E anche Volkswagen si converte ai green bond, avendo in programma di emetterne uno per oltre 1 miliardo di euro, il primo sotto il programma di finanza sostenibile varato a marzo. Il comitato interno deve ancora dare il via libera all’operazione, mentre l’entità dell’emissione dipenderà dalla domanda degli investitori. I proventi saranno destinati all’attuazione del programma di elettro-mobilità, tra cui la realizzazione della piattaforma MEB per la produzione di auto elettriche.

La casa automobilistica tedesca sta investendo 33 miliardi entro il 2024 nel programma dedicato alle auto elettriche.

Da prima costruttrice di veicoli al mondo, punta a insidiare l’americana Tesla in questo segmento di mercato, caratterizzato da una crescita esplosiva. A causa della pandemia, le vendite nel secondo trimestre sono crollate del 35% a 1,8 milioni di veicoli, registrando una perdita operativa di 2,4 miliardi e un calo del fatturato del 37% a 41,1 miliardi.

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Con questo green bond, Volkswagen punta anche a cancellare il recente passato. Nell’autunno del 2015, esplode il cosiddetto “dieselgate”, quando le autorità americane scoprono che Wolfsburg aveva truccato i test sulle emissioni inquinanti, facendo passare i suoi motori per molto più ecologici di quanto non fossero. Ne sono scaturite maxi-sanzioni, cause legali e un forte discredito della società, che sull’affidabilità aveva costruito la sua immagine.

Un possibile benchmark per il mercato auto

Oggigiorno, sui temi ambientali non si scherza. Alla Volkswagen lo hanno capito, tant’è che adesso si punta alla leadership anche nel campo delle auto elettriche. In media, la società emette tra i 30 e i 40 miliardi di euro di obbligazioni all’anno. Al 30 giugno scorso, risultava indebitata per 243,7 miliardi. L’emissione in programma del green bond, quindi, inciderà marginalmente sull’intero stock delle obbligazioni, ma se andrà a buon fine, come verosimilmente accadrà, potrebbe essere solo il primo passo verso la costruzione di un’intera curva delle scadenze green per Volkswagen e che fungerebbe da riferimento per il mercato automobilistico mondiale.

Quest’anno, le emissioni di obbligazioni verdi hanno accusato il primo rallentamento dopo svariati anni, a seguito della maggiore attenzione riscossa dai titoli legati alla lotta contro il Covid-19. Nel secondo trimestre, sul mercato “investment grade” appena il 2% delle emissioni è stato di green bond.

Il rischio di credito per i titoli del debito di Volkswagen risulta medio-basso. Le agenzie di rating vi assegnano giudizi complessivamente abbastanza buoni: “BBB+” per S&P, “A3” per Moody’s e “A(low)” per DBRS. Tutte hanno, però, prospettive negative, cioè non escludono declassamenti a breve. Per il resto, nessun rischio specifico sarebbe connesso alla fattispecie green, se non quello che le linee-guida del programma vengano disattese, pur parzialmente e involontariamente, dall’emittente, beffando le finalità ambientali di chi investe. E’ un rischio insito in questo tipo di investimento, pur lenito dalle stringenti condizioni con le quali queste emissioni vengono certificate da organismi esterni.

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