Perché l’aumento delle pensioni di gennaio favorisce questi importi

Aumento pieno delle pensioni a gennaio 2024 solo per certi importi. Cosa succede per chi percepisce assegni sopra 2.500 euro al mese.
12 mesi fa
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aumento pensioni gennaio 2024
Foto © Pixabay

A gennaio le pensioni aumenteranno ancora. L’adeguamento all’inflazione previsto per il 2024 corrisponde a un + 5,4% in via preliminare per tutti gli assegni in pagamento dal prossimo anno. Soldi che con ogni probabilità arriveranno sul contro dei pensionati a partire dal mese di febbraio, come ogni anno, per motivi tecnici e burocratici.

Non tutti, però, percepiranno l’aumento delle pensioni da gennaio nella stessa misura. Come previsto dalla legge di bilancio, la rivalutazione avverrà per fasce di reddito e non sarà quindi lineare.

Solo gli assegni di importo fino a 4 volte il trattamento minimo saranno perequati pienamente. Mentre quelli superiori a tale soglia subiranno delle riduzioni fino ad arrivare a tagli pesanti per le pensioni d’oro, cioè sopra i 5.600 euro al mese.

Aumento pensioni gennaio 2024

Favoriti quindi certi importi o penalizzati gli altri? A voler guardare il bicchiere mezzo pieno si potrebbe optare per la prima constatazione, ma a ben vedere si tratta di una penalizzazione che colpisce circa la metà dei pensionati italiani. Chi percepisce assegni fino a 4 volte l’importo minimo di trattamento (2.255 euro al mese) è infatti il 54% della platea dei beneficiari. Tutti gli altri stanno sopra.

Chi più e chi meno, dovrà mettere in conto delle riduzioni che già si vanno a sommare a quelle operate lo scorso anno. Le sei fasce di rivalutazione, introdotte con la legge di bilancio 2023, producono effetti cumulativi nel tempo per chi percepisce assegni al di sopra della soglia minima. Il che vuol dire che la base di partenza su cui sono calcolati gli aumenti del 2024 è già di per sé inferiore a quanto sarebbe stato senza la riforma dello scorso anno.

Vi è quindi un effetto trascinamento della penalizzazione che comporta perdite significative del potere di acquisto nel tempo. Perché ogni anno la perequazione automatica delle pensioni medio-alte avrà come base di partenza un importo già penalizzato in precedenza.

Sicché il taglio risulta superiore a quanto previsto dalle fasce di rivalutazione 2024 in relazione a quanto stabilito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’adeguamento all’inflazione.

Le sei fasce di rivalutazione da gennaio 2024

Ma vediamo bene come sarà l’aumento delle pensioni da gennaio 2024. Posto che la percentuale di incremento sarà del 5,4%, solo chi percepisce fini a 2.255 euro al mese godrà dell’aumento pieno. Per tutti gli altri sarà diverso e nella seguente misura che riepiloghiamo:

  • 100% fino a 4 volte il trattamento minimo
  • 85% da 4 a 5 volte il trattamento minimo
  • 53% da 5 a 6 volte il trattamento minimo
  • 47% da 6 a 8 volte il trattamento minimo
  • 37% da 8 a 10 volte il trattamento minimo
  • 22% oltre le 10 volte il trattamento minimo

I più penalizzati saranno i pensionati d’oro che percepiscono più di 5.600 euro al mese. Per costoro, il taglio della rivalutazione dell’assegno sarà incrementato rispetto allo scorso anno (era del 32%).

Favorite, al contrario, saranno le pensioni minime per le quali è previsto un bonus aggiuntivo una tantum per il 2024 del 2,7%. Questi pensionati da gennaio 2024 percepiranno un assegno pari a 609 euro al mese, senza distinzione di età fra over 75 e under 75 come avvenuto nel 2023.

In conclusione, quindi, solo le pensioni fino a 2.555 euro al mese godranno degli aumenti previsti in base all’inflazione. Tutte le altre subiranno tagli che produrranno risparmi di spesa per lo Stato per svariati miliardi di euro. Un modo come tanti per fare cassa in maniera rapida e diretta sulle tasche dei contribuenti al punto che i dirigenti preparano causa allo Stato.

Riassumendo…

  • A gennaio le pensioni degli italiani saranno rivalutate del 5,4% in base ai dati sull’inflazione 2023.
  • Favoriti solo gli importi fino a 4 volte il trattamento minimo, per gli altri sono previsti dei tagli commisurati al livello di rendita.
  • Riduzioni pesanti per le pensioni sopra 5.600 euro al mese.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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