche all’Ape Sociale.
Questa misura è destinata anche a:
- chi è disoccupato e ha terminato la Naspi;
- i caregiver che assistono da almeno 6 mesi un familiare disabile grave convivente;
- chi ha svolto un lavoro gravoso per almeno 7 degli ultimi 10 anni o 6 degli ultimi 7 anni.
I requisiti sono:
- 63 anni e 5 mesi di età;
- 30 anni di contributi (che diventano 36 anni per gli addetti a mansioni gravose).
Altra misura: la pensione anticipata a 64 anni con ricalcolo contributivo, destinata a nuovi iscritti o a chi adotta il computo nella Gestione Separata.
I requisiti sono:
- almeno 64 anni di età;
- 20 anni di contributi;
- un assegno pensionistico pari almeno a 3 volte l’importo dell’assegno sociale.
Per le donne, la soglia si abbassa a:
- 2,8 volte con un figlio;
- 2,6 volte con due o più figli.
Dal 2025, è possibile raggiungere l’importo soglia anche cumulando la rendita della previdenza complementare, ma in tal caso servono 25 anni di contributi.
Tante misure e tante variabili, i trattamenti pensionistici e i requisiti previsti
Si può accedere alla pensione anche se si è lavoratori usuranti. In questo caso, si tratta di una vera pensione di anzianità, valida anche per chi ha svolto lavori notturni.
Requisiti:
- almeno 61 anni e 7 mesi di età;
- 35 anni di contributi;
- il raggiungimento della quota 97,6.
Il lavoro usurante deve essere stato svolto per:
- almeno metà della vita lavorativa;
- almeno 7 degli ultimi 10 anni, come stabilito dal D.lgs. 67/2011.
Nel 2025 sarà possibile accedere anche alla quota 103, che richiede:
- almeno 62 anni di età;
- 41 anni di contributi.
La pensione viene calcolata interamente con il metodo contributivo e, fino ai 67 anni, l’importo erogato non potrà superare 4 volte il trattamento minimo.
Anche la pensione anticipata per lavoratori precoci richiede 41 anni di contributi, ma senza limiti di età.
È necessaria almeno 1 annualità di contributi da effettivo lavoro prima del compimento del 19° anno di età, e si deve rientrare in una delle seguenti categorie:
- disoccupati;
- caregiver;
- invalidi con almeno il 74%;
- addetti a lavori gravosi o usuranti.
Ecco le altre misure presenti nel sistema
Senza limiti di età anagrafica, è prevista anche la pensione anticipata ordinaria, che richiede:
- almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
- e 41 anni e 10 mesi per le donne.
La pensione di vecchiaia ordinaria, invece, prevede:
- 67 anni di età;
- almeno 20 anni di contribuzione.
Infine, per le donne che, entro il 31 dicembre 2024, abbiano compiuto almeno 61 anni di età e maturato almeno 35 anni di contributi è disponibile l’Opzione Donna, riservata a:
- invalide;
- caregiver;
- licenziate;
- assunte in aziende in crisi.
Il requisito anagrafico, da possedere entro la fine dell’anno precedente, varia:
-
59 anni per invalide e caregiver con almeno due figli;
-
60 anni per invalide e caregiver con un solo figlio;
-
61 anni per licenziate o assunte in imprese con crisi certificata dal Ministero del Made in Italy.