Prende il via con il mese di marzo il Quantitative Tightening, annunciato dalla Banca Centrale Europea (BCE) con il board del dicembre scorso. Dopo anni di acquisti di bond per complessivi 3.253 miliardi di euro al 31 gennaio di quest’anno e realizzati sotto il programma noto come Quantitative Easing, l’istituto ha cessato quest’ultimo nel giugno del 2022. Sino a ieri, però, aveva continuato a reinvestire tutti i bond in scadenza. Da oggi non sarà più così. Fino al 30 giugno, i reinvestimenti saranno pari a 15 miliardi di euro in meno delle scadenze ogni mese.

Questo significa che da qui al termine del secondo trimestre, il bilancio della BCE si ridurrà di circa 60 miliardi.

Quantitative Tightening contro alta inflazione

Il Quantitative Tightening scatta per la necessità di ridurre la liquidità sui mercati per abbassare l’inflazione nell’Eurozona. Pur scesa dal picco storico del 10,6% toccato nell’ottobre scorso, a gennaio restava nettamente sopra il target del 2%, all’8,6%. E in queste ore è intervenuto sul punto Joachim Nagel, governatore della Bundesbank, la banca centrale tedesca. Egli si è detto favorevole all’accelerazione del taglio degli acquisti dei bond, perché ritiene che il ritmo attualmente previsto sia basso e che le dimensioni del bilancio dell’istituto restino poco variate da qui a breve.

Nagel ha altresì avvertito sulla necessità di alzare i tassi d’interesse anche dopo marzo e in misura consistente. Il rallentamento dell’inflazione in corso sarebbe legato solo al calo dei prezzi dell’energia, ma le prospettive a medio termine non sarebbero mutate granché. E si potrà parlare di taglio dei tassi, ha spiegato, solo quando l’inflazione “core” si sarà riportata al 2%. Il dato di gennaio era risultato in crescita al 5,3%, segnando un nuovo record dalla nascita dell’euro.

Scontro tra falchi e colombe s’indurisce

Un’accelerazione del Quantitative Tightening implicherebbe la necessità di ridurre ulteriormente gli acquisti di bond dopo giugno.

I “falchi” dentro la BCE stanno alzando la voce dopo che per settimane era sembrato che le “colombe” avessero preso il sopravvento. Hanno la netta maggioranza nel board e tutta l’intenzione di farla valere in un’occasione come questa. Il mercato già si aspetta che i tassi d’interesse salgano di 125 punti base o 1,25% dai livelli attuali. I tassi di riferimento si porterebbero dal 3% di oggi al 4,25% e non si esclude più che possano arrivare al 4,50%. Erano a zero solamente fino al luglio scorso. Mai la BCE si era imbarcata in una stretta monetaria così rapida.

Lo stesso Nagel fa intendere che l’economia tedesca potrebbe registrare una lieve flessione del PIL quest’anno. Ciononostante, non demorde circa la necessità di aumentare il costo del denaro per abbattere l’alta inflazione di questi mesi. Il Quantitative Tightening sarà un ulteriore terreno di scontro nel board, parallelo a quello sui tassi. Anche per questo il Bund a 10 anni si è portato ormai in area 2,70% e il BTp di pari durata sopra il 4,50%. Per i titoli di stato della Germania si tratta dei livelli più alti dal 2011.

[email protected]