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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni 2024-2025: vecchiaia e anticipate a confronto, numeri e tendenze

Le pensioni rappresentano un pilastro del sistema italiano, con differenze significative tra pensioni di vecchiaia e pensioni anticipate
7 mesi fa
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Pensioni 74 anni
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Il tema delle pensioni continua a occupare un ruolo centrale nel panorama previdenziale italiano, soprattutto alla luce dei dati recentemente pubblicati relativi agli anni 2024 e ai primi mesi del 2025. Un’analisi dettagliata consente di comprendere meglio le dinamiche che regolano l’accesso alla pensione di vecchiaia rispetto a quella anticipata, due pilastri fondamentali del sistema pensionistico nazionale.

Il quadro generale delle pensioni

Nel corso del 2024, sono state complessivamente liquidate 877.186 prestazioni pensionistiche, con un valore medio mensile pari a 1.229 euro. Una cifra che, pur essendo variabile a seconda della tipologia di trattamento, offre un’indicazione dell’importanza economica delle pensioni nel reddito degli italiani.

I primi tre mesi del 2025 hanno visto l’erogazione di ulteriori 194.582 pensioni, il cui importo medio mensile ha mostrato una lieve crescita, attestandosi a 1.237 euro. Questa leggera variazione positiva testimonia l’effetto degli adeguamenti normativi e contributivi introdotti di recente.

I numeri complessivi includono diverse categorie previdenziali: pensioni di vecchiaia, pensioni anticipate, assegni sociali, trattamenti legati a fondi speciali, pensioni di invalidità e prestazioni ai superstiti.

Pensioni di vecchiaia: caratteristiche e dati

Le pensioni di vecchiaia rappresentano la modalità tradizionale di accesso al trattamento previdenziale, subordinata al raggiungimento di un’età anagrafica stabilita dalla legge, oltre che al soddisfacimento di determinati requisiti contributivi.

Nel 2024, le pensioni di vecchiaia liquidate sono state 266.620. Nei primi tre mesi del 2025 si sono aggiunte altre 56.271 prestazioni. Questi dati confermano il peso significativo che la pensione di vecchiaia continua ad avere nel nostro sistema di welfare.

L’importo medio percepito attraverso queste pensioni contribuisce a sostenere il tenore di vita di coloro che hanno terminato la carriera lavorativa seguendo il percorso previdenziale standard, basato principalmente sul requisito anagrafico.

Pensioni anticipate: una scelta sempre più diffusa

A fianco delle pensioni di vecchiaia si affianca la possibilità di accedere a pensioni anticipate (Quota 103, Ape sociale, anticipata ordinaria, Opzione donna, ecc.), soluzione scelta da chi preferisce ritirarsi dal mondo del lavoro prima di raggiungere l’età anagrafica standard, a fronte del possesso di un’anzianità contributiva elevata.

Nel 2024 sono stati erogati 223.216 trattamenti di pensione anticipata. Nel primo trimestre del 2025 sono stati concessi ulteriori 54.094 assegni. Questi numeri rivelano un interesse crescente verso formule di uscita flessibile, che rispondono all’esigenza di molti lavoratori di anticipare il pensionamento senza attendere il raggiungimento dell’età canonica.

La pensione anticipata, pur mantenendo un livello medio di importo comparabile a quella di vecchiaia, risponde a logiche diverse, spesso legate a carriere iniziate precocemente o a situazioni di lavoro usurante.

Altre categorie pensionistiche

Accanto ai principali canali di accesso alla pensione, occorre considerare anche le altre forme di trattamento erogate nel sistema previdenziale italiano.

Nel 2024 sono state registrate:

  • 57.905 pensioni di invalidità;
  • 232.669 pensioni ai superstiti.

Nel primo trimestre del 2025, invece, sono stati liquidati:

  • 9.444 trattamenti di invalidità;
  • 49.272 pensioni ai superstiti.

Queste categorie, pur non essendo oggetto del confronto principale, rappresentano una componente essenziale della protezione sociale, tutelando situazioni di particolare fragilità.

Pensione di vecchiaia vs pensione anticipata: differenze sostanziali

Il confronto tra pensione di vecchiaia e pensione anticipata non si limita ai dati numerici, ma coinvolge aspetti strutturali e regolamentari profondamente diversi.

La pensione di vecchiaia si configura come un diritto acquisito al compimento di una certa età (67 anni), abbinata a una soglia minima di contributi versati (20 anni). Essa risponde a una logica di età-anagrafica matura e intende garantire la sostenibilità del sistema previdenziale nel tempo.

Al contrario, la pensione anticipata permette l’uscita dal lavoro prima del raggiungimento dell’età di vecchiaia, in presenza di un’anzianità contributiva che può variare a seconda della normativa vigente (attualmente l’anticipata ordinaria prevede 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne). Non dipende quindi dall’età anagrafica, ma dalla durata della carriera lavorativa. Se poi andiamo su Quota 103, ad esempio, è possibile lasciare il lavoro a 62 anni con 41 di contributi.

Inoltre, mentre l’importo della pensione di vecchiaia è spesso pienamente maturato, la pensione anticipata può, in alcuni casi, essere soggetta a penalizzazioni o riduzioni legate all’anticipo rispetto all’età standard.

Il peso economico delle due tipologie

Sia le pensioni di vecchiaia sia quelle anticipate si attestano su importi medi abbastanza simili, rispettivamente intorno ai 1.229 euro nel 2024 e con un lieve incremento nel 2025. Tuttavia, le dinamiche economiche possono differenziarsi:

  • chi opta per l’anticipo potrebbe avere un assegno più basso per effetto di minori contributi accreditati o eventuali penalizzazioni;
  • chi arriva a pensione di vecchiaia può beneficiare di un trattamento potenzialmente più completo e, in alcuni casi, aggiornato agli ultimi adeguamenti retributivi.

Conclusioni: verso un sistema più flessibile?

L’analisi dei dati relativi alle pensioni nel biennio 2024-2025 mostra come la pensione anticipata stia diventando un’alternativa sempre più scelta rispetto alla pensione di vecchiaia.

Il crescente numero di accessi anticipati testimonia un bisogno di maggiore flessibilità da parte dei lavoratori, spesso motivato da condizioni di salute, tipologie di lavoro gravose o semplicemente dalla volontà di godere di un’uscita anticipata dal mondo del lavoro.

Le istituzioni previdenziali sono quindi chiamate a riflettere su un equilibrio che tuteli la sostenibilità economica del sistema.

E senza penalizzare eccessivamente chi sceglie di uscire prima dal mercato del lavoro.

Le pensioni, in ogni loro forma, continuano a rappresentare un elemento chiave del benessere economico della popolazione. E il confronto tra vecchiaia e anticipate resta uno degli aspetti più significativi da monitorare nei prossimi anni.

Riassumendo

  • Nel 2024 liquidate 877.186 pensioni con importo medio mensile di 1.229 euro.
  • Nei primi tre mesi del 2025 erogate 194.582 pensioni con importo medio aumentato.
  • Le pensioni di vecchiaia richiedono il raggiungimento di un’età e contributi minimi.
  • Le pensioni anticipate permettono il pensionamento prima dell’età standard con anzianità contributiva.
  • Gli importi medi tra pensioni di vecchiaia e anticipate risultano abbastanza simili.
  • Cresce la preferenza per la pensione anticipata, spinta da flessibilità ed esigenze lavorative.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.