L’inflazione in India a dicembre è schizzata al 7,35% dal 5,54% del mese precedente, il livello massimo da 5 anni, trainata dai prezzi alimentari, che sono aumentati su base annua del 14,12%, in forte accelerazione dal +10% di novembre. Un ingrediente fondamentale della cucina nazionale, la cipolla, ha visto quadruplicare il prezzo di vendita dal giugno scorso, a causa della carenza dell’offerta per via dei bassi raccolti. E così, boom dei rendimenti obbligazionari. Il bond governativo a 10 anni offre adesso il 6,67%, ma ieri aveva toccato il 6,80%, in forte rialzo dal 6,46% precedente alla pubblicazione del dato sull’inflazione.

Male anche il titolo a 2 anni, passato dal 5,51% al 5,96%, salvo attestarsi al 5,74%.

L’inclinazione della curva è rimasta sostanzialmente inalterata, sebbene la Reserve Bank of India abbia comunicato di avere attuato un’operazione di “swap” tra bond, vendendo quelli in scadenza nel 2020 per 419,2 miliardi di rupie (5,9 miliardi di dollari), acquistando in cambio titoli con scadenze più lunghe. L’istituto punta così ad abbassare i rendimenti lungo la curva, al di là del taglio dei tassi. In effetti, con l’impennata dell’inflazione si rende più difficile un ulteriore allentamento della politica monetaria. Il costo del denaro nel corso del 2019 è stato già abbassato al 5,15%, un paio di punti percentuali abbondanti sotto la crescita tendenziale dei prezzi a dicembre.

Il taglio dei tassi in India non sosterrà i bond, l’allentamento dei vincoli sì

Si rafforza la rupia indiana

Gli analisti non si aspettano un allentamento monetario imminente, anche se probabilmente ciò avverrebbe in primavera, considerando che il rialzo dell’inflazione sarebbe temporaneo e la stessa RBI prevede che esaurirà i suoi effetti nel corso dei mesi. Sarà anche per questo che nell’ultima settimana, il cambio contro il dollaro si è rafforzato dell’1,7%, attestandosi a 70,85 e compensando le perdite per gli investitori stranieri subite sul fronte dei prezzi. Non è facile fare previsioni sull’andamento dei bond, anche perché non sappiamo se la banca centrale effettuerà nuovi scambi tra titoli a breve e titoli a medio-lunga scadenza.

Sappiamo, invece, che il governo di Nuova Delhi intende aprire maggiormente il suo mercato sovrano agli investitori stranieri e questo passerebbe per un allentamento dei limiti sulle detenzioni di bond. Affluirebbero decine di miliardi di dollari nel sub-continente asiatico, mentre da pochi giorni sono stati quotati i due Bharat Bond Etf con scadenza rispettivamente nell’aprile 2023 e nell’aprile 2030. Entrambi investono in obbligazioni emesse da società pubbliche e con rating “AAA” e attualmente quotano sopra il valore dell’IPO, a 1.001,56 rupie l’uno e 1.001,61 rupie l’altro.

Bharat Bond Etf, ecco i rischi 

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