Con il pagamento del bond in dollari di questa settimana, El Salvador ha evitato il default. L’evento era temuto da mesi e il presidente Nayib Bukele ha approfittato dell’occasione per attaccare la stampa straniera, New York Times in testa, accusandola di riportare dati volutamente negativi sullo stato centramericano. Da un paio di mesi, i titoli di stato salvadoregni stanno risalendo la china sui mercati finanziari, pur restando molto deprezzati. La scadenza aprile 2032 con cedola 8,25% (ISIN: XS0146173371) si acquistava ieri per 52 centesimi, corrispondendo un rendimento lordo annuale di oltre il 20,70%.

Ma alla fine di novembre quotava intorno ai 38 centesimi, per cui da allora il recupero è stato superiore al 35%.

Nelle scorse settimane, il Congresso ha approvato una legge che autorizza il governo ad emettere i cosiddetti “bond vulcano” legati ai Bitcoin. E proprio la criptovaluta è concausa delle recenti sfortune del paese sul fronte del debito pubblico. Valuta legale sin dal settembre 2021, la banca centrale ha acquistato 2.516 Bitcoin per 109,5 milioni di dollari in tutto. Ai prezzi di ieri, valevano meno di 57 milioni, per cui la perdita inflitta all’istituto superava i 52 milioni. Non è il magro risultato negativo in sé a fare paura, quanto l’intera strategia messa in piedi da Bukele per il medio-lungo periodo.

Default El Salvador probabile, ma non imminente

El Salvador dovrebbe emettere 10 bond vulcano in 10 anni e per 10 miliardi di dollari. Sarebbe un importo pari a circa un terzo del PIL. Questa enorme liquidità sarebbe utilizzata per metà per investire negli stessi Bitcoin, il resto per la costruzione di Bitcoin City alle pendici del vulcano nel Nord-Est del paese. Ammesso che il mercato abbia voglia di buttarsi nell’affare, servirebbero quotazioni in forte crescita per la criptovaluta al fine di evitare una crisi fiscale e il default.

Al terzo trimestre dello scorso anno, El Salvador possedeva debito estero per oltre 21 miliardi di dollari, di cui circa 2,4 miliardi a breve termine.

Quest’ultimo era pari al 100% delle riserve valutarie. Nel frattempo, la bilancia commerciale nel 2022 ha esitato un disavanzo di oltre 10 miliardi, pari al 35% del PIL. Le stesse partite correnti esibiscono un saldo su base annua di -2,5 miliardi. Questo significa che non esiste sufficiente liquidità in valuta estera per fronteggiare i pagamenti dei bond. Ricordiamo anche che il paese da anni adotta il dollaro USA quale valuta domestica, con ciò subendone gli effetti in termini di perdita di competitività.

I rating del bond salvadoregni sono bassissimi: CCC+ per S&P, CC per Fitch e Caa3 per Moody’s. Secondo le agenzie internazionali, il rischio di credito resta altissimo e così anche raccontano i rendimenti sovrani. D’altra parte, fino al 2025 non esiste alcun bond in scadenza. Ci sarà tempo per Bukele di ottenere un secondo mandato nel 2024 e di stringere un eventuale accordo con il Fondo Monetario Internazionale per ottenere prestiti in cambio di riforme economiche. Insomma, il rischio default resta e allo stesso tempo non sarebbe vicino.

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