Grazie al condono contributivo molti pensionati statali potranno avere più soldi. Come canta Fiorella Mannoia con il brano Sogna: “Tutta una vita passata a commettere errori, ma solamente chi sbaglia ha qualcosa da tirare fuori. Difendi ogni giorno passione e quello in cui credi”.
Parole che oggi sembrano calzare a pennello anche per migliaia di pensionati statali.
Dopo anni di lavoro, sacrifici e contributi versati, molti scoprono che, a causa di errori o omissioni nei dati, l’importo della loro pensione potrebbe non essere quello giusto. In alcuni casi mancano dei versamenti, in altri il calcolo effettuato dall’Inps non tiene conto di tutti i periodi di servizio.
Ed è proprio qui che entra in gioco il condono contributivo. Ma di cosa si tratta e chi ne ha diritto? Entriamo nei dettagli e facciamo chiarezza, tenendo conto degli ultimi aggiornamenti Inps.
Pensioni statali, approfitta del condono contributivo per correggere questi errori e ottenere più soldi
Il condono contributivo si rivela essere un’opportunità importante per migliaia di lavoratori e pensionati del settore pubblico, nata per risolvere errori e omissioni nei versamenti contributivi che, nel tempo, hanno portato a calcoli sbagliati degli assegni. Grazie a questa sanatoria, le amministrazioni possono aggiornare i dati contributivi senza dover pagare di nuovo gli importi mancanti, permettendo così all’Inps di ricalcolare le pensioni e, in molti casi, riconoscere arretrati e aumenti significativi.
Questo intervento è particolarmente utile perché non comporta oneri per il pensionato. Non viene richiesto alcun versamento aggiuntivo, ma solo una verifica della propria posizione contributiva. Entrando nei dettagli, come spiegato sul sito dell’Inps:
“L’Istituto ha pubblicato la circolare INPS 12 agosto 2025, n. 118 che chiarisce l’applicazione dell’articolo 1, commi 131-133 della legge di bilancio 2024, introducendo importanti novità per le Pubbliche Amministrazioni nella gestione degli obblighi contributivi, relativi ai periodi precedenti al 2005. La principale novità nella circolare riguarda l’assolvimento automatico degli obblighi contributivi: per i periodi di paga fino al 31 dicembre 2004, le Pubbliche Amministrazioni che trasmettono le denunce mensili sono considerate automaticamente in regola con gli obblighi contributivi, senza dover documentare l’effettivo versamento dei contributi”.
Chi può beneficiare del ricalcolo della pensione
Non tutti i pensionati statali possono ottenere gli stessi vantaggi.
La misura, infatti, distingue due categorie:
- Pensionati da meno di tre anni. Chi è andato in pensione da meno di tre anni può usufruire appieno della sanatoria. In questo caso, se vengono riconosciuti contributi aggiuntivi, l’assegno mensile viene ricalcolato e aumentato, con la possibilità di ricevere anche gli arretrati maturati.
- Pensionati da più di tre anni. Per chi ha superato i tre anni dalla decorrenza della pensione, l’Inps non può modificare l’importo mensile dell’assegno. Tuttavia la sanatoria permette comunque di aggiornare i dati contributivi.
Questo significa che eventuali errori passati vengono sanati, ma non significa che verranno subito erogati più soldi ogni mese. Bensì ci sarà un ricalcolo ufficiale che servirà a determinare eventuali incrementi o arretrati.
Effetti sul TFR e TFS dei dipendenti pubblici
Oltre agli assegni pensionistici, la correzione dei contributi può influire anche sul TFR e sul TFS. Se i versamenti risultano incompleti, infatti, l’aggiornamento dei dati potrebbe portare a un aumento della liquidazione spettante. Nel caso contrario, qualora si individuino importi in eccesso, può essere richiesta la relativa restituzione. A tal proposito nella circolare dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale viene sottolineato come:
“La riliquidazione del TFS/TFR, a seguito di una variazione degli importi delle retribuzioni, può comportare una rideterminazione in ribasso degli importi delle prestazioni già liquidate, per le quali è necessario provvedere al recupero del maggiore importo erogato.[…] L’indebito scaturito dal ricalcolo dell’indennità di buonuscita, a seguito della variazione dei dati giuridici e retributivi comunicati dall’Amministrazione, rientra nella fattispecie di cui alla lettera c) del primo comma del citato articolo 30 e, in tale caso, l’INPS ha sessanta giorni di tempo, decorrenti dalla data in cui l’Istituto è venuto a conoscenza dei nuovi elementi che hanno generato l’indebito medesimo, per recuperare la prestazione. [..] Nell’eventualità in cui l’iscritto non restituisca l’importo indebito in unica soluzione o ratealmente, le Strutture territoriali dell’INPS devono provvedere ad attivare le modalità di recupero previste dalla citata circolare n. 47/2018″.
Tempistiche per richiedere il controllo
Un aspetto fondamentale riguarda le tempistiche. La possibilità di beneficiare del condono contributivo è prorogata fino al 2025, lasciando quindi più tempo ai lavoratori e ai pensionati per verificare la propria posizione. Chi desidera approfittare della misura può contattare l’amministrazione di appartenenza per chiedere una revisione dei dati oppure fare richiesta all’Inps per ottenere un controllo contributivo. In alternativa è possibile rivolgersi a un patronato per ricevere assistenza gratuita per verificare la situazione.
Il condono contributivo è un’opportunità da non sottovalutare. Migliaia di pensionati potrebbero scoprire che i loro assegni sono più bassi del dovuto a causa di dati contributivi incompleti o errati. Un semplice controllo potrebbe tradursi in un assegno mensile più alto, possibilità di ottenere arretrati non percepiti e una liquidazione del TFR o del TFS più favorevole. In un momento storico in cui le pensioni sono sotto pressione e i redditi spesso insufficienti, questa sanatoria rappresenta un’occasione concreta per recuperare somme importanti e tirare un sospiro di sollievo.
