Dopo un anno abbondante di sofferenze, sono tornate le soddisfazioni per gli obbligazionisti. E che soddisfazioni! Il 2023 stava per essere ricordato come un altro anno da dimenticare per il mercato dei bond, magari soltanto un po’ meno terribile e traumatico del 2022. Questo era quanto avremmo scritto oggi se fossimo rimasti ai minimi di prezzo segnati in ottobre. Ma ecco che all’improvviso è spuntato un rally inatteso, specie per l’entità. E ad essersene avvantaggiati sono stati, in particolare, i possessori di bond a lunga scadenza.

Rally spettacolare in tutta l’Eurozona

In queste ultime settimane, i prezzi delle obbligazioni sono aumentati e i rendimenti diminuiti. I due viaggiano sempre in direzione opposta. I bond a lunga scadenza sono particolarmente sensibili alle variazioni dei tassi di mercato, in quanto hanno una “duration” elevata. Il concetto di “duration” sarà ai più ignoto. Ci limitiamo a dire che essa capta la sensibilità del prezzo rispetto a una variazione del rendimento dell’1%.

Più e più volte abbiamo parlato dei maxi-guadagni messi a segno dai titoli di stato italiani come il BTp 2072 e il BTp 2053. Sarebbe bene non fossilizzarci sul mercato sovrano nostrano, altrimenti rischiamo di farci sfuggire altre occasioni d’investimento non meno remunerative in un contesto di attesa per la discesa dei tassi di interesse. Tutti ammettono oramai che il costo del denaro sia arrivato all’apice e che non aumenterà più. Il dibattito ruota tutt’al più sui tempi della svolta monetaria.

Bond a lunga scadenza, lista dei principali guadagni

Di seguito, vi proponiamo un elenco di bond a lunga scadenza denominati in euro ed emessi dai governi dell’Eurozona e dall’Unione Europea, i cui guadagni dai minimi di ottobre fino alla giornata di ieri hanno impressionato positivamente. Nulla di esaustivo, ma serve a farci un’idea di cosa sia successo ai portafogli obbligazionari in un lasso di tempo così breve.

Nell’ordine:

  • Austria 2120: +28,7%
  • Olanda 2052: +26,7%
  • Spagna 2071: +25,4%
  • Bund 2052: +25,3%
  • Oat 2053: +23%
  • Bund 2050: +23%
  • BTp 2072: +21%
  • Bund 2053: +19,8%
  • Olanda 2054: +19,6%
  • Eu Mfa Bond 2053: +16,8%

Palma d’oro a bond 100 anni austriaco

Non vi era dubbio che la corona sarebbe spettata al bond a 100 anni emesso dall’Austria nel 2020, scadenza nel 2120 e cedola 0,85% (ISIN: AT0000A2HLC4). E’ schizzato a 45 centesimi dai meno di 35 di ottobre. Un rialzo di quasi il 29%. Certo, chi lo comprò all’emissione, oggi perde ancora circa il 55% in conto capitale. E chi ebbe il coraggio di inserirlo in portafoglio ai massimi di dicembre del 2020, quando la quotazione arrivò a 139, registra un profondo rosso del 68%.

Tutti gli altri bond a lunga scadenza hanno una durata residua assai minore. A parte le Obligaciones spagnole e il BTp 2072, parliamo di emissioni trentennali. In un caso, per il Bund 15 agosto 2050, si tratta di un titolo senza cedola. La Germania poté permettersi di finanziarsi sui mercati a zero interessi nell’estate del 2019. Un lontano ricordo dei bei tempi che furono.

Nella classifica abbiamo un solo bond a lunga scadenza sovranazionale. E’ stato emesso dall’Unione Europea e scade nel 2053. Di fatto, un safe asset che subisce, tuttavia, la strenua concorrenza dei titoli tedeschi a cui ancora soggiace in termini di rendimento. In questo caso, il guadagno è stato in due mesi “solo” di circa il 17%.

[email protected]