Pensioni Ape e quota 41, è vero che non serve più la Naspi?

Ci sono due misure di pensionamento anticipato attualmente in vigore che includono tra i potenziali beneficiari anche i lavoratori disoccupati. Si tratta di strumenti differenti per requisiti e caratteristiche, ma accomunati dal fatto che la disoccupazione — e in particolare la percezione della Naspi — è un elemento centrale per poter accedere a entrambe. È dunque fondamentale percepire la Naspi, anche se nel 2024 alcune sentenze di tribunali del lavoro hanno dato ragione a ricorrenti che sono riusciti a ottenere la pensione senza averla percepita. Tuttavia, è bene distinguere tra il diritto all’indennità di disoccupazione e il diritto alla prestazione
1 mese fa
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Ci sono due misure di pensionamento anticipato attualmente in vigore che includono tra i potenziali beneficiari anche i lavoratori disoccupati. Si tratta di strumenti differenti per requisiti e caratteristiche, ma accomunati dal fatto che la disoccupazione — e in particolare la percezione della Naspi — è un elemento centrale per poter accedere a entrambe.

È dunque fondamentale percepire la Naspi, anche se nel 2024 alcune sentenze di tribunali del lavoro hanno dato ragione a ricorrenti che sono riusciti a ottenere la pensione senza averla percepita. Tuttavia, è bene distinguere tra il diritto all’indennità di disoccupazione e il diritto alla prestazione pensionistica, che seguono logiche differenti.

Per questo motivo, è vietato fraintendere le regole e altrettanto errato fare supposizioni diverse da quanto realmente stabilito dall’INPS nel momento in cui valuta una domanda di pensionamento, secondo la sua classica istruttoria.

Pensioni Ape e Quota 41: è vero che non serve più la Naspi?

Riportiamo una domanda emblematica, che riflette il dubbio di molti:

“Buongiorno, sto per maturare i requisiti per l’Ape sociale. Credo di riuscirci subito dopo l’estate. Intendo prendere la Naspi da disoccupato, perché il mio datore di lavoro mi licenzierà non appena compirò 63 anni e 5 mesi, come pattuito. Ho 33 anni di contributi. Ma non voglio accedere alla Naspi. Ho capito — ma forse sbaglio — che la Naspi non è più necessaria. È vero o no?”

La risposta richiede di analizzare le condizioni previste per entrambe le misure.

Perché Naspi e Ape sociale sono collegate

Come accennato, per i lavoratori disoccupati esistono due percorsi pensionistici:

  • Ape sociale;
  • Quota 41 per lavoratori precoci.

L’Ape sociale è accessibile a chi ha almeno 63 anni e 5 mesi di età e 30 anni di contributi versati.

È considerata una misura di accompagnamento alla pensione di vecchiaia, e si colloca successivamente alla Naspi.

Infatti, dopo aver concluso il periodo di indennità di disoccupazione erogata dall’INPS, il lavoratore può accedere all’Ape sociale, che copre il periodo fino al raggiungimento dei 67 anni, quando subentrerà la pensione di vecchiaia ordinaria.

Essendo una misura più simile a un ammortizzatore sociale, l’Ape sociale:

  • non prevede tredicesima mensilità;
  • non è indicizzata all’inflazione;
  • non include trattamenti di famiglia;
  • non è reversibile in caso di decesso del beneficiario;
  • non può superare i 1.500 euro al mese.

Inoltre, non è compatibile con attività lavorativa, salvo per lavoro autonomo occasionale con reddito annuo inferiore a 5.000 euro.

I precoci disoccupati possono accedere alla Quota 41 dopo la Naspi

La Quota 41 per i lavoratori precoci disoccupati consente di andare in pensione senza vincoli anagrafici, purché siano stati versati almeno 41 anni di contributi, di cui almeno 12 mesi prima dei 19 anni di età.

Anche in questo caso, è fondamentale rientrare nei requisiti della Naspi.

Non si può accedere né all’Ape sociale né alla Quota 41 se la perdita del lavoro non è avvenuta in modo involontario. In altre parole, le dimissioni volontarie escludono il diritto alla Naspi e, di conseguenza, anche il diritto a queste forme di pensionamento anticipato.

Chi lascia il lavoro di propria volontà non potrà quindi richiedere l’indennità di disoccupazione, e non potrà accedere ad Ape sociale o Quota 41.

Naspi, Ape sociale e Quota 41: come funzionano davvero le regole

Come anticipato, nel 2024 alcuni tribunali hanno dato ragione a lavoratori che non avevano percepito la Naspi, ma ai quali l’INPS aveva respinto la domanda di Ape sociale per tale motivo.

Secondo le norme attuali, la domanda di pensionamento può essere presentata solo dopo la fruizione completa della Naspi. In particolare, per la Quota 41, è necessario:

  • aver percepito interamente la Naspi spettante;
  • attendere tre mesi dall’ultima rata percepita prima di presentare domanda.

Cosa fare se l’INPS respinge la domanda di pensione

I ricorsi sono nati nei casi in cui l’INPS ha bocciato la domanda di pensionamento perché il richiedente non aveva richiesto la Naspi, pur avendone diritto.

I giudici, però, hanno interpretato diversamente la normativa: la Naspi è obbligatoria solo per chi l’ha effettivamente richiesta e iniziato a percepire, e deve essere interamente fruita prima di passare all’Ape sociale, perché le due misure non sono cumulabili.

Chi non ha mai richiesto la Naspi, secondo queste sentenze, potrebbe accedere direttamente all’Ape sociale.

Va però chiarito che queste decisioni non modificano l’orientamento ufficiale dell’INPS, che continuerà a respingere le domande presentate senza la fruizione completa della disoccupazione. Chi riceve un rigetto dovrà intraprendere un ricorso legale, sostenuto da precedenti giurisprudenziali.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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