La società di credito al consumo Aiful Corporation sta per emettere il primo bond con rating “non investment grade” in yen sul mercato in Giappone. L’obbligazione a 18 mesi offrirebbe cedola dell’1% e sarebbe destinata, stando a Kynia Numata, dirigente del comparto finanziario, a sostenere l’attività di erogazione dei prestiti. Japan Credit Rating Agency ha alzato di due gradini il rating di Aiful nel novembre scorso, promuovendolo a “BB”. La società è tornata all’utile nel primo trimestre del 2019 per la prima volta in un decennio.

Così come altre società di credito al consumo giapponesi, anch’essa ha sofferto di una sentenza dei giudici della Corte Suprema nel 2006, che le costrinse a restituire ai clienti gli alti interessi precedentemente maturati sui prestiti.

Il bond più vecchio del Giappone sta per essere lanciato in yen 

Dicevamo, si tratterebbe del primo bond con rating “spazzatura” emesso in yen sul mercato nipponico. Questo, perché solitamente le banche con affidabilità creditizia medio-bassa hanno modo di rifinanziarsi attraverso le banche, le quali in Giappone sono solite mostrarsi più flessibili nel caso di difficoltà ad onorare le scadenze, mentre sappiamo che il mancato rispetto di un pagamento in relazione a un bond darebbe vita a un evento creditizio dalle conseguenze tendenzialmente rovinose per la credibilità dell’emittente.

La cedola appare molto bassa, considerando lo scarso rating. Tuttavia, si consideri che essa risulterebbe di circa 117 punti base superiore al rendimento attualmente offerto dalla medesima scadenza governativa di Tokyo. I bond sovrani nipponici offrono rendimenti sottozero fino ai 10 anni e appena mezzo punto percentuale per i titoli a 40 anni. Il collocamento potrebbe essere legato alla recente decisione del fondo pubblico pensionistico di rivedere le linee-guida sugli investimenti, aprendo agli acquisti delle obbligazioni domestiche “high yield”. Gli stessi investitori privati negli ultimi anni si sono mostrati più propensi ad acquistare debito con rating “BBB”, il livello più basso dell'”investment grade”.

Giappone, alto debito e tassi negativi

Cronache di un’economia alla ricerca disperata di rendimento. La politica monetaria ultra-espansiva della Banca del Giappone ha più che compensato gli effetti altrimenti rialzisti sui tassi della politica fiscale piuttosto lassista degli ultimi decenni. Si consideri che il rapporto debito pubblico/pil supera il 250% e che, però, i tassi nel Sol Levante stanno sottozero da anni. L’istituto di fatto ormai possiede oltre il 40% dei titoli del debito pubblico di Tokyo. Queste condizioni consentiranno alla società di emettere debito a costi 6 volte inferiori rispetto ai competitor americani.

Giapponesizzazione dei bond: grandi affari con rendimenti sotto l’inflazione anche per 100 anni 

Chi dovesse investire nei bond di Aiful avrebbe a che fare con un rischio essenzialmente legato al tasso di cambio. Lo yen ha guadagnato nell’ultimo anno il 3% contro l’euro, giovandosi delle varie tensioni internazionali. Essendo considerato un bene-rifugio contro le incertezze, tende ad apprezzarsi nelle fasi di crisi e incertezze, data la posizione finanziaria netta positiva del Giappone, che rende il mercato domestico un creditore verso l’estero sul piano dei capitali. Si consideri, infine, che proprio per l’assenza di precedenti emissioni “junk” in valuta locale non è possibile prevedere l’andamento del bond prossimo di Aiful, aldilà delle valutazioni specificatamente attinenti ai dati della società. Semmai, l’aver gettato il cuore oltre l’ostacolo sarebbe il segno che il mercato istituzionale (e non) nipponico si sente pronto ad assumersi rischi crescenti, pur di portare a casa risultati per i clienti che siano minimamente apprezzabili. Se così, altre emissioni “high yield” seguiranno.

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