Pensione 10 anni prima, si può e per chi da due anni è disoccupato è più facile

C'è chi può andare in pensione 10 anni prima, ma solo se viene da lunghi periodi di inoccupazione, ecco la guida alla Rita.
6 mesi fa
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pensione 10 anni prima
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Per i lavoratori che da anni hanno perso il lavoro e non riescono a trovarne uno nuovo, la situazione è grave. Tuttavia, grazie a uno strumento previdenziale specifico, il problema può essere risolto. Esiste infatti la possibilità di sfruttare un canale pensionistico preferenziale, anche se si tratta di previdenza complementare e non della previdenza sociale classica.

“Buongiorno a voi, redazione di Investire Oggi. Avete per caso delle informazioni specifiche sulla RITA? Parlo della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata. Visto che a dicembre prossimo saranno esattamente due anni che non lavoro, posso sfruttare l’anticipo pensionistico? Credo di avere dei versamenti alla previdenza integrativa, ma non mi è chiaro se rientro nella RITA.

Vi ringrazio in anticipo se potete darmi una delucidazione.”

Pensione 10 anni prima: si può, e per chi da due anni è disoccupato è più facile

Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, questo è l’acronimo di RITA, una misura introdotta con la Legge di Bilancio del 2017, ormai stabile e strutturale. La RITA permette ad alcuni lavoratori di accedere alla pensione anche a partire dai 57 anni di età, cioè con 10 anni di anticipo rispetto ai requisiti ordinari.

Gli interessati a questo pensionamento anticipato devono essere iscritti alle forme pensionistiche complementari e avere almeno 5 anni di versamenti al fondo di previdenza complementare (o 3 anni se l’interessato ha interrotto i versamenti dopo essere stato trasferito all’estero). Per sfruttare la RITA, sono necessari almeno 20 anni di contributi versati. La misura consente l’uscita 5 anni prima dei 67 anni di età, ma i 10 anni di anticipo riguardano solo una particolare categoria di contribuenti.

Un anticipo da 5 a 10 anni: ecco le differenze

Quando si parla di RITA, si fa riferimento a una potenziale uscita a 62 anni. Tuttavia, c’è una possibilità che permette di raddoppiare il vantaggio, passando da 5 a 10 anni di anticipo. Questo beneficio è riservato ai contribuenti disoccupati da almeno 24 mesi, che possono quindi anticipare la pensione già a 57 anni.

La rendita anticipata è temporanea poiché cessa di essere erogata al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia ordinaria. La scelta della RITA è a discrezione del contributore. La rendita viene liquidata mensilmente e l’importo varia in base all’entità dei versamenti effettuati nel fondo di previdenza integrativa. Inoltre, il contributore può decidere di chiedere l’anticipazione anche solo di una parte di quanto accantonato.

Al momento della richiesta della RITA, il contribuente deve verificare se si trova a 5 anni di distanza dai 67 anni (o 10 anni in caso di inoccupazione da almeno 24 mesi) e valutare il montante accumulato nella previdenza complementare. Solo dopo queste verifiche deve scegliere la percentuale del montante da convertire in RITA.

Le conclusioni sulla misura di pensionamento anticipato 10 anni prima

Ricapitolando, la RITA è una soluzione che permette di godere di una rendita o pensione per tutti gli anni che mancano alla pensione di vecchiaia. Si rivolge essenzialmente a due categorie di lavoratori e contribuenti. La prima tipologia include coloro che raggiungono l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia entro 5 anni dalla cessazione dell’attività lavorativa, con almeno 20 anni di contributi versati all’INPS e almeno 5 anni di contributi versati ai fondi complementari.

La seconda tipologia riguarda chi raggiunge i requisiti per la pensione di vecchiaia entro 10 anni dalla cessazione dell’attività lavorativa, sempre con 20 anni di contributi obbligatori e almeno 5 anni di contributi complementari versati, e naturalmente con almeno 24 mesi di inoccupazione.

Questa misura offre un’importante opportunità per coloro che si trovano in difficoltà lavorative e vogliono anticipare il loro pensionamento, assicurando una maggiore tranquillità economica in attesa della pensione di vecchiaia.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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