Pensione 2025, se è bassa fai domanda e prendi 600 euro al mese almeno

Pensione 2025 troppo bassa? Ecco come si fa a portarla ad oltre 600 euro al mese grazie all'integrazione al trattamento minimo INPS.
1 mese fa
2 minuti di lettura
Pensione 2025 troppo bassa? Ecco come si fa a portarla ad oltre 600 euro al mese grazie all'integrazione al trattamento minimo INPS.
Foto © Pixabay

Può sembrare strano, soprattutto per chi percepisce trattamenti ben al di sotto di certe soglie, sentir parlare di pensione minima da oltre 600 euro al mese. Eppure, così è. In Italia esistono strumenti normativi che consentono ai pensionati di ricevere una somma mensile almeno pari al trattamento minimo stabilito dall’INPS. Molti pensionati, forse per mancanza di informazioni, continuano a percepire assegni inferiori ai 600 euro, e talvolta anche inferiori ai 500 euro. Ecco quindi una soluzione semplice e intuitiva per ottenere pensioni superiori ai 600 euro al mese nel 2025.

Pensione 2025: se è bassa, fai domanda e prendi almeno 600 euro al mese

Due fattori fondamentali influenzano l’importo della pensione percepita:

  • l’importo della pensione;
  • il reddito complessivo del pensionato.

Quando entrambi sono bassi, l’INPS può intervenire direttamente, aumentando l’importo della pensione grazie all’integrazione al trattamento minimo.

Questa integrazione è un incremento dell’assegno previdenziale già in pagamento, fino al raggiungimento di una soglia minima annualmente stabilita dallo Stato, in base al decreto del Governo e agli indici ISTAT.

I beneficiari di questa misura ricevono automaticamente anche un’extra rivalutazione, pari al 2,2%, decisa dal Governo per tutelare il potere d’acquisto delle pensioni più basse.

Inflazione, decreti, redditi: tutto ciò che incide sulle pensioni integrate al minimo

L’integrazione al trattamento minimo è uno strumento che l’INPS attiva ogni anno, per contrastare l’effetto dell’inflazione sulle pensioni. Infatti, così come accade per stipendi e redditi, anche le pensioni subiscono una perdita di valore reale.

In base al tasso di inflazione annuo comunicato dall’ISTAT, il Governo emana il decreto di perequazione, che determina l’aumento delle pensioni, compresi:

  • i trattamenti minimi;
  • le integrazioni previste per legge.

Attenzione però: l’integrazione al minimo spetta solo alle pensioni calcolate con il sistema retributivo o misto. Le pensioni interamente contributive, ovvero quelle calcolate solo sui versamenti effettuati dal 1° gennaio 1996 in poi, non possono beneficiare di questo strumento.

Inoltre, per ottenere l’integrazione, è fondamentale che il reddito complessivo del pensionato non superi specifici limiti.

Valori di riferimento 2025:

  • trattamento minimo annuo: 7.844,20 euro;
  • equivalente mensile: 603,40 euro;

Quindi, chi percepisce una pensione inferiore a 603,40 euro al mese, e ha redditi complessivi inferiori a 7.844,20 euro, ha diritto all’integrazione piena.

Come arrivare ad oltre 600 euro al mese di pensione

L’integrazione eleva l’importo della pensione fino alla soglia minima stabilita annualmente. Tuttavia, chi ha redditi superiori a 7.844,20 euro ma inferiori a 15.688,40 euro può comunque ottenere una integrazione parziale.

Oltre questa soglia, l’integrazione non è più concessa.

Ma c’è un altro elemento determinante: il reddito del coniuge, se presente, viene conteggiato.

Fasce di reddito familiare 2025:

  • Redditi coniugali fino a 31.376,80 euro → integrazione intera
  • Redditi coniugali fino a 39.221,00 euro → integrazione ridotta
  • Redditi superiori a 39.221,00 euronessuna integrazione

L’extra rivalutazione: pensioni minime a 616,67 euro al mese nel 2025

Oltre all’adeguamento dello 0,8% legato all’inflazione di previsione 2024, il Governo ha riconosciuto, solo alle pensioni minime, un incremento straordinario del 2,2%.

Quindi, grazie all’integrazione al minimo + rivalutazione extra, il nuovo valore della pensione minima per il 2025 sale a 616,67 euro al mese

Un’opportunità importante, soprattutto per chi ha trattamenti molto bassi.

Ecco perché è fondamentale che i pensionati in possesso dei requisiti presentino domanda all’INPS e non rinuncino a un diritto che spetta per legge.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

quattordicesima pensionati
Articolo precedente

Pensioni: la guida al calcolo della quattordicesima, c’è chi arriva a 1.700 euro di pensione

Occhiuto
Articolo seguente

Occhiuto sotto inchiesta, la Calabria tra imbarazzo e silenzi