Pensioni 2025 con quota 97,6, ecco chi potrà uscire subito e chi deve adoperarsi per farlo nel 2026

Pensione 97,6. Come è possibile sfruttare anche nel 2025 lo scivolo usuranti e cosa cambia per chi può accedere alla misura nel 2026 o dopo.
4 mesi fa
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Pensione a 63 anni
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Alcuni lavoratori potranno andare in pensione nel 2025, mentre altri inizieranno a prepararsi per il pensionamento nel 2026. Una misura, infatti, sarà attiva sia nel 2025 che nel 2026 e non subirà modifiche nei requisiti e nelle regole. Ciò indipendentemente da eventuali novità nella futura legge di Bilancio. Questa misura è conosciuta come lo “scivolo lavoro usurante” e consentirà a molti lavoratori di andare in pensione prima dei 62 anni già dal prossimo anno. Oggi analizziamo, in risposta a due nostri lettori, come funziona esattamente questo interessante strumento di previdenza sociale che consente di andare in pensione con la quota 97,6.

Le domande arrivate in redazione

“Buonasera, nel 2025 compirò 61 anni e 7 mesi a giugno. Sono un operaio di fabbrica, addetto alla linea a catena, e mi è stato detto che le condizioni relative all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro sono utili per la pensione con lo scivolo usuranti. Dal momento che a gennaio o febbraio completerò i 35 anni di contributi, secondo voi potrò andare in pensione? E, se sì, quando devo fare la domanda di certificazione della pensione? Alcuni mi dicono che sono già in ritardo.”

“Salve, vorrei dei chiarimenti sulla pensione in regime di scivolo usuranti. Sono nato nel 1964 e quindi nel 2026 compirò 62 anni. Sono un addetto alla linea a catena e vorrei capire cosa devo fare nel 2025 per poter andare in pensione nel 2026. Mi è stato suggerito di fare presto, già all’inizio del 2025, con una domanda preventiva di pensionamento all’INPS. Secondo voi, qual è la strada giusta? E, secondo voi, ci sono dubbi sul fatto che lo scivolo lavoro usurante venga confermato anche nel 2026?”

Pensioni 2025 con quota 97,6: ecco chi potrà uscire subito e chi deve prepararsi per farlo nel 2026

Anche nel 2025, e per gli anni successivi, lo scivolo per i lavori usuranti rimarrà una misura attiva. Questo perché è diventata una misura strutturale del sistema pensionistico, che non necessita di essere rinnovata annualmente, anche se è legata alle risorse che lo Stato decide di destinare ogni anno per garantire il pensionamento di questi lavoratori.

Lo scivolo per i lavori usuranti permette di andare in pensione con un netto anticipo rispetto ai requisiti ordinari, ma è riservato, come tutti sanno, a determinate categorie. Inoltre, è necessario soddisfare specifici requisiti e seguire una particolare procedura per la richiesta della pensione. Vediamo quindi come sfruttare la pensione con quota 97,6 per i lavori usuranti.

Pensione anticipata: basta avere già 61,7 anni di età con quota 97,6

La pensione anticipata con quota 97,6 richiede di soddisfare un doppio requisito minimo. Infatti, è possibile andare in pensione già a partire da 61 anni e 7 mesi di età, ma solo se si hanno almeno 35 anni di contributi. La somma dell’età e dei contributi, tenendo conto anche delle frazioni di anno, deve raggiungere la quota 97,6. Con questa misura, si può andare in pensione a un’età decisamente più bassa rispetto ai 67 anni della pensione di vecchiaia.

Inoltre, si può smettere di lavorare con molti meno anni di contributi rispetto alle pensioni anticipate ordinarie, che richiedono 42 anni e 10 mesi di versamenti per gli uomini o 41 anni e 10 mesi per le donne. Tuttavia, come detto, la misura non è generalizzata, in quanto riguarda solo una ristretta platea di lavoratori. Ma chi sono questi lavoratori? Ecco l’elenco dettagliato:

  • Lavoratori delle gallerie;
  • Lavoratori delle cave o delle miniere;
  • Addetti alle attività svolte in cassoni ad aria compressa;
  • Palombari;
  • Lavoratori esposti ad alte temperature;
  • Lavoratori del vetro cavo;
  • Addetti ad attività in spazi angusti e ristretti;
  • Addetti alle attività di rimozione dell’amianto.

Chi considera queste categorie lavorative abbastanza rare dovrebbe ricredersi. Le stesse opportunità di pensionamento anticipato con questa misura si applicano anche a:

  • Lavoratori notturni;
  • Addetti alla cosiddetta linea a catena;
  • Autisti di mezzi di trasporto pubblico con una capacità di carico di almeno 9 persone.

Come funziona la pensione con quota 97,6 e perché l’unica penalizzazione possibile è il posticipo della decorrenza

Per ricapitolare, per andare in pensione con lo scivolo usuranti, è necessario avere almeno 61 anni e 7 mesi di età, 35 anni di contributi e raggiungere la quota 97,6.

Non ci sono finestre per questa misura: la decorrenza scatta infatti dal primo giorno del mese successivo a quello in cui vengono completati tutti i requisiti. Tuttavia, per usufruire di questa misura, è necessario prima presentare la domanda di certificazione del diritto, che deve essere inoltrata con largo anticipo, entro il primo maggio dell’anno precedente.

In altre parole, chi intende andare in pensione nel 2025, avendo completato i requisiti, avrebbe dovuto presentare la domanda di certificazione del diritto entro il primo maggio 2024. Chi invece prevede di andare in pensione nel 2026, avendo completato i requisiti, deve presentare la domanda di certificazione entro il primo maggio 2025.

Ecco cosa perde il lavoratore ritardatario nella domanda di certificazione del diritto

La domanda di certificazione del diritto è una richiesta che il lavoratore presenta all’INPS per verificare il suo diritto a lasciare il lavoro con lo scivolo usuranti. Questa domanda deve essere presentata con molto anticipo per consentire all’INPS di verificare il diritto alla pensione.

Chi non presenta la domanda per tempo, però, non viene necessariamente escluso dalla misura. Ma può perdere mesi di pensione, poiché, quasi fosse una penalizzazione per i ritardatari, la decorrenza del trattamento viene posticipata.

Infatti, un lavoratore che completa la quota 97,6 e tutti gli altri requisiti nel 2025, ma non ha presentato la domanda entro il primo maggio 2024, perderà un mese di pensione. La decorrenza della prestazione per chi presenta la domanda entro i primi 30 giorni successivi alla scadenza del primo maggio slitta al primo giorno del secondo mese successivo al completamento dei requisiti.

Se il ritardo è maggiore, ma non oltre i 60 giorni successivi al primo maggio 2024, la decorrenza della prestazione pensionistica è dal primo giorno del terzo mese successivo.

Per domande ancora più tardive, si passa al primo giorno del quarto mese successivo alla data di maturazione dei requisiti.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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