Acea, la società municipalizzata multiservizi di Roma, ha emesso oggi obbligazioni per 500 milioni di euro, all’interno del programma Euro Medium Term Notes da 4 miliardi di euro. Il bond con scadenza 6 aprile 2029 è stato venduto ai soli investitori istituzionali e sarà quotato presso la Borsa di Lussemburgo. Il taglio minimo è stato di 100.000 euro. Le banche che si sono occupate del collocamento sono Banca IMI, Barclays, BNP Paribas, Credit Agricole, Deutsche Bank, Mediobanca, Morgan Stanley, Société Générale, Unicredit e UBI in qualità di joint bookrunners.

Acea: collocata obbligazione da 500 milioni

Gli ordini hanno ammontato a circa 3 volte l’importo offerto e ciò ha consentito all’emissione di esitare un pricing abbastanza interessante: a fronte di una cedola annuale dello 0,50%, il prezzo di collocamento è stato di 99,20, per cui il rendimento alla scadenza si è attestato allo 0,59%. Ricordiamo come Acea abbia rating medio-bassi, in linea con quelli assegnati dalle agenzie internazionali ai BTp, cioè “BBB+” per Fitch e “Baa2” per Moody’s. I proventi della raccolta saranno destinati a finanziare le attività ordinarie della società e il piano di investimenti per il triennio 2020-2022. La data di regolamento è stata fissata per il prossimo 6 febbraio.

Questo bond passerebbe inosservato, se non fosse per il fatto di essere riuscito a spuntare un rendimento nettamente inferiore a quello che il BTp di pari scadenza offre oggi. Lo 0,59% si confronta con lo 0,82% del bond sovrano dicembre 2028 e cedola 2,80% (ISIN: IT0005340929), 23 centesimi in meno a fronte di una durata residua di 4 mesi più lunga. Un’apparente anomalia per una società a controllo pubblico. Solo otto mesi fa, la stessa società aveva emesso un bond in scadenza maggio 2028 al rendimento dell’1,90%, risentendo delle tensioni sul mercato italiano in quella fase.

I dati Acea favoriscono i bassi costi

Ma è probabile che il mercato abbia apprezzato la solidità dei conti di Acea, attiva nella gestione di servizi come acqua ed energia elettrica, che ha chiuso il bilancio 2018 con ricavi in crescita a oltre 3 miliardi e un utile netto di 271 milioni, per un indebitamento finanziario netto di 2,57 miliardi, saliti a 2,96 miliardi al 30 settembre scorso, pur a seguito dell’applicazione dei nuovi principi contabili.

Nei primi 9 mesi del 2019, poi, i ricavi sono ulteriormente cresciuti a 2,35 miliardi (2,17 miliardi nello stesso periodo dell’anno precedente), maturando un utile netto anch’esso in crescita a 218,9 milioni.

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Per Acea, non una novità. Il bond “callable” con scadenza ottobre 2026 e cedola fissa 1% (ISIN: XS1508912646) offre un rendimento di appena 0,29%, anch’esso molto più basso dell’oltre 0,50% oggi esitato dal BTp di pari durata. Pur scontando il fatto che il primo sia rimborsabile anticipatamente, trattasi comunque di una bella differenza. La dimostrazione che i titoli del Tesoro non fingano sempre da “benchmark” a cui appigliarsi in ogni caso per determinare il costo di emissione, nemmeno per una società pubblica, che in teoria per indebitarsi dovrebbe sostenere oneri non dissimili, se non sempre superiori, a quelli del governo. Ma i fondamentali fanno la differenza.

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