E’ stato un altro enorme successo l’emissione del nuovo Eurobond a 30 anni. L’Unione Europea ha raccolto 6 miliardi di euro, a fronte dei quali gli ordini hanno raggiunto la cifra monstre di 86 miliardi, pari a un rapporto di sottoscrizione di oltre 14 volte maggiore. Il quinto collocamento sindacato dell’anno è stato affidato a Credit Agricole, Goldman Sachs, Morgan Stanley, NatWest Markets e Santander. Il rendimento del titolo è stato fissato a 88 punti base sopra il tasso midswap, attestandosi al 3,385%. Si tratta di una scadenza con data di rimborso per il 5 ottobre del 2054.

La cedola è stata fissata al 3,375% e il prezzo a 99,825 centesimi.

Dati nuova emissione

L’Eurobond a 30 anni ad oggi benchmark ha scadenza in data 4 marzo del 2053 e offre cedola del 3% (ISIN: EU000A3K4DY4). Ieri si acquistava ad una quotazione di circa 93,40 centesimi sul mercato secondario, offrendo un rendimento in area 3,35%. Le emissioni di Bruxelles riflettono la liquidità necessaria per le istituzioni comunitarie, al fine di finanziare programmi come il Next Generation Eu da 800 miliardi entro il 2026 e l’assistenza macro-finanziaria all’Ucraina.

Fame di safe asset in UE

Il successo per l’Eurobond a 30 anni è sintomatico della fame di safe asset che c’è sul mercato del Vecchio Continente. Parliamo di titoli con rating tripla A, cioè considerati massimamente affidabili da tutte le agenzie di valutazione internazionali. L’altissima qualità garantisce un rischio di credito molto basso, nei fatti insignificante. C’è un problema. L’Unione Europea emette pochissimo debito e dopo il 2026 non è neppure certo che continuerà a farlo. Gli analisti notano, quindi, che i suoi titoli siano ancora percepiti come emissioni sovranazionali, anziché veri e propri porti sicuri come i Bund della Germania.

E lo dimostrano proprio i rendimenti. Prendete proprio l’Eurobond a 30 anni al suo debutto. Offre circa tre quarti di punto percentuale in più dell’omologa scadenza tedesca (+72,4 punti base all’emissione di ieri), ma quasi l’1% in meno del BTp trentennale.

Praticamente, il debito comune dell’Unione Europea è percepito una sorta di metà strada tra “safe asset” comunitari alla tedesca e titoli di stato nazionali. E va detto che gli stessi Bund sono quantitativamente carenti sul mercato, privando gli investitori dell’opportunità di inserire nei loro portafogli asset di qualità elevata.

Eurobond 30 anni successo non isolato

Nel primo semestre dell’anno, le emissioni attese di Bruxelles ammontano a 75 miliardi attraverso sei collocamenti sindacati. Nell’intero 2023, quelle a medio-lungo termine furono pari a 115,9 miliardi. Man mano che la raccolta aumenta, il grado di liquidità sul mercato sovranazionale sale e dovrebbe registrarsi un restringimento degli spread denaro/lettera. Gli alti ordini dell’Eurobond a 30 anni di ieri non sono una novità, semmai la conferma dell’apprezzamento tra gli investitori di questo genere di titoli del debito. Ad oggi, tuttavia, l’idea di estendere ad altre finalità o di replicare il Next Generation Eu dopo la scadenza rimane una suggestione.

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