I titoli di stato tedeschi con cedole alte non li avevamo considerati. Eppure, esistono. Ne dà prova il Bund con scadenza 4 luglio 2027 e il cui tasso di interesse annuale è di ben il 6,50% (ISIN: DE0001135044). Ma non diciamo da molti anni che la Germania sia avidissima di rendimento? Se così, com’è possibile che vi siano sul mercato suoi titoli del debito apparentemente tanto generosi? La risposta sta proprio nel fatto che si tratti di pura apparenza. In effetti, la cedola è altissima, ma la quotazione lo è altrettanto.

Per acquistare questo Bund della durata residua di meno di tre anni e mezzo, dovremmo spendere attualmente il 13% in più del suo valore nominale. Sul secondario, tratta a 113. Significa che per portarci a casa un lotto minimo di 1.000 euro, dobbiamo pagare sui 1.130 euro per il solo capitale, ad esclusione chiaramente del rateo della cedola. E questo abbatte il rendimento lordo alla scadenza a uno striminzito 2,42%.

Cedola alta e prezzi in calo

Il Bund luglio 2027 fu emesso dalla Germania nel lontano 1997 e, pertanto, debuttò come un titolo trentennale. Ecco spiegata l’alta cedola. In quel periodo, era normale anche per l’economia tedesca pagare interessi più alti di oggi per indebitarsi, pur sempre inferiori ai livelli italiani. Premesso ciò, possiamo azzardare un investimento in questo titolo nella speranza di rivenderlo nel medio termine senza rimetterci nulla sul piano del capitale?

Supponiamo di riuscire a rivendere tra un anno esatto il Bund allo stesso prezzo di oggi. Avremmo maturato un guadagno pari alla cedola effettiva annuale. Essa è data dal rapporto tra cedola nominale (6,50%) e prezzo di acquisto (113): sarebbe del 5,75%. Al netto della ritenuta fiscale del 12,50%, sarebbe pur sempre di poco superiore al 5%. Buttalo via un rendimento del genere. La domanda è: quanto verosimile può rivelarsi un simile scenario?

Rendimenti negativi lontano ricordo

Tra un anno il Bund luglio 2027 avrebbe una durata residua inferiore ai due anni e mezzo.

Al prezzo di oggi, offrirebbe un rendimento di poco superiore all’1%. La Germania ha registrato rendimenti negativi lungo l’intera curva delle scadenze fino a qualche anno addietro. In effetti, ipotizzare che sul tratto biennale offra così poco non è qualcosa di illogico. Ma le condizioni monetarie negli ultimi due anni sono mutate repentinamente. La Banca Centrale Europea (BCE) ha dovuto alzare i tassi di interesse da 0 al 4,50% per combattere il boom dell’inflazione nell’Eurozona.

L’ultima volta che un Bund a 2 anni ha reso intorno all’1% è stato nel settembre del 2022, proprio mentre la BCE iniziava ad alzare i tassi. Tra un anno, le probabilità che i tassi tornino a quei livelli quasi azzerati appaiono remote. Il mercato sconta una loro discesa per allora al 3%, cioè a -1,50% dai livelli attuali. E’ queste previsioni sono state già incorporate nei prezzi dei bond. Solo se i tassi BCE fossero abbassati in misura più marcata nei prossimi trimestri, il mercato obbligazionario reagirebbe con rendimenti in discesa e prezzi in ulteriore salita.

Bund safe asset, buono in momenti di crisi

In definitiva, il Bund luglio 2027 con maxi-cedola 6,50% potrà anche sorprendere positivamente con l’allentamento delle condizioni monetarie, così come anche nel caso di tensioni geopolitiche e/o finanziarie, trattandosi di un safe asset. In generale, comunque, non dovremmo aspettarci granché. Tra ottobre e dicembre, quando i prezzi dei bond esplosero, questo titolo segnò un rialzo di appena il 2%. Buono per accrescere la qualità del portafoglio, non per aumentarne il rendimento, salvo sorprese.

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