La notizia ufficiale ancora non c’è, ma è stato lo stesso Nayib Bukele ad avere annunciato ieri la sua rielezione con l’85% dei voti. Il secondo mandato da presidente formalmente non sarebbe stato consentito dalla Costituzione di El Salvador, ma l’uomo ha usato lo stratagemma di dimettersi per poche settimane e poter così correre per il bis. Il successo appare scontato. L’autodefinitosi “dittatore più cool del mondo” è popolarissimo per avere reso in pochissimi anni il suo paese da uno tra i più violenti a uno dei più sicuri dell’America Latina.

E la sua conferma alla presidenza rende più vicina la prima emissione del cosiddetto bond “vulcano”.

Sin dal settembre del 2021 Bitcoin è stato reso “valuta legale“. Si può usare per pagare le imposte e i privati non potrebbero formalmente rifiutarsi di accettarlo per i pagamenti di altri privati. L’idea di Bukele è stata sin dall’inizio di bypassare il sistema finanziario tradizionale, le cui commissioni sulle elevate rimesse degli emigranti (pari al 25% del PIL) sono altissime e frenano gli afflussi di denaro dall’estero.

Come funzionerebbe l’emissione

Sempre nel 2021 fu annunciata la volontà di emettere bond “vulcano”, così chiamati perché finalizzati alla costruzione di una Bitcoin City alle pendici di un vulcano sito nel nord-est del paese. L’operazione è stata rimandata di trimestre in trimestre e si pensava, ad un certo punto, che non avrebbe mai visto la luce. Negli ultimi mesi, però, complice il boom delle quotazioni della “criptovaluta”, il progetto è stato riesumato e dovrebbe debuttare da quest’anno. Il condizionale resta d’obbligo.

Il bond “vulcano” offrirebbe una cedola fissa per la metà del capitale nominale sottoscritto, mentre per metà servirebbe a finanziare l’acquisto di Bitcoin. Al termine dei primi cinque anni, l’eventuale plusvalenza verrebbe girata ai sottoscrittori per la metà. L’altra metà verrebbe impiegata per costruire Bitcoin City, un’area per il “mining” ed esentasse.

Il Fondo Monetario Internazionale ha duramente criticato tale proposito, adducendo possibile volatilità economica in conseguenza di quella della moneta digitale.

Bond vulcano tra rischio default e scetticismo del mercato

El Salvador è un emittente “junk”, cioè ad alto rischio di credito. Rating B- per S&P, CCC+ per Fitch e Caa3 per Moody’s. A fronte di riserve valutarie per soli 2,645 miliardi di dollari, la bilancia commerciale è in forte passivo. E anche le partite correnti esitano saldi cronicamente negativi. Il paese dell’America Centrale adotta da anni il dollaro USA quale propria valuta. Da un lato, può godere della stabilità valutaria, dall’altro ne subisce la forza e l’economia domestica si rivela poco competitiva.

Stamane, i bond sovrani salvadoregni sono in calo. Probabile che stia influendo la maggiore forza del dollaro, che rende gli asset in esso denominati più cari. Così come probabile che si tratti di una semplice mossa speculativa del mercato sull’onda del “buy the rumors and sell the news”. In effetti, la rielezione di Bukele era scontata e i prezzi avevano corso tantissimo negli ultimi mesi. Dai minimi toccati nel 2022, le scadenze più lunghe registrano rialzi anche del 250%. Dopo avere scontato lo scenario del default per inizio 2023, le cose sono andate meglio del previsto e nel breve termine non sono previste altre catastrofi in arrivo.

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