Piazza Affari è salita ai massimi da quindici anni. Bisogna tornare a prima che crollasse Lehman Brothers per trovare un indice FTSE MIB più alto. Da inizio anno, mette a segno un rialzo di quasi il 20%. E dobbiamo ancora considerare le cedole staccate dalle società. Insomma, un buon periodo per chi ha puntato sulla borsa. E se volessimo investire in bond? Operazione sensata o meglio lasciare perdere? Come sempre, una risposta univoca per tutti non esiste. Dipende per prima cosa dalla propensione al rischio.

Il mercato a reddito fisso offre maggiori garanzie rispetto al mercato azionario.

Ripartita corsa ai BTp tra famiglie

Dopodiché vale anche l’orizzonte temporale. Le borse tendono a salire nel lungo periodo, per cui se si è giovani o si ha la possibilità e la pazienza di attendere, le azioni in portafoglio dovrebbero creare valore. Infine, non tutte le società sono tra loro uguali. Alcune salgono tantissimo, altre poco, altre ancora arretrano. A saperlo prima, conosceremmo la composizione ottimale del nostro portafoglio.

Il fattore inflazione in questo periodo si rivela determinante per decidere se investire in bond o azioni. L’esplosione dei prezzi al consumo ha portato nel corso del 2022 a un crollo dei prezzi obbligazionari, mentre i rendimenti si sono impennati. Man mano che questi sono saliti, però, i prezzi hanno ripreso fiato e le famiglie stanno aumentando le esposizioni verso l’obbligazionario. Basti pensare ai +96,6 miliardi di euro in BTp accumulati dagli italiani in appena quindici mesi. E per il prossimo futuro?

Da settimane si specula circa la possibilità che la Banca Centrale Europea (BCE) continui ad alzare i tassi d’interesse anche a settembre. E’ certo che lo farà a fine luglio. Lo ha dichiarato il governatore Christine Lagarde. Investire in bond con l’aumento dei tassi ancora in corso può essere una cattiva operazione per quanti puntino sul tratto a breve della curva e a rivendere i titoli entro breve.

Fintantoché i tassi saliranno, i prezzi resteranno sotto pressione. C’è anche da dire, però, che il mercato sembra avere scontato già l’aumento dei tassi fino a settembre. Solo se la BCE si mostrasse ancora più “falco”, i prezzi dovrebbero riprendere a scendere.

Investire in bond con recessione e calo inflazione

In generale, l’inflazione dovrebbe continuare a “raffreddarsi” nei prossimi mesi, anche se non sappiamo a quale ritmo. Inflazione giù equivale a rendimenti obbligazionari reali in crescita. Dunque, investire in bond può convenire. Anche perché c’è il serio rischio che l’Area Euro vada in crisi. La recessione economica ha già colpito la Germania. Quando ciò accade, la propensione al rischio tra gli investitori si riduce. Investire in borsa diventa meno allettante, perché verosimilmente le aziende quotate fattureranno di meno e faranno minori utili. Viceversa, i prezzi dei bond tendono a salire, in quanto i titoli di stato sono percepiti come safe asset.

In genere, gli spread sull’obbligazionario si allargano durante una crisi a sfavore dei bond “spazzatura”, cioè con rating inferiori a BBB-/Baa3. Non è un trend scontato, dato che in recessione le banche centrali riducono di solito i tassi d’interesse. E un costo del denaro più basso favorisce particolarmente proprio gli emittenti più critici sul piano finanziario. In sostanza, nei prossimi mesi l’inflazione dovrebbe arretrare. Ciò si accompagnerebbe anche a una frenata dell’economia, anzi è probabile che essa stessa agevoli la decelerazione nella crescita dei prezzi al consumo. In uno scenario di questo tipo, investire in bond può fare bene ai portafogli d’investimento. Quando i tassi sono alti, i bond a lunga scadenza diventano particolarmente allettanti. I loro prezzi saliranno più velocemente degli altri con un calo dei rendimenti di mercato.

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